Super Tuscan e Brunello fanno impazzire la Russia

La guerra non ha frenato l’acquisto di vini italiani
La guerra in Ucraina non ha stoppato l’export di vini italiani in Russia. Parola di Edoardo Freddi che ogni anno vende più di 33 milioni di bottiglie in tutto il mondo.
“Si può dire che, al massimo, ne ha modificato i consumi a causa dell’inflazione crescente che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini russi. Ma soprattutto, poiché lo scorso autunno un folto gruppo di russi con capacità di spesa medio-alta ha abbandonato la propria nazione durante la guerra, i fine wine e super premium italiani hanno oggi meno clienti rispetto a qualche mese fa”.
L’export dei vini italiani in Russia si è dunque solo spostato verso una fascia di prezzo più bassa rispetto al periodo precedente alla guerra. “La reazione dei venditori in Russia a partire da febbraio 2022 è stata quella di concentrarsi sui vini entry level, – spiega Edoardo Freddi – sicuramente vini come i Super Tuscan, il Brunello, l’Amarone e il Barolo rimangono molto apprezzati dai russi, ma nell’ultimo periodo si stanno iniziando a scoprire vini italiani meno costosi come il Primitivo della Puglia, ma anche il Pinot Grigio, il Lambrusco, l’Asti, il Prosecco, il Chianti e il Montepulciano”.