“Quello è il nostro stadio”, così rivive il mito amaranto di Picchi e Magnozzi

Presentato in Consiglio regionale il libro di Marco Ceccarini: “Due grandi campioni che anche quando sono andati altrove, hanno sempre avuto il cuore rivolto a Livorno”
La storia di due miti amaranto come Armando Picchi e Mario Magnozzi e, soprattutto, la loro ‘livornesità’ nel libro Quello è il nostro stadio di Marco Ceccarini, presentato oggi nel Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio regionale. “Il titolo – ha spiegato l’autore – riprende quella che si dice sia stata una battuta fatta da Mario Magnozzi ad Armando Picchi quando agli inizi degli anni ’70 Picchi allenava il Livorno. Invitato allo stadio durante il campionato di serie B, Magnozzi gli avrebbe detto ‘questo impianto lo dovranno intitolare a uno di noi due, perché è il nostro stadio’. Purtroppo poi la vita ha voluto che i due scomparissero entrambi l’anno successivo. È scritto in prima persona: si tratta di due monologhi, in cui ho messo grande passione, nei quali Picchi e Magnozzi raccontano la loro vita sportiva attraverso le mie parole. Ho voluto affrontare soprattutto la parte pubblica e sportiva, lasciando in secondo piano gli aspetti privati nei quali non mi sono permesso di entrare. Ci si trova la livornesità, nell’appartenenza alla tradizione e alla città”. Anche quando sono andati altrove, Magnozzi capitano del Milan negli anni ’30 e Picchi dell’Inter di Herrera, hanno sempre avuto “il cuore rivolto a Livorno”.
Alla presentazione anche l’insegnante e scrittrice Gloria Benini, che ha letto alcuni brani del libro, Giorgio Bernard, che ne ha scritto la prefazione e l’editore e direttore del gruppo Centro Tipografico Livornese, Nino Bozzi. Il consigliere regionale Francesco Gazzetti non ha nascosto la propria soddisfazione: “Da livornese non ricordo altre iniziative nelle quali il Livorno calcio e soprattutto due personaggi come Magnozzi e Picchi abbiano trovato ospitalità all’interno delle sale del Consiglio regionale. Per me è un elemento di grande gioia, perché penso che lo sport e il calcio siano davvero veicolo, non soltanto per trasmettere una passione sportiva, ma per raccontare storie e anche le storie di una città”.