Covid19, la rete del tissue: “Urgente vaccinare il personale”

Le imprese lanciano un appello: “Indispensabile garantire la sicurezza dei trasfertisti”
Un appello, urgente. È la rete Tissue Italy, il network di dodici aziende, leader mondiali del settore della carta, che porta all’attenzione la necessità di vaccinare, in tempi rapidissimi, il personale trasfertista ed in genere tutto il personale che, a vario titolo, ha necessità di viaggiare ed è costretto, ormai da mesi, a fare i conti con il pericolo contagi da Covid-19 durante gli spostamenti in Italia e all’estero.
La richiesta della Rete (composta da A Celli, Elettric 80, Futura, Gambini, Körber, Omet, Paper Converting Machine Company, Pulsar, Recard, Tmc e Toscotec) si affianca alla constatazione, lanciata da Confindustria Toscana Nord, che occorre una forte accelerazione sulle vaccinazioni, senza le quali le attività commerciali e tecniche delle aziende in Italia e all’estero sono a rischio.
“Vendendo ed esportando il made-in-Italy in tutto il mondo, le aziende del comparto cartario – si spiega in una nota – devono organizzare trasferte in Italia e soprattutto all’estero per il personale coinvolto nell’attività produttiva. In assenza di vaccinazione, data la necessità di spostamento e spesso anche di permanenza in cantiere, il personale è così sottoposto ad un forte rischio di contagio. Contemporaneamente le aziende devono gestire le considerevoli inefficienze dovute alla quarantena in ingresso nei paesi di destinazione e, al rientro in Italia, all’eventuale isolamento cautelativo in caso di contatto con soggetti positivi al Covid19, oltre che all’eventuale contagio. Sensibilizzare le sedi opportune sulla necessità di vaccinare il personale viaggiante in tempi brevissimi diventa a questo punto una priorità, per consentire il regolare svolgimento delle attività produttive del comparto e al contempo tutelare la salute dei lavoratori”.
Inoltre, andando a seguire quanto già disposto da alcune Regioni italiane, è ritenuto opportuno dalle aziende della rete che “le istituzioni preposte definiscano un protocollo e prendano in considerazione anche le aziende stesse come luoghi di somministrazione del vaccino nonché di rilasciare ai lavoratori, ad avvenuta profilassi, il certificato di vaccinazione internazionale”.