Virus sinciziale, 20 casi nell’Asl Toscana nord ovest: 4 bimbi ricoverati al Versilia. Il primario Gagliardi: “Numeri alti rispetto agli scorsi anni”

Il direttore di pediatria: “Distanziamento dai piccoli, mascherina e lavarsi le mani spesso”. Quanto al Covid: “Le conseguenze a lungo termine possono coinvolgere testicoli, ovaie e sistema endocrinologo”
Virus sinciziale: sono 20 i bambini ricoverati nei reparti pediatrici degli ospedale dell’Asl Toscana nord ovest. Quattro sono al Versilia, gli altri nei nosocomi di Massa, Lucca, Pontedera, Cecina e Livorno. Un piccolo che sarebbe dovuto essere ricoverato al Lotti, per mancanza di posti letto, è stato trasferito all’ospedale di Empoli.
A confermarlo alla nostra redazione è il primario di pediatria dell’ospedale Versilia, dottor Luigi Gagliardi.
“All’apparenza non sono numeri cosi alti come quelli dei ricoveri all’ospedale Meyer di Firenze (130 nel mese di novembre) – precisa Gagliardi -, ma stiamo parlando solo dei casi presenti oggi, e sono numeri molto più alti degli anni precedenti”.
“Nessuno dei piccoli è intubato -spiega il primario -, ma alcuni sono sotto terapia di ossigeno”.
“Il virus respiratorio sinciziale, come noto, è molto aggressivo, soprattutto nei più piccoli e nel primo anno di età – prosegue Gagliardi -, il suo andamento è stagionale, gli altri anni si presentavano casi da gennaio in poi. Nel 2020 non ci sono stati casi, e quest’anno è iniziato a circolare prima e in maniera esplosiva”.
“In molti bambini il virus sinciziale si manifesta anche con un semplice raffreddore – prosegue il dottor Luigi Gagliardi – ma in altri casi, soprattutto nei prematuri, il virus può provocare gravi condizioni tali da dover ricoverare anche in terapia intensiva”.
Come difendersi, visto che non esiste un vaccino?
“Le stesse regole che usiamo per il Covid: distanziamento dai piccoli anche se gli adulti hanno un semplice raffreddore – spiega il primario del Versilia – e soprattutto usare la mascherina e disinfettarsi le mani prima di toccare il bimbo, dargli un biberon o asciugargli il naso”.
Quanto al Covid, nei bambini tra 0 e 11 anni, fascia di età per la quale ancora non è stata approvata la vaccinazione, il primario di pediatria dell’ospedale Versilia mette in guardia:“I piccoli sono molto a rischio di contagio, sono ormai in assoluto una delle fasce di età più colpite dall’infezione, e le conseguenze dell’infezione, nel lungo termine, possono riguardare non solo i polmoni e il cervello, ma anche i reni, i testicoli e le ovaie e il sistema endocrinologo. Per questo aspettiamo l’approvazione del vaccino per i piccoli dai 5 agli 11 anni”.