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Bioraffineria di Livorno, tutte le perplessità di Legambiente

8 maggio 2023 | 15:00
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Bioraffineria di Livorno, tutte le perplessità di Legambiente

Dall’occupazione alla sostenibilità: tutte le osservazioni nella lettera inviata al ministero dell’Ambiente

Sei osservazioni messe nero su bianco e inviate al ministero dell’Ambiente sul progetto “Bioraffineria per la produzione di biofuel Eni spa Livorno”(500mila tonnellate annue a pieno regime) per il quale è in corso la Valutazione d’impatto ambientale (Via) di competenza statale. Le perplessità sull’operazione arrivano dal circolo cittadino di Legambiente insieme ai vertici regionali e nazionali.

“Il progetto presentato dalla multinazionale a controllo statale prende molto e offre poco al territorio locale, a partire dalle questioni occupazionali: a fronte di un investimento di 420 milioni di euro infatti, prevede 500 posti di lavoro in più nella fase di cantiere, ma non ne specifica per quella d’esercizio, prospettando un saldo occupazionale zero”.

Non va molto meglio per la sostenibilità ambientale. “Guardando alle emissioni, peggiorano seppur di poco per gli inquinanti CO e NH3 (+6%) e migliorano, altrettanto di poco, per SO2 (-12%), NOx e H2S (-5%) e polveri (-6,5%)”. E ancora, sottolinea Legambiente, nessun progresso sul fronte delle maleodoranze o della CO2 provenienti dalla raffineria. “Eni non specifica neanche di quanto si attende calino le emissioni di CO2 legate all’impiego dei suoi biocarburanti rispetto ai corrispettivi fossili, affermando solo che saranno ‘significativamente inferiori’; una lacuna che apre sospetti sulla reale capacità di garantire la tracciabilità delle cariche biogeniche in ingresso. Dal punto di vista climatico, ad esempio, è insostenibile la soluzione prospettata da Eni per ricavare l’idrogeno necessario alla bioraffineria, ovvero a partire da steam reforming di metano fossile: si investa piuttosto sull’idrogeno verde da fonti rinnovabili. Altra questione cruciale: da dove arriveranno le cariche biogeniche, necessarie ad alimentare la bioraffineria? In Italia si raccolgono circa 80mila tonnellate annue di oli alimentari esausti, dunque la maggior parte dei materiali da lavorare verranno importati”.

Legambiente poi si mostra preoccupata per i rifiuti la cui produzione aumenterà da 6.500 a 81.100 tonnellate annue, senza sapere la loro tipologia né le modalità di gestione.  Infine il “dove”: “La raffineria sorge in un’area a rischio di incidente rilevante, mentre su Livorno e Collesalvetti ricadono ben due siti d’interesse per le bonifiche: il Sir e il Sin, rispettivamente di competenza regionale e statale, con quest’ultimo ricadente per il 95% in area Eni. Perimetrato vent’anni fa, il Sin vede le bonifiche ancora ferme allo 0% sia per i terreni sia per la falda”. Da qui la richiesa alla multinazionale affinché si impegni, all’interno di un cronoprogramma da definirsi in collaborazione coi Comuni, Regione e Ministero a bonificare l’area Sin e a contribuire alla bonifica dell’area Sir.