Piano lavoro sicuro a Prato, il Comune chiede alla Regione di sperimentare nuove pratiche innovative

Vertenza Texprint, nulla di fatto. Ma l’assessore Mangani sbotta: “Con l’azienda nessun atto formale dai sindacati di base”
Lotta allo sfruttamento lavorativo, prosegue il confronto fra il Comune di Prato e la Regione Toscana.
Dopo il rinnovo del piano lavoro sicuro da parte della Regione Toscana, gli assessori Flora Leoni e Simone Mangani hanno incontrato i tre assessorati regionali coinvolti dal progetto, ovvero quello alla salute (Simone Bezzini), quello alla legalità (Stefano Ciuoffo) e quello al sociale (Serena Spinelli). Un tavolo di lavoro a cui sono stati presenti anche Renzo Berti e Luigi Mauro dell’Asl Toscana Centro. L’incontro è stato finalizzato ad affrontare nel migliore dei modi la cosiddetta fase 4, nonché ad individuare di concerto le politiche migliori frutto delle esperienze sul campo in tema di lotta allo sfruttamento lavorativo.

Il Comune di Prato, realtà pilota del lavoro di squadra con tutti gli altri soggetti del territorio – a partire dalla procura della Repubblica – ha manifestato da un lato la necessità di semplificare il numero e il tipo degli accordi che a vario titolo i diversi soggetti hanno sottoscritto dal 2014 ad oggi, e dall’altro ha esplicitato la disponibilità e la volontà di essere sperimentatore di ulteriori pratiche innovative che potrebbero prendere le mosse dal lavoro fatto in queste ultime settimane sul caso della Confezione Giulio.
“Dopo l’inchiesta della procura di Prato – commenta l’assessore Simone Mangani – abbiamo messo in piedi un’équipe composta dai funzionari del Comune, Itl, Inps, Asl, università di Firenze – Altro diritto e con questa équipe abbiamo incontrato, uno per uno, tutti i lavoratori della stessa Confezione Giulio e a questi abbiamo prospettato le possibilità offerte dalla legge e dalle politiche regionali e locali”.
Nel corso dell’incontro inoltre è stato fatto il punto sull’operatività dei controlli nella cosiddetta fase 4. “L’attività continua anche in questo contesto reso più difficile dalla pandemia – commenta l’assessore Leoni – con la Regione condividiamo l’apertura del piano lavoro sicuro ad altre categorie di impresa, non solo a quelle delle confezioni e dei pronto-moda. La partecipazione a pieno titolo della polizia municipale non mancherà, anche grazie al cofinanziamento regionale, neppure in questa fase in cui l’attività sarà meno a tappeto e più mirata ed articolata”.
Nel corso dell’incontro, l’assessore Mangani ha anche informato i partecipanti della chiusura, ad oggi, dell’unità di crisi Texprint, voluta da Regione Toscana e coordinata dal consigliere del presidente Valerio Fabiani: nessun accordo raggiunto tra datori di lavoro e i sindacati di base.
All’attacco di questi ultimi, che hanno accusato le istituzioni risponde lo stesso assessore Mangani: “Martedì della scorsa settimana, al presidio in piazza Duomo sotto la sede di Regione Toscana, ho personalmente detto ai lavoratori presenti di venire in via Roma 101, allo sportello anti-sfruttamento del Comune di Prato. Il Comune è parte di una rete istituzionale molto ampia e oggi mi sento di rinnovare l’invito anche perché vorremmo capire definitivamente se è vero quello che è emerso in sede di unità di crisi della Regione Toscana, ovvero che non c’è un solo atto formale da parte dei Sì Cobas nei confronti dell’azienda“.
“Invitiamo Texprint a rendere pubblico quanto affermato in quella sede – conclude – perché se l’azienda non mente su questo specifico punto vuole dire che sono passati due mesi di proteste senza alcun atto concreto. Ai lavoratori diciamo e continueremo a dire, anche tramite tutti i nostri canali social, fidatevi della legge e delle istituzioni. All’azienda, invece, diciamo di non chiudere la porta ai lavoratori”.
“Stiamo seguendo con preoccupazione ciò che sta accadendo alla Texprint Srl di Prato e ribadiamo la nostra disponibilità ad intervenire nuovamente, secondo le nostre competenze, per promuovere la riapertura di un confronto tra le parti qualora maturino le condizioni”. Così il consigliere Valerio Fabiani, dopo la chiamata in causa dal sindacato SI Cobas riguardo alla situazione di Texprint. Fabiani ha spiegato di essersi attivato con l’ispettorato del lavoro e con il protocollo della Regione Toscana Lavoro sicuro per verificare il rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro dei dipendenti.
Fabiani ha sottolineato che, pur non trattandosi di una vera e propria crisi aziendale, data la richiesta di intervento pervenuta dal sindacato SI Cobas, la struttura regionale deputata alla gestione delle crisi aziendali ha comunque ritenuto di provare a trovare una mediazione, nell’interesse di tutti. “Abbiamo perciò convocato separatamente le parti – ha aggiunto -, a cominciare dal sindacato SI Cobas, che ha riferito le ragioni della mobilitazione, che stanno ancora portando avanti, e le proposte rivolte all’azienda. Se su quest’ultime il ruolo della Regione non può che essere teso a facilitare un negoziato fra le parti, abbiamo invece ritenuto di intervenire subito per fare chiarezza, a fronte delle denunce del sindacato stesso, circa la regolarità dei rapporti di lavoro, la sicurezza sul luogo di lavoro ed il rispetto del contratto collettivo nazionale applicato”.
Al termine dell’incontro con la rappresentanza di SI Cobas Fabiani si è formalmente attivato con l’ispettorato del lavoro e cin il protocollo della Regione Toscana Lavoro sicuro con lo scopo di verificare le condizioni di lavoro dei dipendenti. “Su questo punto dobbiamo essere intransigenti perché i temi legati alla sicurezza e alla legalità sui luoghi di lavoro e ai diritti dei lavoratori sono principi irrinunciabili”. Fabiani ha concluso con un appello alle parti protagoniste del negoziato che oggi vive una fase di stallo. “In attesa delle verifiche degli organi competenti rivolgiamo di nuovo un appello alle parti affinché maturino le condizioni, finora mancate, per riaprire un confronto. Su questo ribadiamo la nostra disponibilità in sede del tavolo istituzionale”.