Sanità, un’iniezione di fondi per snellire le liste di attesa

Oltre 31 milioni di investimenti da parte della Regione
L’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini ha fatto il punto sulla diminuzione delle liste d’attesa rispondendo all’interrogazione della capogruppo del Movimento 5 stelle Irene Galletti, che gli aveva chiesto chiarimenti sulla necessità di utilizzare in maniera strutturata i fondi messi a disposizione.
L’assessore ha chiarito che dei 2miliardi di euro in più previsti dalla legge di bilancio 2022 per il fondo sanitario nazionale sono stati finalizzati alla diminuzione delle liste di attesa 500milioni. Di questi, 31milioni e mezzo sono stati destinati alla Toscana. In merito a un mancato utilizzo delle risorse l’assessore ha chiarito che “al 31 ottobre risultano essere stati spesi circa 20milioni di euro, pari al 62,7 per cento del totale del finanziamento e che i restanti 11,5 sono già stati programmati per il recupero di prestazioni per i mesi di novembre e dicembre”.
“Uno studio dell’Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali ha mostrato come la Toscana sia stata l’unica regione a incrementare, anche se di poco, le prestazioni ambulatoriali erogate nel primo semestre del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2019 – ha detto Bezzini -. Il Governo ha indicato anche i canali di recupero delle prestazioni e degli interventi non erogati a causa della pandemia, prevedendo tra le modalità straordinarie la possibilità di coinvolgere le strutture private accreditate in deroga ai tetti di spesa e la possibilità di ricorrere all’attività aggiuntiva per gli specialisti dipendenti e la possibilità di aumentare le ore per gli specialisti convenzionati. Misure portate avanti in parallelo a un maggior efficientamento dell’organizzazione aziendale”.
Simone Bezzini ha concluso difendendo l’operato del proprio assessorato. “Poniamo un’attenzione quotidiana sulla tematica della liste di attesa – ha detto -, che necessita sicuramente di ulteriori azioni per aumentare l’equità d’accesso di tutti i cittadini toscani e il rientro nei tempi di tutte le prestazioni. Al momento, per le prestazioni diagnostiche sono garantiti i tempi massimi, mentre per le visite specialistiche siamo più in sofferenza”.
Una risposta che non ha soddisfatto Irene Galletti.
“Non vedo una via di soluzione al problema, ma prendo atto dei dati. Dati che sono la conferma di come si debba fare meglio. Si è parlato poco della questione nella sua complessità. Il punto cruciale è la sofferenza delle liste di attesa di chirurgia che sono la punta dell’iceberg di un problema organizzativo più ampio e riguarda tutta la sanità, nello specifico quelle dinamiche che sono tra ospedale e territorio con l’interfaccia di quelle che sono le liste di attesa, le diagnostiche e il pronto soccorso che sono stati gli snodi maggiormente critici soprattutto nel periodo pandemico. La criticità che emerge – ha detto Galletti – è che il gruppo di intervento di chirurgia non trova un riscontro adeguato quando si arriva nel reparto per la degenza, perché le chirurgie da un dato che abbiamo risultano essere utilizzate al 50 per cento, ma il grosso nodo è che poi quando si arriva alla degenza mancano i posti letto con personale annesso, mentre nelle chirurgie a mancare sono gli anestesisti. Io credo che il peccato originale sia la strutturazione stessa della sanità in generale”.