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La spesa alimentare costa 64 milioni in più al mese

10 maggio 2023 | 19:15
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La spesa alimentare costa 64 milioni in più al mese

Salasso per le famiglie toscane nonostante il calo degli acquisti

I rincari dei beni alimentari mettono a “dieta” le famiglie toscane. Si acquista di meno (-4,7%) rispetto al primo trimestre dello scorso anno secondo l’Istat ma si spende di più (+7,7%) a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica e dall’inflazione. Considerando il tasso di inflazione nazionale del mese di aprile (8,3%) alle famiglie toscane fare la spesa oggi costa complessivamente 64 milioni di euro in più al mese.

E così molti prodotti di largo consumo come farina, pasta e burro diventano quasi un lusso. Primi segnali di rallentamento invece per i prezzi di ortaggi e frutta. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Toscana sulla base dell’Osservatorio Prezzi del ministero del Made in Italy.

“L’inversione di tendenza dei prezzi dei beni alimentari che noi tutti attendevamo non c’è ancora stata. Il costo di molti prodotti di largo consumo, indispensabili nelle cucine, continuano a crescere. Le misure attivate fino a qui per arginare l’inflazione non sembrano avere ancora attivato le leve giuste. Il dato nazionale di aprile conferma che c’è un rimbalzo negativo e questo significa nuovi rincari. – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Le ragioni di questo andamento non sono sempre così chiare e giustificate.  È necessaria una maggiore vigilanza ed applicare, laddove è previsto, la legge contro le pratiche sleali a tutela dei consumatori e delle imprese agricole che da questa situazione sono le più danneggiate. Gli agricoltori producono, gli altri guadagnano”.

Al primo posto tra i prodotti che hanno subito maggiori incrementi c’è l’olio di semi di girasole, sul cui prezzo influisce la crisi di approvvigionamenti con l’Ucraina, con un costo medio 3,32 euro (+93%). Un anno fa bastavano 1,72 euro. Al secondo posto c’è la farina di frumento (+58%) passata da 0,58 centesimi a 0,92 euro e al terzo la pasta (+52%) nonostante agli agricoltori, che producono la materia prima essenziale, il grano appunto, sia riconosciuto un prezzo inferiore al 30% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Al quarto posto troviamo il riso (+51%), diventato un alimento sempre più presente nella nostra dieta, al quinto il barattolo di yogurt da 125 grammi (+44%) mentre al sesto la passata di pomodoro (+39%). In settima posizione c’è il burro (+32%) seguito all’ottavo dal prosciutto cotto (+25%) e al nono dal petto di pollo (+24%). Chiudono la classifica, al decimo posto, i bastoncini di pesce surgelati (+23%). Al banco dell’ortofrutta la situazione va migliorando. Per acquistare un chilo di insalata lattuga si spende il 14% in meno, per i finocchi il 24% in meno ma anche per spinaci a foglia liscia (-1,3%), per i kiwi (-17%), per le pere kaiser (-15%) il cartellino è in discesa, mentre sono stabili quelli per fragole e mele golden.