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Medici in piazza per difendere il sistema sanitario regional

14 giugno 2023 | 14:45
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Medici in piazza per difendere il sistema sanitario regional

Domani a Firenze: “Situazione vicina al collasso, c’è bisogno dell’appoggio di tutti i cittadini”

Mobilitazione domani dei sindacati dei medici, che scenderanno in piazza davanti alla Regione, con un presidio a partire dalle 14, mentre alle 15.45 ci sarà un incontro al Teatro della Compagnia in via Cavour, sempre a Firenze.

“Il sistema sanitario è al collasso. Lunghe liste d’attesa, che costringono migliaia di persone a rivolgersi ai privati, mentre chi non può permetterselo, rinuncia sempre di più a curarsi. Siamo l’unico Paese tra quelli avanzati a ridurre il finanziamento del Sistema sanitario: spendiamo quasi la metà della Germania, un terzo in meno di Francia e Inghilterra, nonostante l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità. Anche in Toscana, per la progressiva riduzione degli organici, il personale è costretto a turni massacranti e obbligato a spostarsi da un ospedale all’altro per coprire i servizi: le condizioni di lavoro sono ormai insostenibili e tanti operatori pensano di dimettersi. La pandemia evidentemente non ci ha insegnato nulla e noi ci sentiamo traditi dalla falsa retorica degli eroi”, le parole della nota intersindacale della sanità Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Cgil medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Uil Fpl sanità, Cisl medici.

“Chiediamo l’appoggio dei cittadini alla nostra mobilitazione. I tagli colpiscono noi quanto loro e non accetteremo oltre di essere insultati e aggrediti per carenze di cui non abbiamo responsabilità. Non ci sono più medici di Pronto soccorso e per sostenere il servizio, verranno sostituiti dai medici di reparti già in sofferenza e privi di competenze specifiche, che così verranno sottratti ai loro compiti assistenziali. Nella nostra regione interi reparti di ospedali periferici si sostengono con medici costretti a spostarsi da altri ospedali distanti decine di chilometri, con grosso pregiudizio della qualità e sicurezza delle cure”.