Crescono il valore della produzione e l’occupazione femminile, pesano i costi energetici nella Chimica

Il Gruppo Biokimica tra le 21 imprese del comparto che hanno presentato il bilancio di sostenibilità con i risultati del 2021

Pesano i costi energetici, nonostante abbiano autoprodotto quasi la metà dell’energia consumata. Cresce il valore della produzione generato dalle aziende che raggiunge i 3,1 miliardi di euro (+50% rispetto al 2020). Aumenta l’occupazione femminile, soprattutto in posizioni apicali. Le imprese del comparto chimico e petrolifero toscano di Confindustria Toscana, hanno presentato il bilancio di sostenibilità con i risultati del 2021.

Sono 21 le aziende toscane che hanno aderito volontariamente al bilancio (compreso il Gruppo Biokimica). Sono imprese ben strutturate che incidono sul dato manifatturiero per oltre il 6% in termini di fatturato e che producono e mantengono, all’interno del territorio di riferimento, gran parte della ricchezza economica generata. E sono imprese che hanno saputo reagire positivamente, dopo l’emergenza della pandemia, recuperando quote di mercato non solo rispetto al 2020 ma anche rispetto al 2019.

Nel 2021 l’energia elettrica autoprodotta e consumata dalle aziende del Comparto ha superato i 616 milioni di kWh, ovvero oltre il 41% del fabbisogno energetico totale. Ma nonostante questo, i costi energetici hanno gravato pesantemente sui bilanci in termini economici: nel 2021 le aziende del Comparto hanno sostenuto costi per quasi 315 milioni di euro per l’approvvigionamento energetico ed idrico (+114% rispetto al 2020). L’incidenza del costo dell’energia sul valore della produzione è variato dal 6,54% del 2020 al 9,69% nel 2021.

Il consumo energetico totale, delle imprese aderenti al Comparto, è stato nel 2021 pari a 1,4 miliardi di kWh di energia elettrica, in diminuzione del 20% circa rispetto al 2020 e di questo – ricordiamo – solo il 59% proveniente dall’acquisto di energia elettrica dalle reti elettriche nazionali o direttamente da alcuni produttori. Il settore è ancora tradizionalmente maschile ma sta registrando qualche segnale di inversione di tendenza: l’incidenza percentuale del genere femminile sul totale dei dipendenti è 11,8%. Ma la percentuale sale per le mansioni impiegatizie al 17,5% e ancora di più fra dirigenti e quadri oltre il 21%. E sale ancora di più fra i membri dei consigli di amministrazione, dove le donne rappresentano il 27% dei componenti.

“Mai come in questo momento – spiega Antonello De Lorenzo, portavoce del gruppo di lavoro del bilancio di sostenibilità 2021 – emerge l’importanza che la salute, la sicurezza e la tutela dell’ambiente siano obiettivi da salvaguardare, anche per confermare il valore sociale delle imprese come motori di sviluppo economico. Le aziende hanno investito oltre 90 milioni di euro (+12% rispetto al 2020), principalmente per il miglioramento della prevenzione della Salute e Sicurezza e per tecnologie green, come la riduzione degli sprechi di materie prime e l’implementazione di processi di circolarità delle risorse: il 76% dei rifiuti nel 2021 è stato infatti avviato a riciclo”.

Ben 10 aziende hanno raggiunto l’obiettivo Zero infortuni ma tutte le 21 imprese aderenti al Comparto continuano ad investire nella formazione e nello sviluppo del personale con l’impegno di sviluppare e promuovere la professionalità e la competenza di ciascun dipendente, attraverso programmi di formazione e di aggiornamento. Nel 2021, le aziende hanno infatti dedicato ai propri dipendenti 79.667 ore di formazione (+9,3% rispetto al 2020). Circa il 68% dei corsi di formazione erogati ha riguardato tematiche afferenti alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

“L’industria chimica è un comparto fondamentale per la nostra regione – sottolinea Stefano Luccisano, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana -, un settore che trasforma idee e scoperte in tecnologie e prodotti per la manifattura e per le nostre attività quotidiane e lo fa in modo sempre più sostenibile. E’ un’industria capace di grandi investimenti e collegata strettamente con innumerevoli filiere manifatturiere a cui trasferisce innovazione e competitività. La troviamo nel tessile, nella gomma e plastica, nella nautica, nella ceramica e anche nell’industria alimentare”.

L’industria chimica in Italia rappresenta il terzo produttore europeo con una quota pari al 10% con oltre 2.800 imprese e 3.300 insediamenti attivi sul territorio. E conta 111mila addetti altamente qualificati (178mila inclusa la farmaceutica) e 270mila complessivi considerando l’indotto. Valore della produzione è prossimo a 51miliardi di euro (85miliardi inclusa farmaceutica).

Per la realizzazione del bilancio di sostenibilità sono stati presi a riferimento i principi e le indicazioni delle Linee emesse dal “Global Reporting Initiative” (GRI). Per la sua realizzazione è stato attuato un processo di rendicontazione in tutte le aziende coinvolte con la costituzione di un gruppo di lavoro costituito dai rappresentanti delle 21 aziende partecipanti e di Confindustria Toscana tramite Confindustria Livorno – Massa Carrara, che ha incontrato lo scorso novembre gli stakeholder interessati.

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