
Delegazione nel carcere pisano: “Immobile fatiscente e senza impianto di videosorveglianza”
Dalla situazione dell’immobile al sovraffollamento, dall’assenza di un impianto di videosorveglianza alla carenza di organico. È lunga la lista delle cose da migliorare al Don Bosco secondo la delegazione leghista composta dall’eurodeputata Susanna Ceccardi, dalla consigliera regionale Elena Meini e dall’assessora in Comune Giovanna Bonanno che ha visitato il carcere pisano.
“La struttura si presenta in condizioni di degrado, considerato che vi sono delle aree prive di riscaldamento e nel complesso appare molto fatiscente. All’interno non esiste un impianto di videosorveglianza ed alcune cancellate risultano inefficienti”, sottolineano le rappresentanti del Carroccio.
Poi i problemi di sovraffollamento, “a fronte di una capienza massima di 189 detenuti, ve ne sono attualmente 269 , la maggior parte di nazionalità straniera”, ci tengono a sottolineare. E ancora le carenze di organico: “Sono operativi 183 agenti di polizia penitenziaria, mentre dovrebbero essere 221; se poi sottraiamo quelli del nucleo di pronto intervento, si arriva solo a 158 unità. Per preservare l’incolumità di chi lavora al Don Bosco, sarebbe fortemente auspicabile, come richiesto dagli stessi addetti, poter utilizzare il taser, come utile deterrente anti-aggressioni”.
“La situazione complessiva si conferma davvero molto precaria sotto diversi punti di vista ed obiettivamente l’immobile appare sempre meno idoneo a svolgere la sua funzione di carcere. Da parte nostra, dunque, ci muoveremo per sensibilizzare le Istituzioni competenti, affinché il Don Bosco diventi un complesso decisamente più vivibile per gli agenti ed i detenuti”.