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Sport e intersessualità, parla il professor Mondaini: “In quei casi nessun esame può stabilire con certezza il genere”

14 agosto 2024 | 08:30
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Sport e intersessualità, parla il professor Mondaini: “In quei casi nessun esame può stabilire con certezza il genere”

Il professore associato di urologia dopo i casi Khelif e Ting: “Non è il testosterone al momento della gara che fa la differenza ma gli effetti che ha avuto nel tempo”

Le olimpiadi di Parigi si sono concluse avvolte dalle polemiche su due pugilesse, l’algerina Khelif e la thailandese Ting. Si è parlato di intersessualità. Ma cosa si intende con questo termine?  

Endocrinologo Antonio CilottiUrologo Nicola Mondaini

Lo abbiamo chiesto a Nicola Mondaini, professore associato di urologia all’università Magna Graecia di Catanzaro e docente ai master di andrologia delle università di Catanzaro, Firenze e Pisa, nonchè autore del libro Wikipene tradotto in inglese e cinese mandarino e a Antonio Cilotti,dirigente medico di endocrinologia che si occupa da anni anche di sessualità e fertilità, ormoni sessuali e cromosoma Y.

Per semplificare con il termine intersessualità o più correttamente differenze (o variazioni) dello sviluppo sessuale si fa riferimento a condizioni in cui una persona presenta, sin dalla nascita, caratteri sessuali che non rientrano nella tradizionale classificazione di maschile e femminile. Ne abbiamo anche tracce storiche ed artistiche, basti pensare alla scultura L’ermafrodito dormiente risalente al II secolo avanti Cristo, conservata al Museo Nazionale di Palazzo Massimo di Roma o ai nudi androgini di Michelangiolo. Per cercare di comprendere meglio partiamo dal capire che in natura non esiste solo il bianco e il nero ma questi rappresentano gli estremi di un continuo spettro di grigi. Quando ci avviciniamo a questi argomenti dobbiamo capire che stiamo parlando di neonati che poi saranno bambini, adolescenti ed infine adulti a sottolineare la grande delicatezza necessaria nel gestire queste situazioni”.

Perchè è cosi difficile parlare di questi argomenti e possiamo entrare più nel dettaglio?
E’ estremamente difficile perché tutto oramai diventa scontro e tifo da stadio mentre uno scienziato deve dare un giudizio tecnico e non ideologico, per tale ragione mi sono confrontato anche con il dottor Antonio Cilotti, endocrinologo andrologo che si è occupato scientificamente e clinicamente per anni di questi argomenti. Personalmente agli inizi della mia carriera me ne sono occupato anche clinicamente seguendo in prima persona alcuni casi e pubblicando alcuni articoli su queste condizioni. Alla fine mi sono convinto perchè amando la divulgazione scientifica non potevo sottrarmi alle domande visto la grande confusione. Nel dettaglio oggi sappiamo che è una condizione che si riscontra alla nascita tra lo 0,05% e l’ 1,7% includendo le forme più sfumate. Tutti sappiamo la differenza fra cariotipo maschile 46 XY o femminile 46 XX. Ma non tutti sanno che sia per 46 XX che per 46 XY è previsto l’intero spettro delle differenze sessuali da fenotipo (aspetto) completamente maschile a fenotipo (aspetto) completamente femminili”.

Facciamo alcuni esempi reali…
Neonata 46 XY con insensibilità agli androgeni: in assenza di studi genetici la diagnosi arriva alla pubertà per mancanza di mestruazioni e riscontro all’ecografia di assenza di utero e tube e presenza di 2 gonadi di aspetto maschile e la quasi totale assenza di peli. Neonata 46 XY con delezione del gene di differenziazione testicolare (Sry) può avere uno sviluppo completamente femminile con genitali interni ed esterni femminili, con gonadi poco sviluppate. In queste ragazze sono state ottenute gravidanze con ovodonazione. Neonato 46 XX con presenza (traslocazione ) di Sry. La diagnosi può essere anche tardiva magari per infertilità o per lo scarso sviluppo puberale o testicolare”.

Venendo ai nostri casi, e alla domanda che si sono posti tutti è giusto far competere in un determinato sesso una persona intersessuale?
Per rispondere alla sua domanda ho riguardato la letteratura esistente ed ho trovato che negli ultimi due anni sono state prodotte diverse pubblicazioni che pongono il problema direttamente al Comitato Olimpico Internazionale che ha recentemente pubblicato il suo pensiero su equità, inclusione e discriminazione in base all’identità di genere e alle variazioni di sesso che ha un impronta sui diritti umani, con minore considerazione per le questioni mediche/scientifiche. Tali questioni pongono chiaramente il problema sul “diritto a una competizione equa e sicura”. In questa storia per concludere non è il testosterone al momento della gara che fa la differenza ma gli effetti che questo, insieme ad altri geni, ha avuto nel tempo nello sviluppo della struttura corporea

Ma alla fine quale è il suo pensiero?
Per non incorrere in discussioni sarò chiarissimo come lo sarei con un mio studente. Siccome la realtà non è dicotomicamente maschio o femmina nessun esame clinico, genetico o ormonale può da solo attribuire l’atleta ad una categoria o all’altra, d’altro canto un problema rimane aperto perchè a differenza di altri contesti nello sport queste differenze possono giocare in alcuni casi (non sempre) un ruolo di indiscusso vantaggio