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Acne, il dermatologo: “Vietato minimizzare”

16 ottobre 2024 | 12:30
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Acne, il dermatologo: “Vietato minimizzare”

Il dottor Filippeschi del Meyer: “Patologia altamente invalidante da un punto di vista relazionale e psicologico”

Acne, vietato minimizzare. L’acne, che colpisce quasi la metà della popolazione giovanile, viene spesso banalizzata da parte dei genitori e degli adulti, ma non è l’atteggiamento corretto: in alcuni casi, infatti, l’acne si rivela una patologia altamente invalidante da un punto di vista relazionale e psicologico. E poi ci sono forme acneiche che non si esauriscono con l’adolescenza,ma rimangono anche in età adulta. Con il termine acne si fa riferimento a una problematica della pelle che produce sebo in eccesso: nello specifico è il follicolo pilifero e la ghiandola a esso associata che permette la produzione smodata di questo liquido grasso e untuoso che va a intasare e infiammare i pori. La conseguenza è la formazione di quei segni sgradevoli della cute, chiamati comunemente brufoli.

Lo spiega il dottor Cesare Filippeschi, dermatologo del Meyer di Firenze

Quasi sempre l’acne compare soprattutto sul viso, anche se le bolle possono essere presenti anche su collo, spalle e altre parti del corpo. Alla base della comparsa di acne, oltre alla predisposizione genetica, vi possono essere diverse cause e una di queste è uno sbalzo ormonale transitorio: ecco perché si tratta di un problema tipico dell’adolescenza quando i ragazzi stanno vivendo dei forti cambiamenti a livello ormonale (e non solo). Questo è vero anche in altri periodi della vita o se sono presenti particolari patologie, come nel caso delle donne che soffrono di ovaio policistico. Un’altra componente importante è dovuta alla sovra-immissione batterica delle lesioni acneiche e per questo l’acne migliora con utilizzo degli antibiotici. Esistono anche dei fattori ambientali che ne favoriscono la comparsa. Tra questi, l’utilizzo di prodotti per la pelle a base di sostanze chimiche aggressive che tendono ad otturare i pori e quindi a favorire l’infiammazione e la comparsa di brufoli.L’acne può essere di diverse tipologie: l’acne giovanile, l’acne tardiva, acne di tipo ormonale, acne escoriata o acne cistica (più grave, ma meno frequente).

L’acne giovanile compare nella fascia d’età tra i 12 e i 20 anni soprattutto sul viso e tende a scomparire da sola una volta finito il periodo dei cambiamenti ormonali. Per acne tardiva si intende una forma che compare in età adulta: colpisce soprattutto le donne e tra i fattori di rischio ci sono i periodi di grande stress, l’utilizzo di cosmetici e prodotti per la cura del viso inadatti alla propria pelle o realizzati con ingredienti troppo aggressivi (ecco perché le donne sono più a rischio). In questi casi vanno comunque escluse alcune patologie ormonali concomitanti che colpiscono l’ovaio o la tiroide. Esiste anche l’acne nodulo-cistica, una condizione che va diagnosticata precocemente e non sottovalutata, in cui compaiono vere e proprie cisti che tendono anche a ingrossarsi e che possono esitare in esiti cicatriziali permanenti. Questa forma di acne può guarire e deve essere trattata con un farmaco, in uso da più di vent’anni, chiamato isotretinoina, che ha cambiato radicalmente la prognosi di questa patologia. È comunque un farmaco che va utilizzato da mani esperte e con oculatezza per i molti effetti collaterali (primo tra tutti l’incompatibilità assoluta con un’eventuale gravidanza nel periodo della somministrazione e un mese dopo la sospensione). Infine dobbiamo citare l’acne escoriata: quel tipo di acne di chi, grattandosi spesso il viso, si auto infligge lesioni abrase sempre più estese (si tratta nella maggior parte dei casi di acne associata a disturbi psicologici talvolta anche importanti).

Un ultimo aspetto da prendere in considerazione: il rapporto tra acne e cibo, controverso e spesso enfatizzato: in realtà non esiste una relazione diretta tra alcuni cibi e l’acne. D’altro canto, negli ultimi anni, gli studi metabolici sulle cosiddette alimentazioni anti-infiammatorie hanno evidenziato che una dieta eccessivamente ricca di zuccheri tende a mantenere alti livelli di glicemia e quindi alti livelli di insulina. Quest’ultimo ormone avrebbe un’azione pro-infiammatoria e quindi potrebbe peggiorare il quadro acneico cosi come molte altre patologie. Si può quindi dire che sarebbe buona norma diminuire l’assunzione di carboidrati a pessimo indice glicemico come dolci, pane e pasta e aumentare verdura e frutta.

E il sole? Sì, ma con moderazione.
Inizialmente infatti si può assistere anche a un parziale miglioramento del quadro clinico, ma se si ha una eccessiva esposizione, senza adeguati filtri, si può andare incontro a una eccessiva secchezza delle ghiandole sebacee e un successivo effetto rimbalzo a fine estate con un peggioramento dell’acne. Inoltre, dove erano presenti lesioni attive possono rimanere antiestetiche macchie scure.