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Dalla Fondazione Caponnetto un vademecum anti mafia per gli elettori

5 settembre 2022 | 14:30
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Dalla Fondazione Caponnetto un vademecum anti mafia per gli elettori

Un decalogo affinché i cittadini possano girarlo ai candidati da loro prescelti per la realizzazione di iniziative concrete a sostegno della lotta alla mafia

Le elezioni parlamentari sono sempre un momento prezioso e delicato della vita democratica, soprattutto in questa fase travagliata della storia del nostro Paese.

Notiamo  – spiega la Fondazione Caponnetto –-ancora una volta una debole capacità della politica di affrontare con rigore il tema del contrasto alla Mafia.  Ecco perché invitiamo gli elettori a chiedere ai candidati di tutti i partiti di assumere alcuni impegni solenni”

Nel vademecum presentato oggi, 5 settembre: rifiutare il voto mafioso e denunciare e segnalare qualunque contatto consapevole con esponenti contigui alle mafie, con boss o condannati di mafia in tutte le sue fattispecie o sottoposti a misure interdittive e di prevenzione; sostenere il principio del “doppio binario”, tanto caro a Falcone e Caponnetto, che oggi è contenuto pienamente nel Codice Antimafia; applicare il Codice Antimafia in tutte le sue parti con una verifica puntuale e periodica della sua implementazione; intervenire legislativamente sull’ergastolo ostativo, senza disarticolarne la ratio e l’efficacia, mantenendo in vigore il 41-bis: questi istituti trovano una ragion d’essere nella necessità di spezzare il vincolo associativo dell’organizzazione mafiosa, che va abbattuto per mettere nelle condizioni anche i boss detenuti di avviare un serio e credibile percorso trattamentale e rieducativo; rafforzare concretamente l’utilizzo sociale e produttivo dei beni confiscati alla mafia, attraverso un pieno funzionamento dell’agenzia nazionale e con investimenti che rendano i beni immobiliari fruibili e le aziende in grado di essere rigenerate legalmente e managerialmente, in base a criteri trasparenti e di alta competenza; applicare pienamente tutta la gamma degli strumenti normativi sull’aggressione ai patrimoni mafiosi (interdittive antimafia, misure di prevenzione patrimoniale, sequestro e confisca penale) e sul riciclaggio locale e internazionale, per privare le mafie del loro supporto economico; eliminare le modifiche introdotte con il “decreto Recovery”  che, di fatto, hanno indebolito ulteriormente le interdittive antimafia, introducendo la “misura amministrativa di prevenzione collaborativa e contraddittorio”, attivabile nei casi in cui l’influenza mafiosa sia solo occasionale; realizzare una task force in grado di rendere efficace il “Protocollo Antoci” contenuto nel Codice Antimafia, al fine di stroncare la presenza mafiosa nella gestione delle risorse comunitarie in agricoltura; costruire un sistema permanente ed efficace di monitoraggio delle opere pubbliche attraverso il rafforzamento della Dia e delle strutture interforze e amministrative delle prefetture; applicare la normativa di controllo e verifica sulle società finanziarie e sui settori a rischio di infiltrazione: gioco d’azzardo, centri commerciali, locali di intrattenimento e investimenti immobiliari: verificare in modo permanente la trasparenza degli investimenti previsti dal PNRR, sul reddito di cittadinanza, sul Superbonus e sui Fondi comunitari, al fine di evitare le infiltrazioni mafiose, ricorrendo a gruppi interforze e a sezioni amministrative specializzate da allocare presso le prefetture: rafforzare gli investimenti sociali e infrastrutturali nei Comuni commissariati per infiltrazione mafiosa e consentire l’allontanamento anche della burocrazia collusa, con un fondo ad hoc alimentato dalla parte immobiliare confiscata: applicare correttamente la norma sui testimoni di giustizia per garantire la loro sicurezza, non solo durante la fase processuale, e per il loro reale inserimento lavorativo nella pubblica amministrazione: sostenere con un fondo apposito il lavoro educativo delle scuole italiane e di ricerca delle università italiane sui percorsi di conoscenza della lotta alle mafie, stabilendo un rapporto permanente e trasparente con le Fondazioni e le Associazioni impegnate in tale direzione: promuovere lo Spazio giuridico antimafia europeo attraverso la piena costituzione di una Procura antimafia e antiterrorismo europea e rendendo omogenee a livello europeo le norme previste dal nostro Codice antimafia: promuovere l’applicazione del “Protocollo Falcone” elaborato dall’Onu in Italia, nel dicembre del 2000, e rilanciato a Vienna nel dicembre del 2020: attuare uno specifico monitoraggio del comparto della gestione dei rifiuti, sia per impedire sversamenti e traffici illegali, sia per garantire che le mafie continuino a gestire tali decisivo comparto economico che rappresenta un servizio essenziale per i cittadini: previsione monitoraggio trasporto rifiuti mediante Gps, così come era previsto da Sistri (sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, soppresso con  l’articolo 6 del decreto legge 14 dicembre 2018, numero 135) e promuovere l’attuazione delle bonifiche ambientali, tramite l’impiego della task-force del Commissario Unico Bonifiche, a garanzia di procedure trasparenti e prevenzione delle infiltrazioni mafiose.