La storia degli europei di calcio

Cambia l’Europa e nel calcio il 1992 è l’anno della favola della Danimarca

28 maggio 2024 | 06:00
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Cambia l’Europa e nel calcio il 1992 è l’anno della favola della Danimarca

La nazionale scandinava, ripescata per l’esclusione della Jugoslavia in guerra, sorprende tutti e supera in finale la Germania unificata

Il 1992 è una data spartiacque per il calcio europeo. In realtà è una cesura della storia dopo che nel 1989 è caduto il muro di Berlino ed è iniziato il processo che porterà al cambiamento radicale della geografia continentale.

Una conseguenza che si avverte anche nel calcio e che, in qualche modo, incide anche sul cammino dell’Italia all’edizione di quell’anno, che vede la fase finale in Svezia. Perché gli azzurri nel girone di qualificazione capitano proprio con l’Unione Sovietica che si sta disgregando e che quel raggruppamento lo vince senza perdere un match (con l’Italia arrivano due 0-0). Ma poi si presenterà al via della manifestazione continentale sotto il nome di Comunità degli Stati Indipendenti perché, da ogni punto di vista, non esiste più l’Unione Sovietica ma una miriade di stati sovrani (seppur guidati, come racconterà bene Tiziano Terzani in Buonanotte, signor Lenin, dai vecchi potentati locali del Partito Comunista alcuni dei quali ancora alla guida dei rispettivi paesi).

L’Urss, quindi, che nel girone supera anche Norvegia, Ungheria e Cipro, è una delle otto squadre qualificate per la fase finale. Alla competizione partecipa anche, per la prima volta, la Germania unita (le due Germanie in sede di sorteggio erano capitate nello stesso raggruppamento) e ci sono anche le cenerentole esordienti San Marino e Far Oer.

Detto del girone dell’Italia, che vide all’esordio nella sua fase conclusiva il nuovo ct Arrigo Sacchi, dagli altri raggruppamenti viene fuori il meglio del calcio continentale. Fa bottino pieno con otto vittorie su otto gare la Francia, che mette in fila Cecoslovacchia, Spagna, Islanda e Albania. È bagarre nel gruppo 2 e solo all’ultimo tuffo è la Scozia ad avere la meglio su Svizzera e Romania, grazie a una vittoria nell’ultima gara di questi ultimi con gli elvetici e al successivo pareggio contro la Bulgaria già eliminata. Qualificazione non del tutto agevole per la Germania: chiude con un solo punto di vantaggio sul Galles, che paga un pari in Belgio nel raggruppamento che vede al via anche Lussemburgo. L’Olanda campione si conferma alla fase finale vincendo la resistenza del Portogallo. Più dietro Grecia, Finlandia e Malta. Non facile anche la qualificazione dell’Inghilterra che supera di un punto l’Eire, che chiude senza sconfitte, e di due la Polonia. La Turchia, per ora, non è competitiva.

Un discorso a parte, e anche qui la storia ci mette lo zampino, merita il gruppo 5. Lo vince la Jugoslavia davanti alla Danimarca che paga un pareggio di troppo in Irlanda del Nord. Fuori gioco presto l’Austria e le Far Oer (che stupiscono con il successo proprio all’esordio assoluto contro gli austriaci). Ma la Jugoslavia, un po’ come l’Unione Sovietica, che però ha subito un processo incruento, non esiste più. Anzi, è dilaniata da una guerra civile che sta mietendo vittime fra bombardamenti e campi di concentramento. Inevitabile che, a ridosso della manifestazione, la Uefa decida per l’esclusione di una nazionale che, in sostanza, non esiste più. Inevitabile anche che ad essere ripescata sia la Danimarca di Richard Møller Nielsen, che si deve preparare per la manifestazione continentale a dieci giorni dalla partenza della manifestazione. Con i giocatori che sono praticamente già tutti in vacanza.

La fase finale è in programma dal 10 al 26 di giugno e si disputa in quattro stadi: a Stoccolma, Norrköping, Göteborg e Malmö. E succede proprio quello che non ti aspetti, come nella più classica delle tradizioni della rassegna continentale.

Il girone A vede al via i padroni di casa della Svezia, la Francia e l’Inghilterra, che sono le favorite, e la cenerentola Danimarca, chiamata all’ultimo momento e che si pensa non possa far altro che la parte della comprimaria. Dopo il primo turno di gare sono tutte appaiate: Svezia e Francia pareggiano 1-1, la Danimarca neutralizza sullo 0-0 l’Inghilterra. Sono gli svedesi a mettere la testa avanti battendo con un gol di Brolin i danesi mentre Francia e Inghilterra chiudono sullo 0-0. Decisivo l’ultimo turno dunque: gli svedesi non fanno sconti ed eliminano l’Inghilterra vincendo 2-1. Nell’altra sfida la ragione dice Francia, il tabellino Danimarca: apre Larsen, pareggia Papin e l’1-1 qualificherebbe i transalpini. A poco più di 10 minuti dalla fine Elstrup regala all’undici scandinavo il passaggio del turno.

Nel girone B ci sono i campioni uscenti dell’Olanda, la sempiterna Germania, la Scozia e la Comunità degli Stati Indipendenti, che è la denominazione che assume per l’occasione l’ex Unione Sovietica. È l’ultima volta che le repubbliche già unite sotto la falce e martello gareggiano insieme (e succederà anche, nel mese successivo, per le olimpiadi di Barcellona). L’Olanda, che pur si è rinnovata rispetto a quattro anni prima, conferma la sua forza e vince il girone superando la Scozia e la Germania e impattando senza reti con la Csi. Alle spalle è bagarre: solo il clamoroso tris della Scozia agli ex sovietici nell’ultima giornata permette ai tedeschi, che avevano battuto gli scozzesi con le reti di Riedle ed Effenberg, di approdare alla seconda fase come seconde del girone, dopo avere aperto il torneo agguantando solo al 90’ la Csi con una rete di Hassler che risponde a Dobrovolskij.

Le semifinali incrociate, dunque, vedono la Svezia affrontare la Germania a Solna e l’Olanda contro la Danimarca a Goteborg. I padroni di casa vanno sotto di due gol (Hassler e Riedle), accorciano su rigore di Brolin ma ancora Riedle allunga e rende inutile il 2-3 di Kenneth Anderson al 90’. Tutta l’adrenalina è sull’altro campo, per la sfida fra Olanda e Danimarca. I danesi sono diventati la mascotte del torneo: arrivati sereni e abbronzati alla competizione e anche con una storia tutta da raccontare. Quella di Kim Vilfort che dopo ogni partita torna in patria per assistere la figlia Line, malata di leucemia. Una storia che commuove il mondo intero. E che avrà l’epilogo che, forse, solo le favole sanno regalare.
Con l’Olanda i danesi confermano la loro grande forma. Due gol di Henrik Larsen illudono di poter chiudere il match entro il 90’ nonostante la rete di Bergkamp che si interpone alla doppietta. A quattro minuti dalla fine Rijkaard impatta e la partita, dopo i supplementari che non ne cambiano le sorti, va ai calci di rigore. Peter Schmeichel, portiere danese, para il secondo rigore nientemeno che a Marco Van Basten, l’idolo di quattro anni prima in Germania. I danesi fanno cinque su cinque con Larsen, Povlsen, Elstrup, Vilfort e Christofte e volano, clamorosamente, in finale.

Si gioca il 26 glugno, ancora a Goteborg, a quel tempo non ancora collegata da un avveniristico ponte a Copenaghen, capitale della Danimarca. Sembra impossibile che i campioni del mondo, che hanno superato l’Argentina in finale a Italia ’90, possano perdere questa occasione ma la Danish Dinamite, ancora una volta, sforna la partita perfetta. John Jensen, uno che non resta negli annali per la qualità dei suoi piedi, si inventa al 18’ una conclusione che vale l’1-0. Il resto lo fanno le parate di Schmeichel che mantengono intatto il vantaggio fino a quando mancano 12 minuti alla fine del match. A trovare il 2-0 che chiude i giochi non poteva che essere Kim Vilfort, proprio il giocatore ‘pendolare’, che ad ogni finale di partita volava al capezzale della figlia malata. E poi dicono che esiste il caso…

Il tabellino della finale

Danimarca – Germania 2-0
DANIMARCA: Schmeichel; Christofte, K. Nielsen, Piechnik, Lars Olsen, Sivebæk (21’st Christiansen 66′); Vilfort, Larsen, Jensen; Povlsen, Laudrup. A disp.: Mølby, Elstrup, Frank, Krogh, P. Nielsen, Bruun. All.: Møller Nielsen
GERMANIA: Illgner; Brehme. Helmer, Buchwald, Kohler, Reuter; Effenberg (35’st Thom), Hässler, Sammer (1’st Doll); Klinsmann, Riedle. A disp.: Binz, Möller, Köpke, Frontzeck, Schulz, Wörns. All.: Vogts
ARBITRO: Galler (Svizzera)
RETI: 18’pt Jensen, 33’st Vilfort
NOTE: Ammoniti Piechnik, Effenberg, Hassler, Reuter, Doll, Klinsmann