“Aumentare le risorse e promuovere il lavoro dei familiari”, la ricetta Cgil per gli anziani non autosufficienti

Dopo 9 mesi di attività, è stato presentato il primo report sugli 8 sportelli Spi Na. Fucecchio fu tra i primi
Secondo una stima dell’Ars (Agenzia regionale di Sanità della Toscana), gli anziani non autosufficienti nell’Ausl Toscana Centro (considerando la Zona Fiorentina, la Fiorentina Nord Ovest, la Fiorentina Sud Est, il Mugello e l’Empolese Valdelsa Valdarno) sono circa 24.400, quasi la metà in carico ai servizi territoriali.
Dopo 9 mesi di attività, è stato presentato il primo report sugli 8 sportelli Spi Na (rivolti alle persone anziane non autosufficienti), organizzati da Spi Cgil su Firenze e provincia. Il report approfondisce i dati sull’attività degli sportelli, su quali aspetti si è sviluppata la consulenza, sulle criticità riscontrate, sulle sinergie sviluppate con le Società della Salute e con il Centro di Ascolto Regionale della Toscana.
Il progetto Spi Na dello Spi Cgil di Firenze nasce dalla consapevolezza (certificata anche da un’indagine condotta dal sindacato stesso su tutto il territorio metropolitano) di una scarsa conoscenza dei servizi rivolti alle persone non autosufficienti e dei loro diritti. I primi 8 sportelli sono stati inaugurati a fine anno 2021 (Firenze, Borgo San Lorenzo, Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Certaldo, Castelfiorentino, Fucecchio). Dal primo settembre 2022 vengono aperti altri 4 sportelli (Empoli, Montelupo Fiorentino, San Casciano. Sesto Fiorentino). Gli sportelli coprono tutti i territori delle 5 Società della Salute.
Durante i primi mesi del 2022, gli accessi registrati agli sportelli sono stati complessivamente 264 (ovviamente in questi numeri non sono comprese le info date per telefono o per mail all’indirizzo spina@firenze.tosc.cgil.it). Il 67%delle persone non autosufficienti, già riconosciute, quelle che non hanno conoscenza del percorso e quelle che hanno una presa in carico in corso di attivazione sono donne. Da una ricerca Ars risulta che la perdita dell’autonomia si è posticipata progressivamente dai 65 ai 75 anni (solo l’1% della popolazione toscana, tra i 65 e i 74 anni è non autosufficiente, tale percentuale sale al 10% dopo i 75 anni e al 40% dopo gli 85). Queste percentuali vengono riflesse anche nell’approccio agli sportelli Spi Na.
Il percorso che ha inizio con la presa in carico è rivolto prevalentemente a persone di fascia di età compresa tra 70 e 80 anni, a seguire gli over 80 e con alcune punte di over 90. Il contatto allo sportello avviene prevalentemente da un familiare (84%), l’accesso diretto per il 16%. L’accesso allo Spi Na ai vari sportelli: 45% sportello Fucecchio, 21% sportello Firenze, 8% sportello Borgo san Lorenzo, 7% sportello Figline Valdarno, 6% sportello Castelfiorentino, 5% sportello Certaldo. Le patologie invalidanti dipendono per il 22% età avanzata, 20% impossibilità a deambulare, 14% demenza senile, 12% Alzheimer (spesso le patologie sono più di una).
Ci si rivolge allo sportello per: 30% per un’informazione sulla pratica di invalidità, legge 104, indennità di accompagnamento; 28% per conoscere il percorso sulla non autosufficienza (la presa in carico, illustrazione e compilazione della modulistica, orientamento per la consegna); 9% informazioni per attivare l’amministratore di sostegno; 9% per il pronto badante e comunque le pratiche di assunzione e i diritti riguardo all’assegno di cura; solo il 3% si rivolge per accedere ai Bandi Inps sul Hcp, lo Spi individua gli aventi diritti e li indirizza per la domanda).
“L’esperienza sul campo – spiegano gli operatori – ci permette di avanzare alcune considerazioni sul funzionamento del sistema. Possiamo ribadire e confermare che il percorso sulla Non autosufficienza. deve essere ancora meglio divulgato, in questo senso riteniamo che il medico di medicina generale dovrebbe essere la prima antenna per condurre l’anziano fragile ad intraprendere il percorso. Il suo ruolo è importante perché fra l’altro deve compilare la scheda clinica e anche il certificato per il riconoscimento dell’invalidità civile che servono per la valutazione della non autosufficienza. I tempi di presa in carico non sono brevi, la nostra possibilità di monitorare dipende dall’informazione che ci arriva dalla famiglia; quando questa avviene, ci parla di tempi troppo lungi; sul territorio fiorentino sono necessari anche 50 giorni, contro i 30 previsti dalla norma.
Il numero delle assistenti sociali non è, a quanto pare sufficiente, per rispondere alla domanda. Una volta che l’Uvm (Unità Valutativa Multidisciplinare) ha riconosciuto l’indice di gravità, sono assicurati gratuitamente, o a seconda dell’Isee, i servizi necessari per la persona e la famiglia. L’Isee, anche solo influenzato dalla casa di proprietà, rappresenta spesso un limite ad un riconoscimento economico (vale per i servizi domiciliari, così per il ricovero in Rsa per la quota sociale). Le pratiche per invalidità civile e handicap, su tutto o quasi il territorio dell’Ausl Toscana Centro, hanno tempi lunghissimi, tra 180 e 270 giorni di attesa. Per un anziano già fragile e in età avanzata non rappresentano certo una speranza, soprattutto laddove esiste la possibilità di ottenere l’indennità di accompagnamento, che rappresenta sicuramente una risorsa in più.
L’espressione più ricorrente tra i nostri utenti è di disagio e solitudine ad affrontare i problemi. Per questo l’attività dello sportello, allargata, come abbiamo detto, ad altri 4 territori, prosegue e se vogliamo cercheremo anche di migliorarla. La rete che abbiamo costruito con i Comuni e con tutte le Società della Salute ci consente davvero di migliorare il soddisfacimento dei bisogni, e soprattutto vorremmo un ascolto costante da parte delle istituzioni, perché le risposte agli anziani fragili e ai propri familiari devono progredire. Il disegno di Legge che introduce deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane e non autosufficienti implica un iter parlamentare non breve ma può costituire, una volta legge, una svolta importante per l’attuazione del Pnrr. Se è vero che il setting privilegiato di risposta è la permanenza a domicilio della persona non autosufficiente, bisogna rafforzare le risorse, l’integrazione degli operatori sanitari con quelli sociali, nonché promuovere, come è anche impegno della Regione Toscana, anche attraverso una legge regionale, le misure per il lavoro di cura prestato dai caregivers familiari”.