economia |
In Azienda
/

Uil chiede “Un cambio di passo per salvare la Moda”: crollo del 22% nelle calzature

24 gennaio 2025 | 14:00
Share0
Uil chiede “Un cambio di passo per salvare la Moda”: crollo del 22% nelle calzature

Manca il mercato svizzero, anche se Usa e Giappone funzionano

“Accorciare fortemente la filiera con il superamento dell’attuale modello, proiettandosi verso un processo di aggregazioni e di fusioni di imprese. Ciò permetterebbe a nostro avviso di essere più strutturati e di poter affrontare con maggiore facilità le sfide odierne che il mercato ci pone di fronte, tra cui la duplice transizione e i cospicui investimenti verso l’innovazione e la creatività dell’intero ciclo produttivo”. Per uscire dalla crisi, lo suggerisce la Uil e in particolare il suo segretario regionale Paolo Fantappiè. 

La riflessione nasce dai dati restituiti dal monitoraggio dei distretti e dei poli della Toscana sull’export della moda toscana, non certo positivi. Le esportazioni verso i soliti mercati di riferimento, su tutti la Svizzera – principale hub logistico dei grandi brand – vede infatti una contrazione dell’84%, solo parzialmente recuperata dalla crescita nei nuovi mercati come Usa e Giappone (+27%).

A livello territoriale pesa la crisi: nel distretto della Pelletteria e calzature fiorentino l’export cala del 21,5%, l’Abbigliamento di Empoli soffre con una contrazione del 7,7%. Anche il Tessile di Prato è in calo (-10,7%), mentre regge l’abbigliamento sul territorio pratese (+2,5%). Infine, cala anche la Concia e le calzature di Santa Croce (-3,3%), con le calzature che crollano del 22,4%.

Come sottolinea il segretario generale Fantappiè: “la crisi della moda, profonda e strutturale, per essere affrontata ha bisogno della responsabilità delle imprese, soprattutto delle grandi griffe presenti nel territorio. Per sopperire ai cambiamenti del mercato e dei modelli produttivi, oltre a mantenere alta la qualità, la sostenibilità e il valore aggiunto che hanno reso grande questo settore, serve una capacità d’innovazione e di nuove idee da parte delle imprese che ad oggi non vediamo”.