Il personaggio |
Sport
/

Spalletti: esordio così così in Macedonia del Nord ma senza perdere il suo stile

10 settembre 2023 | 16:15
Share0
Spalletti: esordio così così in Macedonia del Nord ma senza perdere il suo stile

Il neotecnico della nazionale e una gioventù divisa fra Certaldo e Sovigliana. Alla Cuoiopelli è stato compagno di squadra del padre della sindaca Deidda

Cosa significa l’esordio da ct subito dopo la conquista di uno scudetto a Napoli? Invece, quanta rabbia genera a Un giudice sfiorare il metro e mezzo?
 Domande sciolte, libere, anarchiche, senza nesso evidente. Suonano antitetiche. Per un motivo: la panchina della nazionale costituisce il traguardo di ogni allenatore; lo stemma tricolore sulle magliette eleva l’autostima a quote indefinibili. Malgrado, in entrambi i casi, non sia corretto limitare il cerchio al mister vincente, trascurando giocatori, membri della società sportiva e tifosi.

Le percezioni del nano, viceversa, scaturiscono dalle battute della gente. Qui Fabrizio De André pare incline alla vendetta, la giustifica, anche se la morte cancella ogni speranza di redenzione per il piccino uomo di legge, non conoscendo affatto la statura di Dio, spietato, al contrario, nell’impartire condanne in vita. L’autore di Bocca di Rosa, forse, non piace al trainer che ha pareggiato al debutto con l’Italia in Macedonia del Nord. Può darsi che non abbia mai ascoltato Inverno, ambientata al cimitero di Genova: sale la nebbia sui prati bianchi, come un cipresso nei camposanti. Quel campanile, che non sembra vero, segna il confine fra la terra e il cielo.

Non è, però, un’ipotesi peregrina che il doppio obiettivo centrato in breve spazio, lo condividerebbe coi suoi familiari scomparsi, comunicando in qualche forma tali gioie professionali, colorate di azzurro. Una distesa nevosa infinita, il piacere del silenzio, la vicinanza di chi ha amato. Così assaporerebbe gli affetti, le pacche sulle spalle di chi ha tollerato i suoi errori. “Che combini? Hai rischiato di far tardi, vecchietto. Ora non ti montare il capo”. Sorriderebbe a simile constatazione, versando lacrime. Sarebbe poi il primo a ricordare che, nella civiltà contadina, ‘testa’ si dice poco. È una parola forbita, di chi ha studiato, quei professori permeati di cultura. Il popolo usa tale vocabolo quando il pallone termina in rete in un’azione aerea.

Il ragazzo degli anni Sessanta, divisi tra Certaldo e Sovigliana – non sempre l’età più bella ma genuina, sì – ha conservato l’eleganza adolescenziale essendosi rivolto a Skopje col ‘lei’ alla cronista Rai, nonostante l’1-1 causato da uno sgambetto avventato di un talento da inquadrare, al limite dell’area, con due difensori in copertura.

Gli hanno pure incollato tante etichette. Dall’avvio di carriera i possessori di verità lo catalogarono nel gruppo dei permalosi. Siamo proprio certi che non accetterebbe una frase irriverente?
 Non accadrà, poiché il coraggio è un diamante, ancora Faber. Quando chiede in maniera provocatoria a un giornalista se ambisce a diventare suo collega, potrebbe ribattergli: “Esatto, ma senza venire a lezione da te”. La risposta sarebbe imprevedibile. Persino un invito a cena? Il fegato di Luciano Spalletti è testato.

Il messaggio della sindaca Deidda

Per la prima esperienza di commissario tecnico sulla panchina della nazionale di calcio di Luciano Spalletti di ieri sera (9 settembre) anche la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, aveva espresso i suoi complimenti,  l’abbraccio e l’incoraggiamento  di tutta la città. Il destino ha infatti voluto che il tecnico empolese nei primi anni Ottanta non solo abbia militato (ed amche abitato) nelle fila della Cuoiopelli, ma addirittura nella stessa squadra con suo padre Vincenzo Deidda.

Spalletti Deidda Cuoiopelli

Una situazione che ha legato l’infanzia della sindaca alle vicende calcistiche della compagine bianco rossa e quindi anche la conoscenza del Luciano “nazionale” compagno di squadra ed amico del babbo allora affermato calciatore nel settore dilettantistico nel ruolo di terzino d’attacco sulla fascia sinistra (alla Cabrini per intendersi come si diceva allora). Purtroppo la prima non è andata benissimo a Spelletti che “costretto” a cercare il bottino pieno per restare in corsa si è dovuto accontentare di un pateggio. Comunque la nazionale ha espresso un buon calcio nonostante le pessime condizioni del campo ed il pareggio avversario avvenuto su calcio piazzato con un po’ piu di attenzione da parte del portiere poteva essere evitato. La mano del tecnico empolese si è comunque vista e non tutto è perduto per la qualificazione agli europei 2024 (nota di Graziano Banchini).