Santa Fiora, l’ex hotel Pratuccio diventerà un polo funzionale a start up e coworking

25 settembre 2021 | 14:07
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Santa Fiora, l’ex hotel Pratuccio diventerà un polo funzionale a start up e coworking

Il sindaco Balocchi: “Un luogo bello dove lavorare a bassi costi, con spazi accoglienti ed attrezzati per favorire lo scambio sociale e la condivisione di saperi”

Costruire un paese all’avanguardia dal punto di vista tecnologico ed attrattivo per giovani e imprese, creare nuove opportunità di impiego qualificato per i ragazzi del territorio contrastando lo spopolamento e favorendo lo sviluppo, attrarre a Santa Fiora lavoratori digitali ed imprese ad alto contenuto tecnologico grazie alla presenza di una struttura innovativa e della fibra, che garantisce connessioni internet alla massima velocità. Sono questi gli obiettivi dell’operazione Smart Village in partenza a a Santa Fiora nel grossetano, in continuazione della positiva esperienza dello Smart working village. Il passo fondamentale per realizzare il progetto è trasformare l’ex albergo Pratuccio di Bagnolo immerso nel verde che un tempo ospitava 52 camere, in un polo funzionale al lavoro con spazi moderni e luminosi dedicati alle start up e ad esperienze di coworking.

Un modo per riqualificare l’area anche dal punto di vista urbanistico, recuperando uno stabile in stato di abbandono ed operando una ricucitura urbanistica della frazione di Bagnolo. Il sindaco Federico Balocchi ha firmato in questi giorni il contratto di acquisto del complesso alberghiero hotel Pratuccio di Bagnolo da parte del comune di Santa Fiora, un atto deliberato dal consiglio comunale all’unanimità, segno di una generale condivisione sulla strategia. I consiglieri hanno anche avuto un primo confronto sul progetto durante cui l’amministrazione comunale si è impegnata a tener conto dei rilievi e suggerimenti della minoranza.

”Contiamo di dare vita ad una delle azioni più importanti per il futuro di Santa Fiora – spiega il sindaco Federico Balocchi – Vogliamo rendere il nostro paese e l’Amiata attrattivo per i giovani, un polo di riferimento per coloro che cercano impieghi qualificati vivendo in una realtà dinamica ma vivibile. Metteremo a disposizione delle nuove generazioni un luogo adeguato dove poter costruire il loro percorso professionale. In un mondo in cui la realtà del lavoro a distanza avrà sempre più spazio e i lavoratori del nuovo millennio sono ormai definiti nomadi digitali, vogliamo dotare Santa Fiora di una struttura in grado di svolgere un ruolo di hub mettendo insieme start up innovative e spazi di coworking, che sia incubatore d’imprese di nuova generazione e che possa ospitare quelle aziende che decidono di delocalizzare sull’Amiata”

”Per realizzare l’intero intervento – prosegue il sindaco Federico Balocchi – tra acquisto dello stabile e lavori di ristrutturazione e ampliamento è stato stimato un investimento importante pari a quasi 2 milioni di euro. Per l’acquisto abbiamo speso 194mila 500 euro che derivano dalla vendita delle ex scuole elementari di Bagnolo. Manteniamo così l’impegno di reinvestire quei soldi a Bagnolo in una struttura più utile per la popolazione. Peraltro buona parte di queste risorse vengono trattenute nelle case comunali a copertura di crediti tributari. Il primo lotto del progetto sfiora 1 milione e 800mila euro che contiamo di coprire con la partecipazione ad un bando regionale per 800mila euro a cui si aggiungono 400mila euro del conto termico e circa 500mila da bilancio comunale oltre ai 150mila euro di iva che recupereremo. Il progetto Smart village – afferma il sindaco – con le migliaia di messaggi ricevuti da lavoratori e imprese di tutto il mondo dimostra che c’è interesse verso questo tipo di offerta. La nuova frontiera che intende aprire Santa Fiora è quindi quella di offrire alle imprese un luogo bello dove lavorare a bassi costi. Ed alle persone l’opportunità di lavorare a distanza dalle grandi città in una bella località di montagna con ottimi servizi e la possibilità di avere comunque a disposizione spazi di lavoro accoglienti ed attrezzati che favoriscano lo scambio sociale e la condivisione di saperi. Il Pratuccio sarà pertanto il luogo fisico dove attivare questo processo sinergico tra imprese del territorio e nuove energie provenienti da fuori una struttura pensata come centro pulsante dell’innovazione che consenta di creare una rete fra i comuni dell’Amiata e quindi di trasformare il progetto Santa fiora smart village in Amiata smart mountain”.

“Voglio ringraziare di cuore – conclude Balocchi – l’ex proprietà del complesso che ha condiviso il progetto di rigenerazione dell’hotel Pratuccio, la società Sorgenia che ha realizzato la progettazione mettendola a disposizione del comune, nonché tutti i dipendenti comunali i quali hanno compreso la rilevanza storica di questa operazione e si sono messi a completa disposizione, ciascuno per le proprie competenze, perché tutto fosse concluso al meglio. È questa una grande soddisfazione per l’amministrazione e per il sindaco, vedere una comunanza di intenti che ci ha consentito in due mesi di definire le procedure per l’acquisto ed approvare il progetto definitivo: un’operazione a tempo di record”.

Come sarà riqualificato il Pratuccio. Per realizzare questo moderno hub che si svilupperà intorno al bellissimo parco l’ex albergo verrà ripensato demolendo la copertura ed il piano terzo dell’immobile di fronte al mulino strutturalmente compromessi. L’immobile principale lungo via della chiesa in una prima fase non sarà ristrutturato lo sarà con il secondo lotto quando sarà demolita anche quella che era la sala da ballo. Ci saranno parcheggi ad uso dei cittadini e della struttura oltre ad un passaggio che consentirà di collegare la zona del circolino con quella del mulino. Per quanto riguarda l’immobile che sarà per primo ristrutturato lungo la provinciale al piano terra sarà installata un’attività di ristoro capace di soddisfare le richieste di chi lavora nell’edificio e dei cittadini in modo che possano usufruire della zona pubblica. Il primo piano diventerà un grande open space una superficie flessibile capace di accogliere diverse disposizioni lavorative. L’abbassamento dell’edificio consentirà di ritrovare le proporzioni originarie che erano andate perdute negli anni settanta con la costruzione del terzo piano permettendo la vista del parco dalla strada provinciale. Un altro edificio cerniera di 36 metri quadrati a piano collegherà la struttura esistente con una nuova costruzione protesa verso il parco dove sarà l’ingresso principale ricalcando l’impianto della vecchia falegnameria. Il nuovo edificio in cemento armato e vetro grazie al gioco complesso di trasparenze consentirà di godere appieno della vista privilegiata del parco. Al suo interno ampie superfici libere verranno messe a disposizione dei futuri utenti.