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“Manca manodopera specializzata”, Open Fiber spiega il ritardo della banda ultra larga

17 dicembre 2021 | 16:30
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“Manca manodopera specializzata”, Open Fiber spiega il ritardo della banda ultra larga

Lavori nell’80% dei Comuni da chiudere entro 2022. La Regione ha incontrato l’azienda e promosso un questionario per mappare le aree scoperte da segnale

Un incontro con concessionario e stazione appaltante per velocizzare il più possibile i lavori di realizzazione della rete a banda ultra larga (Bul), rispettando i tempi di completamento concordati, nelle cosiddette “aree a fallimento di mercato“, cioè poco appetibili per i gestori in quanto con un numero ridotto di potenziali utenti. E’ quello che l’assessore regionale all’innovazione digitale Stefano Ciuoffo ha svolto con i rappresentanti del concessionario Open Fiber e della stazione appaltante pubblica Infratel, controllata dal Ministero dello sviluppo economico.

La Regione Toscana ha l’obiettivo di realizzare una rete pubblica in grado di offrire servizi di connettività ad alta velocità per 770mila cittadini residenti e lo ha fatto con un investimento di circa 160 milioni di euro con due procedure di gara finanziate negli anni con fondi comunitari Fesr e Feasr. La riunione è stata convocata per fare il punto sullo stato dei lavori del progetto “Banda ultra larga nelle aree a fallimento di mercato” e per affrontare le criticità che, nel corso di questo anno, si sono verificate e ripetutamente, nella realizzazione dei lavori di posa della fibra ottica.

“In seguito a continue segnalazioni da parte dei sindaci dei piccoli e medi Comuni toscani – spiega l’assessore Ciuoffo –, abbiamo ritenuto doveroso e non più procrastinabile incontrare i nuovi vertici nazionali e regionali di Open Fiber, insieme alla stazione appaltante Infratel, visto che carenze di manodopera stanno rallentando i cantieri per la posa della fibra, con il rischio concreto che la fine dei lavori slitti al 2023”.

Il quadro prospettato dalla società aggiudicataria dell’appalto ha mostrato infatti alcuni elementi di criticità, dovuti principalmente all’assenza di manodopera specializzata e formata per la stesa della fibra. Questo elemento comporterà ritardi nella conclusione e nell’avvio dei lavori previsti, amplificando così l’attesa tra la definizione della progettazione esecutiva e il completamento dell’infrastruttura per la successiva commercializzazione dei servizi. “Abbiamo chiesto ad Open Fiber – conclude l’assessore – massima attenzione e priorità per i Comuni che ancora oggi si trovano in una fase di transizione ed incertezza. La società si è impegnata ad accelerare e a dare maggiore priorità al nostro territorio. Questa situazione non può ricadere sui cittadini e sui Comuni. Serve un impegno corale da parte della società aggiudicataria e della stazione appaltante affinché vi sia massima attenzione e rispetto delle scadenze. Abbiamo quindi costituito una cabina di regia che si riunirà con cadenza trimestrale per fare il punto e monitorare gli stati di avanzamento”.

La Regione Toscana segnalerà in modo formale ad Infratel i rischi di mancate opportunità di sviluppo per il territorio e quelli legati ai fondi europei, che derivano da questo ulteriore ritardo e ha intenzione di portare questa tematica nuovamente all’attenzione della Commissione Agenda Digitale della Conferenza delle Regioni. Secondo il piano prospettato da Open Fiber, l’80% dei Comuni coinvolti dal progetto “Bul aree bianche” vedrà i lavori conclusi entro il 2022, prevedendone il completamento nei primi mesi dell’anno successivo.

Intanto la Regione ha deciso di avviare una puntuale ricognizione di queste aree, per meglio programmare gli interventi necessari a colmare questo divario tra aree servite e non servite. Così, in collaborazione con Anci Toscana ha promosso, fino al prossimo 31 gennaio, una mappatura che interesserà tutti i Comuni toscani. “Riteniamo questo tipo di infrastrutturazione – spiega l’assessore regionale Ciuoffo – fondamentali per lavorare, studiare e per ogni altro aspetto della quotidianità. Il questionario che rivolgiamo ai Comuni non chiede soltanto quali sono le aree prive di segnale, ma anche quali sono quelle già servite via cavo, in fibra o wireless Fwa ma con un servizio inadeguato per affidabilità o prestazioni. Alle amministrazioni chiediamo anche di indicare l’operatore che fornisce servizi non ottimali”.

Così fino al 31 gennaio le Amministrazioni comunali potranno segnalare tramite un sistema georeferenziato messo a punto dalla Direzione regionale sistemi informativi e innovazione, le aree in cui è assente o debole la copertura per telefonia mobile e quelle dove sono assenti o inadeguati i servizi di collegamento in banda larga per connettersi a internet. “Questa indagine – conclude l’assessore Ciuoffo – rientra nelle nostre iniziative per il superamento del digital divide. Il nostro è un tentativo di sondare sotto più punti di vista le casistiche del territorio sull’assenza e l’inadeguatezza delle connessioni. È già previsto che Ministero e Infratel facciano per proprio conto richiesta agli operatori telefonici su quali aree intenderanno investire nei prossimi 3 anni. Tuttavia noi, insieme a Anci, intendiamo aggiungere a quanto diranno gli operatori telefonici la voce dei territori. Indicheremo quindi quali siano le urgenze anche in zone grigie o nere nelle quali ancora a tutt’oggi non sono partiti i lavori. I cittadini possono dunque far presente al sindaco del proprio territorio la propria situazione che verrà poi incanalata e catalogata in modo uniforme dalla Regione”.