
Vola l’export agroalimentare: superata la soglia dei tre miliardi di euro
Un 2022 da record per l’agroalimentare toscano, nonostante uno scenario internazionale tutt’altro che semplice. Per la prima volta l’export ha superato la soglia dei tre miliardi di euro (3,3 per l’esattezza), con una crescita dell’11,7% rispetto ai 12 mesi precedenti.
È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi al 2022. Il principale mercato, con 1,9 miliardi, resta l’Europa con la Germania primo paese con 494 milioni di euro (+14%), quindila Francia con 353 milioni di euro di prodotti commercializzati (+4%). Bene anche Svizzera con 140 milioni di euro (+5%), Paesi Bassi (+3,8%) con 115 milioni e Spagna con 75 milioni (+13,7%). Stabili le esportazioni in direzione del Regno Unito (+0,7%) post Brexit con 206 milioni.
Determinante per l’andamento positivo del Made in Tuscany è il mercato degli Stati Uniti il cui valore è aumentato, in appena un anno, del 20% passando da 689 a 827 milioni, così come quello del Canada (+23%) con 189 milioni di euro. In forte flessione sono invece le relazioni commerciali con la Cina che marcano un pesante – 23% per un valore complessivo di 41 milioni di euro ma anche con Russia ed Ucraina che ha causa del conflitto si sono fortemente ridimensionate con un crollo rispettivamente del 12,3% e del 52%.
“Per il nostro Made in Tuscany agroalimentare è un momento memorabile. Mai le nostre imprese agricole avevano esportato così tanto all’estero – commenta Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – Dal 2000 il valore delle esportazioni è cresciuto del 180% passando da poco più di un miliardo agli attuali 3,3 miliardi di euro. Un risultato che premia tutti gli attori delle filiere agricole che hanno puntato sulla qualità delle produzioni, sulla sostenibilità e sulla distintività”.
Il vino è il prodotto più esportato con oltre 1,2 miliardi di euro (+10,4%) seguito dall’olio con 855 milioni (+23,3%), poi la pasta con 89 (+25%) e frutta ed ortaggi (+7,4%). Un contributo sempre più determinante alla crescita verticale delle esportazioni nel mondo arriva dalle 89 produzioni a denominazione, tra Dop e Igp, che valgono complessivamente 1,361 miliardi.
“Ecco perché per tutelare i nostri primati è indispensabile puntare su etichettatura d’origine, trasparenza, tracciabilità – insiste Filippi – Elementi distintivi ed imprescindibili che impediscono che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di bassa qualità importati che non rispettano i rigidi standard nazionali”.