
La Fondazione Stensen in campo insieme a 300 ragazze e ragazzi
Studenti delle medie diventano registi contro gli stereotipi di genere. È il progetto promosso dalla Fondazione Stensen Che genere di film, che coinvolge circa 300 studenti di Toscana e Lombardia (Beato Angelico e Puccini di Firenze, Spinelli a Scandicci, Lippi di Prato e Antonioli di Temù in provincia di Brescia), con l’intento di educare alla diversità e abbattere gli stereotipi.
Dallo sport preferito, all’amore per i fiori, Valentina chiede a Manuel se può giocare a calcio insieme a lui e agli altri amici. Manuel si mette a ridere e dice no, dice a Valentina che, se proprio vuole, semmai può fare il tifo con le altre ragazze, ma per giocare a calcio serve un maschio. Olmo invece raccoglie le margherite ma quando incontra Daniele con quelle margherite in mano, Daniele gli dice che è una femminuccia, come da “traccia” di alcune delle sceneggiature.
Gli studenti saranno poi chiamati a vestire i panni di una troupe cinematografica, e girare un cortometraggio che racconti una storia coerente con il tema del progetto, tutto questo attraverso il coordinamento e la guida di un team di registi coordinati da Duccio Chiarini in Toscana e Nicola Zambelli in Lombardia.
Parte integrante del progetto, realizzato dallo Stensen grazie alla selezione riconosciuta dal bando Miur/Mibact Il cinema e l’Audiovisivo a scuola – Progetti di rilevanza territoriale, sono i workshop sulle tematiche di genere e un percorso per imparare i fondamenti di storia del cinema e di linguaggio filmico, con un focus sul ruolo della donna dai primordi ai giorni nostri.
“Un progetto che intende soffermarsi sul tema degli stereotipi di genere e su come questi risultino spesso amplificati dalla raffigurazione cinematografica e audiovisiva in genere – spiega Chiara Bettarini responsabile del progetto per la Fondazione Stensen- Fornire agli studenti strumenti e competenze idonei per decodificare il linguaggio delle immagini e dare loro l’opportunità di sperimentare concretamente quali siano le fasi di elaborazione di un prodotto audiovisivo professionale significa primariamente renderli più consapevoli di ciò che li circonda”.