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Emergenza abitativa e speculazione edilizia, a Pisa la lezione di Xavier Martinez

29 giugno 2022 | 18:00
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Emergenza abitativa e speculazione edilizia, a Pisa la lezione di Xavier Martinez

Lunedì 27 giugno l’assessore alla casa di “Barcellona in comune” ne ha discusso con Rifondazione comunista e Una città in comune

Aggredire la speculazione edilizia con mezzi radicali, come fatto in altri paesi europei, rilanciando l’edilizia pubblica. Sono alcuni dei temi che lunedì sera (27 giugno) a Pisa sono stati trattati in un incontro organizzato da Una città in comune e Rifondazione comunista sull’emergenza abitativa.

“Dall’inizio di quest’anno il governo Draghi ha tolto il blocco agli sfratti. L’emergenza però non è finita – dice Federico Oliveri, di Rifondazione – Una città in cui ci sono 170 alloggi popolari chiusi perché sono necessari piccoli lavori di ristrutturazione e in cui i cantieri a Sant’Ermete sono fermi. A tutto questo noi ci opponiamo chiedendo una commissione specifica che metta ad un tavolo proprietari e sindacati per parametrare i prezzi”.

Due liste che in questi giorni, con l’occhio rivolto alle elezioni 2023, sono a lezione dalla Catalogna in occasione della visita in città di Xavier Martinez, assessore alla casa di Barcellona in comune, coalizione rossa che governa il capoluogo spagnolo.

“I bandi per gli alloggi sono usciti la settimana scorsa dopo anni e anni di emergenza – dice il consigliere di Ucic Francesco Auletta – I prezzi vengono artificialmente tenuti alti da pochissimi grandi proprietari, che tengono vuoti 4mila appartamenti. I casi di Pampana e via Vespucci sono indicativi”. Appartamenti solo parzialmente tassati: “Grazie a noi – continua Auletta – sono venuti fuori casi come quello di via Marsala, dove decine di appartamenti sono accatastati e tassati come se non fossero costruiti: solo suolo”.

“Intanto solo lo scorso anno si è speso mezzo milione in accomodamenti temporanei nei B&B, mentre con 2,3 milioni in lavori si sbloccherebbero tutti questi alloggi – precisa Nicola Marin, dell’Unione inquilini – Questo vuol dire spendere, non investire”. Di qui la lezione catalana, dove a detta dell’assessore in trasferta dal 2015 ad oggi gli sfratti sono calati del 90 per cento.

“Appena insediati abbiamo istituito una commissione che facesse da arbitro fra privati e inquilini. Da allora 14mila persone si sono rivolte a noi – racconta Martinez – Mentre in Spagna si effettuavano un milione di sfratti, noi abbiamo colpito coloro che hanno causato la crisi con le speculazioni: banche, fondi di investimento, grandi proprietà”.

“Abbiamo usato le tasse, colpendo duramente lo sfitto con multe aumentate per loro del 50 per cento, ma anche creando enormi database pubblici. Inoltre le leggi spagnole degli ultimi anni danno al comune il diritto di prelazione sugli appartamenti quando i grandi fondi arrivano in città per comprare in blocco interi palazzi o infliggono multe salatissime a chi, proprietario di tanti appartamenti vuoti, tenta di sfrattare soggetti fragili senza prima passare per un arbitrato”.