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Doping, Andrea Mussi: “Non sarà mai un farmaco a farti diventare un campione”

27 gennaio 2023 | 10:00
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Doping, Andrea Mussi: “Non sarà mai un farmaco a farti diventare un campione”

Il calciatore ex Primavera Fiorentina, Empoli e Lucchese: “Ho sempre trovato medici ottimi. Al massimo ci consigliavano integratori e vitamine”

“Ho avuto la fortuna che quando ho iniziato a giocare era già in vigore la legge anti doping”.

Andrea Mussi, carrarino doc, 45 anni compiuti lo scorso 25 ottobre, i primi passi li ha mossi nella Carrarese, da bimbo. Poi, appena 15enne, è entrato nella Primavera della Fiorentina, con la quale ha disputato la Coppa Carnevale a Viareggio, per due anni consecutivi.

Andrea Mussi giovane promessa del calcio

Una cascata di riccioli neri, una promessa del calcio, un campione in erba, trasferito presto in prima squadra, per 6 mesi, anche se solo in panchina, passato all’Empoli nell’era di Luciano Spalletti, in serie A, poi al Ravenna. Tra le squadre toscane dove ha militato la Lucchese, la Pistoiese e, a fine carriera, il Fiesole Caldine. 

Nel suo ruolo di attaccante, punta centrale, ha segnato 145 gol. 

Dove ho giocato – spiega alla redazione –  ho sempre trovato medici ottimi. Al massimo ci consigliavano integratori e vitamine. A volte la creatina e gli aminoacidi. Sostanze, tutte, lecite”.

“Prodotti noti che servono permigliorare le performance sportive e aumentare la massa muscolare e ritardare l’affaticamento muscolare durante l’attività. Io, però – precisa – non ne ho mai presi. Non ne avevo bisogno, visto che non inseguivo gli avversari, il mio era un ruolo “statico” e il mio dispendio di forze era limitato”.

“Avendo giocato anche in squadre di serie B e C – aggiunge – devo anche dire che le risorse per i farmaci erano minori, rispetto all’A. Avendo avuto numerosi infortuni, tibia, perone e legamenti rotti due volte, sono stato fermo, per cure, per molto tempo. Mi allenavo in solitaria, tra piscina e bicicletta, ma al rientro in squadra non ho mai assunto niente.  Tra i giocatori miei amici nessuna malattia “strana”. Gli unici due che sono purtroppo morti hanno perso la vita in incidenti”.

Conclusa la carriera di calciatore, Andrea Mussi ha poi avuto incarichi da responsabile scouting e da direttore sportivo: nel Pavia, nel Pro Vercelli, nell’Albissola, nel Carpi, nel Siena e, per breve tempo, nel Grosseto. 

“In queste ultime esperienza ho avuto contatti stretti sia con i medici che con i fisioterapisti, e anche in questo caso le “cure” erano solo integratori e vitamine, e alimentazione sana”.

“A mio modo di vedere – conclude – il doping non aiuta a giocare meglio: se hai le doti vai avanti, altrimenti non sarà mai una pasticca, o un flebo, a farti diventare un campione. E oggi, è cambiata la cultura anche tra gli atleti. Tutti stanno molto più attenti”

Andrea Mussi