La pioggia primaverile fa respirare l’agricoltura, ma non basta

“Accelerare su piano laghetti ed invasi per aumentare la raccolta di acqua”

La pioggia di primavera è manna per grano ed orzo, mais, riso, girasole, erbe mediche e pascoli, Le precipitazioni di queste settimane, abbondanti in molte aree della regione, fanno respirare l’agricoltura, rivitalizzano i pascoli, riempiono fiumi ed invasi in vista dell’estate e tengono a distanza lo spettro della siccità costata, lo scorso anno, 260 milioni di euro di danni alle imprese.  Ma da sole non bastano: occorre accelerare sul piano di laghetti e invasi per aumentare la raccolta di acqua, passando dall’11 al 50%.

A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base di un monitoraggio tra le aziende agricole della regione. “È stato un inverno difficile con poca neve, sciolta rapidamente dal caldo che ci ha catapultato nel mese di maggio quando eravamo in realtà a dicembre, dove non sono mancate fioriture anticipate, gelate tardive e grandinate. Per fortuna le precipitazioni abbondanti e regolari dell’ultimo periodo hanno aiutato soprattutto le semine tardive a riprendersi anche se, in alcune aree del Sud della Toscana, lo sviluppo non è stato omogeneo a causa della prolungata mancanza di acqua e del caldo anomalo”, spiega  il presidente Fabrizio Filippi.

Se le probabilità di una nuova estate di passione e siccità sono, allo stato attuale, più lontane, questo non significa rallentare nell’attuazione delle misure di mitigazione degli effetti della crisi climatica a cui sono esposte le produzioni agricole. Mitigazioni che passano dalla lotta agli sprechi di acqua ad aumentare la raccolta di acqua piovana di cui oggi tratteniamo appena l’11% fino agli investimenti sull’agricoltura di precisione e all’incremento delle superfici irrigabili che in Toscana sono appena il 14%. “Dobbiamo arrivare a salvare il 50% dell’acqua che cade dal cielo per metterla a disposizione delle colture agricole ma anche della comunità realizzando infrastrutture per lo stoccaggio come previsto dal nostro piano nazionale laghetti che abbiamo presentato insieme ad Anbi nazionale – aggiunge  – E per raggiungere questo obiettivo dobbiamo accelerare sul progetto di recupero dei migliaia di piccoli invasi censiti che la burocrazia ha svuotato in questi anni e che possono rappresentare una ipoteca sul futuro della nostra agricoltura e dei territori. Un obiettivo a cui sta lavorando il tavolo regionale voluto dal governatore Giani di cui facciamo parte e la cabina di regia del Governo. Le aziende agricole, con il loro lavoro, garantiscono un contributo fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per il turismo e l’immagine della Toscana nel mondo”.