Capitano Ultimo a Torre del Lago: “Il mio obiettivo è annientare le mafie”

Tour del generale che arrestò Totò Riina nella frazione: dalla lotta alla criminalità organizzata alla sanità pubblica, dall'ambiente alla pace

Capitano Ultimo scopre il volto dopo 31 anni e si candida nella lista “Libertà” creata da Cateno De Luca.

A viso aperto voglio continuare a servire il popolo italiano”, le parole del generale, al secolo Sergio De Caprio, che arrestò Totò Riina nel 1993, oggi in tour a Torre del Lago, in vista delle prossime elezioni europee, ospite negli studi di 50 News Versilia, dove la nostra redazione lo ha incontrato.

capitano ultimo ( foto di Letizia Tassinari)

Toscano, nato nell’aretino, a Montevarchi, il generale, oggi 63enne, da quel lontano 1993, quando arrestò il boss della mafia, non si era mai tolto il passamontagna.  Ma i suoi colpi alla criminalità organizzata sono antecedenti: nel 1985, quando aveva appena 24 anni  arrestò i latitanti Vincenzo Puccio e Antonino Gargano, braccio destro di Bernardo Provenzano. Poi, dalla Sicilia, venne trasferito al nord, a Milano, dove fu nominato capo dei Ros dell’Arma, fondando Crimor, una unità militare combattente attiva a Palermo dal 1992 al 1997, anno in cui fu sciolta.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

“Voglio proseguire la battaglia contro le mafie,  ormai ferma da 30 anni, e introdurre, attraverso la politica, uno strumento per contrastarla.  Completare il lavoro fatto dal generale Della Chiesa e da Giovanni Falcone. Gli “esperti” sono muti, non ne parlano. E questa per me è omertà”

Molte, in Toscana, e anche qui in Versilia,  le infiltrazioni della “malavita”, legate a cosche camorristiche, mafiose e della ‘Ndrgheta, come dimostrano le varie operazioni anche recenti, delle forze dell’ordine. Una sua “ricetta”?

Togliere il diritto di voto e di lavoro, a meno che non si tratti di lavori socialmente utili, ai parenti e agli affini di primo e secondo grado a chi non è un pentito, a meno che non dimostrino, con i fatti, di aver chiuso ogni rapporto con i mafiosi, e stop al voto di scambio. Le infiltrazioni sono troppe, anche nei comuni. Poi portare nelle scuole, dai più giovani, la legalità”.

In congedo dopo 42 anni di onorato servizio, nel passato si è anche occupato di ambiente. Argomento, anche questo, al centro della sua campagna elettorale?  

“Certamente si. Ho il dovere di difendere i nostri campi. Inutile dare solo contributi ai coltivatori. La soluzione è il fotovoltaico,  da installare non solo nelle campagne ma anche lungo le ferrovie e le autostrade, per produrre energia. Risorse rinnovabili, ma non per arricchire i soliti colossi. Quanto ai comuni, occorre la digitalizzazione della illuminazione pubblica, sulle strade”

Nella lista di Cateno De Luca, con cui si candida, ci sono no vax, putiniani e animalisti. Cosa propone per sanità, guerra e gli animali?

Nella lista è stata data voce a tutti, gruppi e persone di idee diverse: un gesto nobile. Io non sono un no vax. La sanità pubblica deve essere tutelata, e migliorata, penso alle liste di attesa in Toscana, a mia madre, ultra novantenne, per una tac le hanno dato appuntamento tra 6 mesi. Ce ne rendiamo conto? Quanto alla guerra, è un male. Sono per la pace. Un fallimento della politica, Governo attuale e precedente,  come dell’Europa, non essere stati capaci di raggiugere accordi, e mi riferisco al conflitto Russia – Ucraina, e, ovviamente, anche quello tra Israele e Palestina. Per gli animali mi batto come per i poveri. Io sto dalla parte degli ultimi”. 

Un altro generale, della Folgore, Roberto Vannacci, si candida alle Europee: quali le differenze tra lei e l’avversario? 

“Sono all’opposto di lui. Riconosco comunque al generale, come a qualsiasi militare che voglia scendere in politica, e come a tutti, il diritto di esprimere le proprie idee”.

Prima di ripartire, un giro nella frazione pucciniana, in primis alla bottega solidale lodando l’iniziativa che, grazie alla Diocesi e alla parrocchia, offre cibo e indumenti a prezzi bassissimi a chi non arriva nemmeno a metà mese, e alla stazione ferroviaria, dove la microcriminalità è all’ordine del giorno. 

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