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Toscana, nel 2021 calano del 17,3 per cento le richieste di credito presentate dalle imprese

1 febbraio 2022 | 11:45
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Toscana, nel 2021 calano del 17,3 per cento le richieste di credito presentate dalle imprese

I dati emersi dall’ultima edizione del barometro Crif

Calano del 17,3 per cento le richieste di credito presentate dalle imprese toscane anche se l’importo medio cresce e supera gli 83 mila euro. Sono questi i numeri del 2021 emersi dal barometro Crif sul credito alle aziende.

Nell’anno da poco concluso la graduale ripresa dell’economia nazionale ha infatti contribuito a modificare l’atteggiamento delle imprese rispetto al 2020, anno in cui la crisi di liquidità determinata dalla diffusione della pandemia e le misure straordinarie varate dalle istituzioni avevano stimolato le aziende a rivolgersi agli Istituti di credito in modo massiccio per importi più contenuti. A livello nazionale, il numero delle richieste di credito è diminuito del -14,5% ma il saldo complessivo resta comunque positivo rispetto ai livelli pre-pandemia (+5,9% il confronto con il 2019). Entrando nel dettaglio, le imprese individuali nel 2021 hanno fatto segnare una contrazione delle richieste del -25,3% contro il -7,5% delle società di capitali.

Va però segnalato il contemporaneo aumento dell’importo medio richiesto, che nell’ultimo anno si è attestato a 105109 euro (+29,36% rispetto agli 81256 euro del 2020) nell’aggregato di società di capitali e ditte individuali. Per le società di capitali il valore mediamente richiesto è risultato pari a 139846 euro (+24% rispetto al 2020) a fronte dei 38464 euro delle imprese individuali (+27,3%). Questi i numeri dell’ultima edizione del barometro Crif sul credito alle imprese, basato sul patrimonio informativo di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif.

“L’analisi dell’andamento delle richieste di credito presentate dalle imprese nel corso del 2021 ha visto un progressivo riallineamento sui livelli precovid – commenta Maurizio Liuti, direttore corporate communication di Crif -. Nello specifico, dopo un 2020 in cui le imprese avevano fortemente accentuato la richiesta di finanziamenti per raccogliere le risorse necessarie a compensare il drammatico crollo dei flussi di cassa, avvalendosi anche delle garanzie dello Stato, negli ultimi trimestri la situazione è andata via via normalizzandosi”.

La situazione in Toscana

Per quanto riguarda la Toscana, dallo studio Crif emerge come nell’anno appena concluso la dinamica risulti in calo, superiore rispetto al trend nazionale, con una variazione del numero di finanziamenti richiesti del -17,3% rispetto all’anno precedente. A livello provinciale, come al livello regionale, le richieste hanno registrato una diminuzione generalizzata, con una flessione meno accentuata a Lucca, Grosseto e Livorno, rispettivamente pari a -10,0%, -11,0% e -13,8%, seguite da Prato, con -15,0%. Chiudono la classifica regionale le provincie di Siena (-19,9%) e Firenze (-21,1%).

Per quanto riguarda l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese, invece, con 83696 euro la Toscana si colloca al di sotto della media nazionale (105109 euro). Questo potrebbe essere determinato sia da una minore tensione delle imprese sul fronte della liquidità, sia dalla tendenza a richiedere importi più contenuti, sia dalla maggiore incidenza di richieste da parte di aziende di piccola e piccolissima dimensione. Il valore più elevato si registra a Pisa, con 111309 euro mediamente richiesti, seguita da Lucca, con 90604 euro, Livorno, con 89320 uro, e da Prato con 80596 euro. Tra le province toscane, Firenze, con 80583 euro mediamente richiesti, scivola al 43esimo posto assoluto nel ranking nazionale.

“Sul fronte dell’erogato, nell’ultimo anno gli istituti di credito hanno goduto di una rischiosità del comparto business fortemente attutita dalle misure straordinarie varate dal governo, in primis le moratorie che hanno consentito di sospendere il rimborso delle rate dei finanziamenti in corso dando ossigeno alle imprese maggiormente in difficoltà – conclude Liuti -. Per l’anno corrente l’implementazione del Pnrr contribuirà a determinare il consolidamento di uno scenario congiunturale favorevole, di cui le imprese potranno beneficiare per rilanciare anche i propri programmi di investimenti”.