Multiutility, Cgil: “Togliere dallo statuto la quotazione in borsa per gestire la risorsa idrica”

"Il rischio è essere fagocitati in contenitori dove le nostre eccellenze di aziende come Acque e i lavoratori finirebbero per essere marginalizzati"

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“Si deve andare verso una aggregazione regionale dei servizi pubblici essenziali con una gestione pubblica ed un rifiuto categorico alla quotazione in borsa che comporterebbe una sottomissione a logiche di mercato speculative che niente hanno a che vedere con gli interessi dei cittadini e dei lavoratori”. Lo dice la Filctem Cgil Pisa che aggiunge: “Da questo punto di vista siamo molto preoccupati dello stallo che ormai perdura da tempo sulla possibilità che la società Acque possa completare il processo di ripubblicizzazione attraverso la gestione in house del servizio”.

Rispetto al futuro di Acque, ma anche più in generale della Multiutility, il sindacato dice di trovarsi “a pieno nelle dichiarazioni fatte dal nostro segretario generale della Cgil Toscana Rossano Rossi che ribadisce il concetto di monopolio naturale rispetto al quale sono legate rendite di posizione, invitando la politica a scegliere da che parte stare: da quella dei cittadini o da quella dei manager e dei fondi speculativi. Rossi individua anche modalità alternative per finanziare le holding pubbliche, citando l’esempio di hydrobond, obbligazioni attraverso le quali reperire le risorse per poter fare quegli investimenti necessari di cui la nostra regione ha tanto bisogno.

Inoltre, pone una questione che merita di essere citata perché altrettanto importante quanto il reperimento delle risorse economiche: quella del reinvestimento degli utili che devono essere interamente utilizzati per finanziare gli investimenti e non suddivisi come dividendi fra i comuni, altrimenti si commette un errore esiziale che rischia di vanificare l’accorpamento stesso dei servizi pubblici locali. Altrettanto esaustivo è stato l’intervento di Giuseppe Dentato della segreteria regionale della Filctem Cgil Toscana che ha ribadito che se di multiutility si deve parlare, essa non deve reperire le proprie risorse dalla quotazione in borsa ed in alternativa ha posto il tema, tutto da approfondire, di una azienda unica toscana che gestisca solo la risorsa idrica sotto il totale controllo pubblico. In questo senso si è espressa anche l’assessora regionale Monia Monni che si è dichiarata favorevole circa il difficoltoso processo di ripubblicizzazione di Acque e per la creazione di un’unica azienda regionale per la gestione dei servizi idrici in grado di abbattere le tariffe e sostenere quindi gli investimenti necessari all’ammodernamento delle infrastrutture e alla tutela della risorsa idrica, ponendo anche il tema della proroga della concessione di Publiacqua in modo da portare tutte le scadenze al 2031″. 

Su Acque, “Temiamo che questa incertezza prolungata possa compromettere i piani di investimento e sviluppo che hanno fatto di questa società un valore aggiunto in quanto ad efficienza, volume di investimento, professionalità di alto livello dei propri dipendenti, permettendo allo stesso tempo di garantire un servizio essenziale per la vita e lo sviluppo dei territori con livelli di servizio improntati per qualità ed efficienza. Per questo ci associamo a quanto dichiarato recentemente dalle Rsu di Acque in modo unitario e ribadiamo che la nostra azione è sempre stata portata avanti nell’interesse e per la tutela in primis di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, convinti del fatto che la ripubblicizzazione di Acque attraverso il riacquisto delle quote attualmente in mano ai privati e il successivo affidamento in house providing del servizio sia la scelta giusta per il futuro di quell’azienda.

Sentiamo altresì con forza la necessità di perseguire quell’aggregazione dei servizi pubblici essenziali quali acqua, energia e rifiuti di cui la nostra regione ha estremamente bisogno per cogliere quelle sfide future fatte di sviluppo e sostenibilità. E’ per questo che affermiamo che venga fatta chiarezza una volta per tutte e chiediamo che le Amministrazioni Pubbliche, le forze politiche ed istituzionali si impegnino fin da subito affinché venga tolta dallo statuto di Alia la possibilità della quotazione in borsa. Solo in questo modo si potrà lasciare libero ogni territorio di decidere in autonomia come gestire la risorsa idrica, e così anche il territorio pisano potrà avere un ruolo da protagonista nell’aggregazione dei servizi pubblici essenziali. In alternativa il rischio è quello di essere fagocitati in contenitori dove le nostre eccellenze di aziende come Acque e i lavoratori finirebbero per essere marginalizzati”. 

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