Default e Past Due: ovvero quando le regole cambiano in corsa, e senza Var

Dall’1 gennaio di quest’anno sono entrate in vigore la nuove definizioni bancarie che possono cambiare la vita di tutti
Le cose difficili devono avere spiegazioni chiare. La semplicità non è un orpello inutile e deve essere la chiave di accesso per ogni cosa. Il mondo che ci circonda è di una semplicità sconvolgente, nella sua complessità. Ma complesso significa articolato, non oscuro.
Ogni cosa, dunque, dovrebbe rispondere a un’esigenza di semplicità, ogni cosa può e deve essere spiegata riducendola alla sua primordiale essenza: data questa premessa, vi starete tutti chiedendo, ma che cos’è il Default?
Facciamo breve una storia lunga: immaginate di giocare a calcio. Vi serve un pallone, 11 avversari, 10 compagni, un campo rettangolare delimitato da strisce bianche, il punto del centrocampo, due porte e quattro bandierine che segnano la zona di calcio d’angolo. A partita iniziata il punteggio è sul 2-2, ma continui ribaltamenti di fronte non assicurano ancora di intascare la salvezza. Finalmente ricevete la palla, vi smarcate da due avversari, palla al piede guadagnate metri, poi perdete palla, la recuperate, la porta è lì, davanti a voi. La squadra è salita e la difesa si è chiusa, ma voi siete pronti per scaricare il destro in fondo alla rete avversaria… quando, improvvisamente, vi trovate con una racchetta da tennis in mano. “Eh mi spiace, il gioco è cambiato. Bisogna usare la racchetta da tennis per infilare la palla da rugby dentro il canestro da basket”. Non c’è tempo, non puoi scegliere, non puoi prepararti, devi solo conformarti.
Troppo semplice? Forse, ma se cambiano le regole senza che io mi sia potuto preparare per tale cambiamento, adeguare, se la mia vita ha condizionamenti tali per cui non posso da un momento all’altro decidere diversamente, che alternative ho? Il default.
Dall’1 gennaio di quest’anno è entrato in vigore la nuova definizione di default, ciò significa che le regole del gioco a cui stiamo giocando sono cambiate, nulla è più come prima, i parametri sono altri. Senza alternativa. Senza scelta. Adeguarsi. Questa è la ricetta che le banche chiedono al popolo italiano: un passaggio sottotraccia di normative fondamentali e che hanno (non “avranno”, “hanno”) conseguenze effettive su ognuno di noi. Le nuove regole colpiscono tutti con un impatto inimmaginabile, anche sui privati in un periodo di grandissima difficoltà economica per tutto il paese: “C’è il rischio severo di ampliare la categoria dei cattivi pagatori, e che ciò acceleri il momento di difficoltà per le imprese”.
IL MIO PROFESSORE DI ITALIANO DICEVA: A PAROLE TUE
Questo cambio di regole riguarda tutti i correntisti italiani. Sono cambiati tutti i processi del credito che riguardano i conti correnti personali, aziendali, conti cointestati etc… Si è abbassata la soglia entro la quale c’è il rischio di default: dal 5% la soglia è scesa al 1%, ma i numeri dell’estratto conto restano sempre gli stessi. Adesso dovete fare meta con una pallina da golf.
UNA PARTE PER IL TUTTO – Il minimo comune denominatore del cambiamento è che viene presa la parte per il tutto, una sineddoche tutt’altro che piacevole, se applicata alla situazione economica di ognuno di noi. Un esempio? Se ho un conto cointestato e non mi accorgo che sono andata in rosso, sono a rischio default. Va bene, ma ho altri due conti correnti e lì ho sufficiente cash. No! Adesso si guarda alla situazione complessiva e i conti correnti fanno cumulo. Sì, dai ma ho un affidamento, il mutuo… niente da fare, l’affidamento non compensa il rosso e anche per i mutui attenzione a saltare le rate.
Privati – Non si può andare sotto ai 100 euro e all’1% del totale dell’esposizione (da 90 giorni consecutivi)
Aziende – Scaduto o sconfinamento superiore ai 500 euro e al 1% del totale di esposizione (da 90 giorni consecutivi)
È stato introdotto un periodo di prova di almeno tre mesi in cui chi è entrato in default deve restare prima di rientrare tra i clienti regolari. Insomma tutti panchinari, ma attenzione! Se durante il periodo di prova si sconfina ancora non si esce più dal default e comunque dopo i tre mesi non si rientra il giorno dopo in campo come giocatori effettivi. Si resta fuori dalla rosa per altri 90 giorni: 90 + 90.
AUTOMATICO E OBBLIGATORIO – I meccanismi sono automatici, e le norme molto stringenti. In caso di sconfino, il passaggio in default è automatico e obbligatorio. Cambiano i parametri da cui la banche guardano i clienti, ciò significa che se ti sei vestito in giacca e cravatta per il tuo appuntamento in banca, il direttore – grazie ai suoi nuovi occhiali marca “default” – ti vedrà in mutande a pallini, canottiera di cotone a coste, ciabatte e barba lunga.
Il cliente è sempre sotto esame con valutazioni molto severe, in gergo dicono: “Si fa un Double debt test per vedere se un cliente è o meno foreborn”. Cioè? Che significa? Semplicemente se sei o meno capace di ripagare i tuoi debiti e in quanto tempo.
CURIOSITA’ – Nella terminologia bancaria ho notato l’utilizzo traslato di termini appartenenti alla medicina. Sulle passerelle europee sfila la collezione “default in covid19” 2020-2021.
Si parla infatti di sofferenza (ovvero: la centrale dei rischi definisce un cliente in sofferenza quando gli intermediari della banca ritengono che abbia gravi difficoltà”), propagazione, contagio (Es: “contagio del default tra controparti”) e virale.
Insomma, l’operazione è riuscita. Il paziente è morto.
RIASSUMENDO TECNICAMENTE: CHE COS’E’ IL DEFAULT NELLA DEFINIZIONE DI BANCA D’ITALIA
Il Default è “l’incapacità patrimoniale di un debitore di soddisfare le proprie obbligazioni”.
La nuova definizione di default prevede che, ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori per le banche e gli intermediari finanziari, i debitori siano classificati come deteriorati (default) al ricorrere di almeno una delle seguenti condizioni:
a) il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni (in alcuni casi, ad esempio per le amministrazioni pubbliche, 180) nel pagamento di un’obbligazione rilevante
b) la banca giudica improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alla sua obbligazione
La condizione b) è già in vigore e non cambia in alcun modo. Per quanto riguarda la condizione a), un debito scaduto va considerato rilevante quando l’ammontare dell’arretrato supera entrambe le seguenti soglie:
i) 100 euro per le esposizioni al dettaglio e 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio (soglia assoluta)
ii) l’1 per cento dell’esposizione complessiva verso una controparte (soglia relativa).
Superate entrambe le soglie, prende avvio il conteggio dei 90 (o 180) giorni consecutivi di scaduto, oltre i quali il debitore è classificato in stato di default. Tra le principali novità si segnala anche come non sia più possibile compensare gli importi scaduti con le linee di credito aperte e non utilizzate (c.d. margini disponibili); a questo fine è necessario che il debitore si attivi, utilizzando il margine disponibile per far fronte al pagamento scaduto. (Fonte BANCA D’ITALIA)
GLOSSARIO
• PAST DUE – L’esposizione scaduta e sconfinata da più di 90 giorni (finora la scadenza era pari a 180 giorni) è definita “Past Due” e viene segnalata alla Centrale dei Rischi.
• NPL – In italiano sono i “crediti deteriorati” (Non-Performing Loans – NPLs) ossia esposizioni verso soggetti che, a causa di un peggioramento della loro situazione economica e finanziaria, non sono in grado di adempiere in tutto o in parte alle proprie obbligazioni contrattuali
• FACTORING – contratto col quale l’impresa cede a una società specializzata i propri crediti esistenti o futuri al fine di ottenere subito liquidità e una serie di servizi correlati
• UNLIKELY TO PAY – inadempienze probabili
• TRIGGER – presidiano il rischio e tengono sotto controllo gli accantonamenti contabili dei clienti
• FORE BORN – se sei o meno capace di pagare i tuoi debiti