ambiente |
Politica
/

“Non può esistere economia circolare senza il coinvolgimento dei territori”: approvato il piano sulla gestione dei rifiuti

16 gennaio 2025 | 15:45
Share0
“Non può esistere economia circolare senza il coinvolgimento dei territori”: approvato il piano sulla gestione dei rifiuti

Lo strumento di indirizzo e al discussione in Aula

Con il voto del Consiglio regionale toscano, è stato approvato in via definitiva il ‘Piano regionale dell’economia circolare (Prec) – Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati’, principale strumento di indirizzo, programmazione ed attuazione per la gestione del ciclo dei rifiuti.

“In questa legislatura – afferma il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – abbiamo già concluso i lavori e inaugurato impianti importanti come quello di Montespertoli (Firenze), di Asciano (Siena), di Terranuova Bracciolini (Arezzo), di Peccioli (Pisa); ora con l’approvazione del Piano dell’economia circolare – Piano dei rifiuti, entro il 31 gennaio, potremo accedere a 50 milioni di euro di finanziamenti Pnrr, che ci permetteranno di realizzare, in questa legislatura, il più forte e concreto intervento sullo smaltimento dei rifiuti visto in Toscana negli ultimi decenni”.

“La Regione – aggiunge il presidente – ha abbracciato la sfida della sostenibilità attraverso un piano che ottimizza il recupero di materia prima dai rifiuti e minimizza il residuo. Questo sarà possibile grazie a 19 nuovi impianti, tra realizzati e in corso di realizzazione, che vanno dal riciclo dei rifiuti tessili a quello dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee), fino ad arrivare a piattaforme più complesse come quella di Scarlino, che risponderà alle esigenze del distretto cartario di Lucca gestendo il pulper, oppure l’ossidatore termico che sarà previsto a Peccioli che si candida come uno degli impianti più innovativi per la chiusura del ciclo e il progressivo superamento delle discariche”.

“Grazie a questo patrimonio di progetti – conclude Giani – potremo raggiungere gli obiettivi comunitari della riduzione al 10% del conferimento dei rifiuti in discarica ed il progressivo incremento, fino al 65%, del riciclo di materia al 2030. Oggi vediamo il risultato di un lavoro che ha messo al centro la collaborazione istituzionale e l’innovazione tecnologica, stabilendo anche per i rifiuti speciali l’applicazione di principi generali di tutela dell’ambiente e della salute e riservando particolare attenzione al tema della legalità e del controllo”.

Soddisfazione da parte dell’assessora regionale all’ambiente Monia Monni per il risultato raggiunto. “Dopo un lavoro lungo 3 anni e 4 mesi – detto, ricordando l’inizio dell’iter nel settembre 2021 e lo straordinario percorso di ascolto e partecipazione portato avanti – la Toscana ha approvato il suo primo Piano regionale dell’Economia circolare. Con il voto di oggi manteniamo fede ad un impegno che ci eravamo presi in campagna elettorale con le toscane e i toscani, realizzando così un primario obiettivo di legislatura”.

“I cittadini – spiega Monni – con il proprio voto nel 2020 ci avevano chiesto di imboccare una strada concreta di sostenibilità, che puntasse ad orientare il sistema di gestione dei rifiuti verso politiche di riduzione e di riuso, nonché di sviluppo di una completa rete impiantistica di riciclo e recupero che consentisse di traguardare con serietà l’obiettivo di riduzione dei conferimenti in discarica. Oggi consegniamo ai toscani non soltanto un atto strategico che traccia con chiarezza e determinazione questa strada, ma la concretizziamo ulteriormente presentandoci a questo punto del confronto politico con 19 nuovi impianti di riciclo e recupero in corso di realizzazione e autorizzazione, a cui si sommano quelli di digestione anaerobica per il recupero dell’organico che ci consente concretamente di stoppare un export di rifiuti dalla Toscana che pesava 160mila tonnellate all’anno. Questa è una svolta radicale e strategica, nel segno del percorso di conversione ecologica che vogliamo realizzare per la Toscana”.

“L’approvazione del Piano – prosegue l’assessora – è il risultato di un lavoro corale che ha attraversato il territorio regionale e segna un punto di partenza avanzato che ora chiama ciascuno alle proprie responsabilità. Istituzioni ad ogni livello, forze economiche e sociali, mondo del Terzo Settore, cittadine e cittadini in forma singola e associata. Non può esistere economia circolare senza il coinvolgimento pieno e convinto dei territori ed è per questo che servirà adesso non girarsi dall’altra parte, arroccandosi dietro il ‘no a tutto’, bensì al contrario assumersi l’onere di affrontare ciascuno un pezzo del problema. Consapevoli, come sintetizza efficacemente da tempo Legambiente, che per avere zero rifiuti servono mille impianti”.

Monni ricorda inoltre le finalità “di questo primo piano regionale dell’economia circolare, che si articola su tre dimensioni. Quella industriale, perché puntiamo verso una filiera innovativa di trattamento, che si alimenta di materie riciclate e recuperate e che guarda alle operazioni ambientalmente più virtuose in termini di trattamento. Quella sociale, perché da una parte puntare sul riuso significa attivare straordinarie forme di economia collaborativa e dall’altra sviluppare una complessa rete impiantistica significa stimolare nuova e più stabile occupazione. Vi è poi la dimensione della legalità che per la prima volta trova spazio in un atto di pianificazione in materia di rifiuti, ma ritenevamo imprescindibile individuare azioni cogenti per aumentare quanto più possibile i nostri anticorpi rispetto ai tentativi di infiltrazione che in ogni parte di Italia interessano ancora il delicato e complesso settore dei rifiuti”.

“Questo Piano – conclude l’assessora – è infine anche lo strumento con cui si dà concretezza al lavoro articolato e non semplice sul tema delle bonifiche, che vede in Toscana la presenza di siti estremamente complessi, ma che vede al contempo la determinazione dell’amministrazione regionale a sanare ferite dolorose, restituendo pezzi di territorio agli usi legittimi”.

Approvato dalla maggioranza un emendamento del Pd illustrato in Aula dalla prima firmataria, Valentina Mercanti. “Andiamo nella logica di rispettare la semplificazione – ha spiegato la consigliera –, ma rafforziamo il concetto dell’importanza di tenere presenti i centri abitati. Nell’ambito delle indicazioni preferenziali per la localizzazione e la progettazione è opportuno porre attenzione per i centri abitati, con particolare riferimento a quelli che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 200 metri tra il perimetro dell’impianto e le aree residenziali ricadenti all’interno del centro abitato stesso”. Per questa ragione, al capitolo 18.3 (Indicazioni preferenziali per la localizzazione e la progettazione), pagina 191, della ‘Relazione piano regionale gestione dei rifiuti’, quando si parla di “presenza di barriere fisiche tra le aree individuate ed eventuali centri residenziali o ricettori sensibili”, viene inserita questa previsione: “Resta ferma la necessità, tenuto conto anche del tipo di attività prevista dall’impianto, di porre particolare attenzione alle aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 200 metri tra il perimetro dell’impianto e le aree residenziali ricadenti all’interno del centro abitato stesso”.

Sull’emendamento, ha tentato un intervento correttivo il gruppo di Fratelli d’Italia, con un sub emendamento. Il tentativo, pensato con riguardo “alla località di Salanetti, nella piana di Lucca”, come spiegato in Aula dal primo firmatario, il capogruppo Vittorio Fantozzi, si proponeva di “non consentire comunque la realizzazione nelle aree con presenza di centri abitati che siano già saturi di attività industriali e classificati come aree a pericolosità idraulica elevata o molto elevata con rischio di alluvione frequente o molto frequente”. Il sub emendamento è stato respinto.

L’aula ha approvato anche due Ordini del giorno collegati al Piano, uno della Lega e uno del Partito democratico. Quello della Lega, primo firmatario Marco Casucci, approvato all’unanimità, impegna la Giunta “a promuovere un incremento delle risorse economiche” per sostenere “attività di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni mafiose, con particolare attenzione al settore della gestione e del trattamento dei rifiuti”; l’atto chiede anche “di istituire un tavolo permanente con rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura, delle associazioni antimafia e delle parti sociali, coinvolgendo l’Osservatorio regionale per monitorare e affrontare i fenomeni mafiosi nel territorio regionale”. Il secondo ordine del giorno approvato, primo firmatario Vincenzo Ceccarelli (Pd), impegna l’esecutivo “a favorire una equa localizzazione nei territori dell’impiantistica, particolarmente di quella funzionale al raggiungimento dell’obiettivo programmato di autosufficienza dei singoli ambiti territoriali ottimali, al fine di non gravare ulteriormente su realtà territoriali già ampliamente coinvolte nella chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti”; nonché “a favorire l’estensione dell’indennità di disagio ambientale anche ai Comuni contermini a quelli sedi di impianto di trattamento rifiuti, in analogia a quanto stabilito dalla Giunta regionale per l’attribuzione dei proventi dell’ecotassa”. L’aula di palazzo del Pegaso si è espressa a maggioranza, registrando 23 voti favorevoli (Partito democratico e Italia viva), 1 contrario (Forza Italia), 7 astenuti (Fratelli d’Italia e Lega), 2 non voto (Movimento 5 Stelle).

Respinti invece il pacchetto di ordini del giorno presentato da Fratelli d’Italia, quelli dal Movimento 5 stelle, e altri odg presentati dalla Lega.

In sede di dichiarazione di voto, Maurizio Sguanci (Iv) ha giudicato l’atto “un buon piano” a cui il gruppo di Italia Viva ha contribuito e ha annunciato voto favorevole. Detto questo ha precisato: “Avrei gradito molto che avessimo ridotto al minimo le quantità di rifiuti avvalendoci di sistemi di smaltimento che nel resto d’Italia e in Europa sono molto usati. I termovalorizzatori sono impianti all’avanguardia e a basso impatto inquinante e soprattutto con una resa energetica che non ha pari, senza contare che così diminuirebbe l’inquinamento dei mezzi che tutti i giorni si muovono per portare i rifiuti alle discariche”.

Alessandro Capecchi (FdI) ha annunciato voto contrario. “A nostro giudizio sarebbe stato più rispettoso da parte dell’assessore – ha esordito – rispondere alle numerose questioni politiche che i consiglieri di opposizione hanno sollevato, ma così non è stato. Ma noi continueremo a interessarcene ancora e ancora, perché non è vera la favola della Toscana felix che sposa l’economia circolare e si mette a capo del movimento ambientalista per la transizione ecologica. La verità è che è la regione con il più alto numero di discariche in Italia, dove la criminalità organizzata compie reati di una certa gravità. Siamo secondi in Italia per il costo dello smaltimento”. “I problemi della Tari e della governance di questo sistema, che avete voluto tenere fuori da questo atto, si ripresenteranno nel prossimo futuro – ha proseguito -. Il sistema deve stare in equilibrio, consentendo a tutti i cittadini sul territorio di pagare in maniera omogenea, smettendo di infilare i rifiuti sotto terra e di mandare a giro tutti giorni migliaia di camion pieni di rifiuti perché non si ha il coraggio di realizzare nuovi impianti”.

La replica finale è stata affidata al presidente della Giunta regionale Eugenio Giani. “E’ stato un dibattito ampio e partecipato”, ha sottolineato, ringraziando tutti per l’impegno profuso. “Grazie alla maggioranza che ha saputo dimostrare una granitica compattezza e all’opposizione che si è mossa con passione nel suo ruolo, che è quello di offrire spunti per migliorare”. “Oggi la Toscana esce più ricca, con una visione che ci porta a essere protagonisti dell’economia circolare – ha detto il presidente -. All’inizio del mandato eravamo in condizioni di debolezza sull’organico, e il piano sta dando risposte molto chiare, senza contare che in questi quattro anni abbiamo inaugurato gli impianti di Asciano e di Montespertoli. Sono previsti nel piano altri due impianti, il che ci consentirà di raggiungere ampiamente l’autosufficienza”. Giani ha poi citato Peccioli, con la nascita di un impianto tra i più moderni che sostituirà la discarica. “Con i 21 impianti del piano non solo raggiungiamo l’autonomia ma con l’economia circolare potremo produrre materie prime e seconde preziose” ha aggiunto, portando come esempio la struttura di Terranuova Bracciolini che permette di produrre pepite d’oro dalla lavorazione dei rifiuti elettronici. “Troppo volte – ha proseguito – mi sono sentite dire che non si fanno scelte sulle localizzazioni. Al contrario, il piano dimostra che abbiamo usato il metodo corretto, non dirigistico. Aver voluto far partire dal basso le localizzazioni, aver permesso un filtraggio da parte dei soggetti che operano sul territorio, ha fatto sì che questi 21 impianti previsti nel piano siano stati voluti e che potranno essere effettivamente realizzati”. “Ora – ha concluso – potranno essere attivati 50 milioni di euro che provengono dal Pnrr. Sono orgoglioso del lavoro fatto”.

Il portavoce dell’opposizione Marco Landi ha ringraziato gli uffici per il sostegno avuto e tutti i commissari per il lavoro svolto. “Noi abbiamo pensato di dare un contributo costruttivo e ragionevole e oggi ci aspettavamo, rispetto a una discussione ampia e importante, che alcuni emendamenti venissero accolti – ha commentato -. Si è un po’ svilito quello che è stato il nostro lavoro. Abbiamo comunque sviluppato un’idea alternativa rispetto a quelli che sono i fondamenti di questo piano, a partire dai tre Ato e dalla loro disomogeneità. Sappiamo bene che la mancata realizzazione del gassificatore di Empoli causerà un gap importante nell’autosufficienza dell’Ato centro, così come sull’impianto di Peccioli non c’è stata la chiarezza che chiedevamo. In Toscana non riusciremo a non esportare più rifiuti né a breve né a medio termine e la nostra regione si conferma terra di discariche, per non citare i costi, che rimangono tra i più cari di Italia. Questo piano non risponde alla nostra idea di come si devono gestire i rifiuti”.