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In Toscana il settore moda è il comparto più colpito dalla crisi: esportazioni in calo del 27%

6 aprile 2021 | 13:23
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In Toscana il settore moda è il comparto più colpito dalla crisi: esportazioni in calo del 27%

Secondo il monitor dei Distretti della Toscana seguono il sistema casa, il settore meccanico. In positivo cartario, agroalimentare e beni intermedi

Nel 2020 le esportazioni distrettuali toscane sono state pari a 16,2 miliardi di euro, con un calo rispetto all’anno precedente di meno 4,3 miliardi di euro (meno 20,9 per cento): a pesare in particolare la flessione subita nel secondo trimestre ( meno 48,7 per cento) al quale è seguito un rimbalzo nella seconda parte dell’anno con una variazione che si è attestata al meno 8,7 per cento nel terzo trimestre e al  meno 8,5 per centro nel quarto trimestre.

È quanto emerge dal nuovo monitor dei distretti della Toscana, realizzato dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Il rapporto spiega che nonostante il rimbalzo nella seconda metà dell’anno, il Sistema moda risulta il comparto maggiormente colpito dalla crisi in corso, con un calo delle esportazioni del meno 27 per cento, seguito dai distretti del Sistema casa (meno 22 per cento) e dalla Meccanica (meno 13 per cento). In positivo i beni intermedi (più 1 per cento) e l’agroalimentare (più 3 per cento).

Tra i 20 distretti tradizionali monitorati, sono cinque quelli che hanno realizzato una crescita sui mercati internazionali: l’olio toscano – che ha saputo cogliere la tenuta della filiera- e il florovivaistico di Pistoia che, dopo le difficoltà del primo semestre, ha più che recuperato nella seconda parte dell’anno; il distretto del cartario di Lucca che, grazie alla specializzazione nei prodotti tissue, ha risposto alla maggior domanda attivata dalla pandemia; i due distretti aretini del sistema moda – ovvero il distretto del Tessile e abbigliamento e quello della Pelletteria e calzature di Arezzo – che, trainati dalla crescita delle vendite in Cina, hanno incrementato il valore delle esportazioni rispetto al 2019.

Complessivamente, proprio le esportazioni verso mercato cinese segnano un importante recupero nella seconda parte dell’anno, con un più 83 per cento nel secondo semestre a fronte di un calo del meno 27 per cento nei primi sei mesi del 2020. Alcuni distretti del sistema moda hanno saputo cogliere la ripresa del mercato asiatico: la Pelletteria e calzature di Firenze (più 23% nel 2020) e i distretti di Arezzo della Pelletteria e calzature e del Tessile e abbigliamento che, complessivamente, hanno incrementato le esportazioni di circa 200 milioni, frutto anche del potenziamento di strutture logistiche da parte di uno dei principali operatori.

Positivo il rimbalzo anche delle esportazioni verso la Germania che hanno mostrato tassi di crescita nel terzo e quarto trimestre, grazie ai buoni risultati della Camperistica della Val d’Elsa (più 11 per cento nel 2020) e del Cartario di Lucca (più 11 per cento nel 2020).

Il mercato di destinazione delle esportazioni distrettuali che ha risentito maggiormente della crisi in corso è la Svizzera (meno 35 per cento): questo andamento è spiegato principalmente dai distretti della pelletteria e calzature di Firenze (meno 37 per cento) e dall’abbigliamento di Empoli (meno 34 per cento) che da soli rappresentano più del 90 per cento delle esportazioni verso la Svizzera e che avevano alimentato un’importante crescita di vendite verso il mercato elvetico fino al 2019, quando avevano raggiunto il punto di massimo dell’ultimo decennio.

Diversi i fenomeni hanno causato la netta diminuzione delle esportazioni del sistema moda: la sospensione delle attività nei mesi di marzo e aprile, le restrizioni ancora presenti e diffuse nel panorama internazionale nella distribuzione, la revisione dei consumi a scapito dei beni voluttuari, le limitazioni agli spostamenti e la mancata attivazione della filiera turistica. Tra i diversi settori, la concia e pelletteria risulta il comparto maggiormente colpito in termini di calo delle esportazioni (-31%).

Il distretto dell’oreficeria di Arezzo ha evidenziato un calo del meno 29 per cento, anche se nel confronto con la media dei distretti orafi italiani mostra una contrazione più contenuta (-33% per la media italiana),
mostrando segnali incoraggianti nella seconda parte dell’anno, grazie in particolare all’andamento delle esportazioni verso gli Stati Uniti che hanno registrato una forte crescita ( più 39 per cento nel quarto trimestre).

I distretti della filiera agro-alimentare hanno chiuso il 2020 con una crescita delle esportazioni di 48 milioni di euro, segnando un più 3,1 per cento. Il contributo principale è riconducibile al distretto dell’Olio toscano (più 12 per cento) che ha saputo rafforzare la presenza nel mercato americano e che esprime buone aspettative anche per la raccolta 2020 sia in termini di quantità che di qualità. Il distretto del Florovivaismo di Pistoia – dopo un primo semestre di difficoltà legate alle chiusure delle attività avvenute proprio in corrispondenza di una fase di maggiore stagionalità come quella primaverile – ha saputo recuperare nella seconda parte dell’anno e ha chiuso il 2020 con un incremento nelle esportazioni del più 5,1 per cento, maturato nei principali mercati e soprattutto verso i Paesi Bassi (più 31,7 per cento).

Leggero calo, invece, nel distretto dei vini dei colli fiorentini e senesi (meno 4,8 per cento) che hanno sofferto soprattutto nelle esportazioni verso gli Stati Uniti (meno 15,2 per cento); è opportuno notare però che il 2019 era stato un anno particolarmente positivo, nel quale le esportazioni avevano superato i 700 milioni di euro e avevano raggiunto il livello massimo negli ultimi dieci anni.

Una possibile spinta ai distretti toscani specializzati nei mezzi di trasporto può essere derivata dalla ricerca di vacanze ‘sicure’ dal punto di vista del contagio; questa tendenza può aver sostenuto in particolare il distretto della Camperistica della Vald’Elsa che nella seconda parte dell’anno ha mostrato una ripresa delle esportazioni, cresciute del 21 per cento a fronte di un incremento nel 2020 delle immatricolazioni di camper e roulotte in Europa che è stato pari all’11,6 per cento.

Il distretto della Nautica di Viareggio, maggiormente legato a una programmazione pluriennale e a lavorazioni su commessa, ha realizzato nel 2020 702 milioni di euro di esportazioni, con un calo rispetto all’anno precedente del meno 5,6 per cento.

Il distretto del cartario di Lucca, grazie alla sua specializzazione nel segmento tissue, si conferma una delle realtà più resilienti e riesce a incrementare il valore delle esportazioni dell’anno precedente di circa 10 milioni di euro (più 1 per cento). Le crescite principali si sono registrate verso Germania, Regno Unito e Stati Uniti.

È proseguito il rimbalzo delle esportazioni del distretto del marmo di Carrara, anche se persiste nel quarto trimestre un calo rispetto al corrispondente periodo del 2019 (meno 8 per cento): la componente lavorata ha mostrato la contrazione più contenuta, con un calo del meno 16 per cento rispetto al marmo grezzo; quest’ultimo ha subito una perdita del meno 32 per cento maturata soprattutto verso la Cina. Il distretto del mobile imbottito di Quarrata ha evidenziato un calo delle esportazioni del meno 16 per cento, attenuato solo in parte nel terzo trimestre, che aveva mostrato una crescita del più 18 per cento.

La forte incertezza ancora presente nei mercati internazionali sta influenzando le scelte di investimento, aspetto che si riflette anche nelle esportazioni dei distretti della meccanica che chiudono entrambi il 2020 con un calo: le Macchine per l’industria cartaria di Lucca hanno realizzato 539 milioni di euro di esportazioni con un calo del meno 10 per cento, mentre per le macchine per l’industria tessile di Prato la contrazione è stata più severa e si è attestata al meno 30 per cento, condizionata anche dall’inserimento in una filiera come quella del Sistema moda maggiormente colpita dalla crisi in corso.

Importanti i risultati raggiunti dai Poli della farmaceutica e del biomedicale toscani: le esportazioni nel 2020 sono state pari a 3,7 miliardi di euro con una crescita di oltre 760 milioni di euro (+26%), trainate dal Polo farmaceutico toscano, che rappresenta il 94 per cento delle esportazioni e che ha mostrato una crescita rilevante nelle vendite verso la Francia e la Polonia.

Nonostante la persistenza di forti elementi di incertezza, con l’implementazione della campagna vaccinale è previsto un graduale ritorno alla normalità, con una ripresa più stabile a partire dal terzo trimestre 2021. Una spinta rilevante potrà arrivare proprio dai mercati internazionali: quest’anno il commercio mondiale dovrebbe crescere del 12,4 per cento, dopo il meno 9,4 per cento del 2020. Asia e Stati Uniti saranno trainanti, ma opportunità di crescita proverranno da tutte le principali economie mondiali, tutte attese mostrare un rimbalzo significativo.

“Nel 2021 i distretti toscani potranno svolgere un ruolo centrale per l’economia della regione, grazie all’elevata qualità dei prodotti e alla capacità di relazionarsi con i partner internazionali – spiega Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo – Abbiamo appena lanciato il programma Motore Italia con cui mettiamo a disposizione oltre 4 miliardi di euro di nuovo credito per le imprese toscane, offrendo sostegno finanziario per il capitale circolante, per programmi di crescita, per investimenti a favore della transizione 4.0 e della digitalizzazione, oltre a supportarne i progetti di sostenibilità e circular economy. Ci siamo inoltre dotati di una struttura specialistica per la finanza straordinaria delle Pmi, accompagnandole nel percorso di crescita”, conclude.