
Appena il 7% disponibile a impegnarsi “senza condizioni”
Un toscano su 10 svolge già attività di volontariato in enti del Terzo settore, mentre c’è un altro 20,8% della popolazione che dà la propria disponibilità (con un 36,9% nella fascia 18-24 anni), ma la percentuale si abbassa drasticamente fino al 7,1% considerando solo coloro che non pongono condizioni. La maggior parte è scoraggiata per la difficile compatibilità con gli impegni familiari (30,5%) e di lavoro (33,7%).
Questo è quanto emerge da una indagine pubblicata da Cesvot e condotta da Andrea Salvini del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa e presentata oggi durante il convegno Sentirsi parte. Il volontariato dalla dimensione individuale a quella collettiva in programma a Firenze.
“L’associazionismo soffre una crisi di diminuzione di volontari, soprattutto giovani – afferma Luigi Paccosi, presidente di Cesvot, secondo cui il convegno “è l’occasione per confrontarsi sul futuro del volontariato, capire chi sono i potenziali volontari e come intervenire per fare in modo che la loro spinta di cittadinanza attiva e solidarietà non vada dispersa, ma possa mettere in circolo nuove energie per l’intera società””
“Il Covid ha influito molto ma adesso i toscani mostrano un rinnovato interesse verso il volontariato. I nuovi potenziali volontari pensano però a un volontariato non esigente, che sia caratterizzato dalla conciliazione con i tempi dell’esistenza quotidiana. Questo è un elemento che può creare difficoltà – ammette Salvini – soprattutto per le organizzazioni che offrono servizi strutturati, perché la discontinuità dell’azione volontaria può non essere compatibile con la continuità dell’erogazione dei servizi”.