Cooperativa le Rose, Noferi (M5S): “L’Asl Toscana Centro si accorge dopo trent’anni che i locali non sono a norma?”





La consigliera regionale presenta un’interrogazione
“In tutti questi anni il personale e i volontari della cooperativa Le Rose sono stati abbandonati a loro stessi, in forza di un contratto di affitto agrario di un casale con annesso terreno, di proprietà dalla Asl Toscana Centro nel Comune di Impruneta, che hanno curato, ristrutturato alla bene e meglio e reso un ambiente piacevole per accogliere, divertire ed educare ragazzi con gravi handicap”.
Lo rende noto la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Silvia Noferi dopo il suo sopralluogo.
La cooperativa Le Rose è da molti decenni un centro diurno educativo, didattico e culturale per persone disabili che hanno superato l’obbligo scolastico e il personale con grandissima professionalità, attraverso una serie di attività che spaziano dalla ceramica alla musica, ha valorizzato le potenzialità presenti in ciascuno dei ragazzi ospitati, facendoli sentire parte integrante di un progetto, gratificandoli per i risultati raggiunti e facilitando l’instaurazione di un canale di comunicazione fra di loro e con il mondo.
“L’imponente documentazione tecnica presentata dai tecnici incaricati dalla Asl mostrano una serie di criticità dell’immobile che può e deve essere ristrutturato, ma non sfrattando la Cooperativa dalla sera alla mattina senza dare una sede alternativa e nemmeno proponendo “un prefabbricato appoggiato nel campo”. È importante – prosegue Noferi – dare tempi certi sui tempi in cui la cooperativa Le Rose e i suoi ragazzi potranno rientrare nella colonica una volta ristrutturata per poter creare un clima di fiducia e condivisione fra istituzioni, operatori, volontari e persone Fragili”.
“Per questo motivo – conclude – ho scritto una mozione per il consiglio regionale al fine di sollecitare un percorso partecipato e condiviso di progettazione e riassetto complessivo delle strutture in uso alla Cooperativa Le Rose, il cui lavoro dovrà essere finalmente valorizzato e, attraverso la guida esperta di chi ha tanti anni di esperienza, anche potenziato in modo da poter accogliere un maggior numero di ospiti. Sarà comunque necessario nel frattempo fornire una adeguata continuità delle attività alle persone fragili che dopo tanti anni sentono la struttura come casa propria perché un percorso terapeutico non può essere interrotto da un’istituzione sanitaria con la forza pubblica. Vedremo se il consiglio regionale accoglierà la richiesta”.