





Il sopralluogo dell’assessore regionale per fare il punto sui cantieri
Fare il punto sui lavori da fare, ma anche interloquire con i rappresentanti diretti della Regione per capire quali lavori effettuare in futuro su un tratto fragile del passaggio dell’Arno. E’ stato questo il senso della visita dell’assessora regionale Monia Monni in occasione del termine dei lavori a tutela dell’argine del fiume Arno a San Donato.
L’intervento, rientrato nell’ambito delle attività previste dal documento operativo per la difesa del suolo ed è stato finanziato dalla Regione Toscana, ha visto un investimento complessivo di 500mila euro con la completa ristrutturazione della sponda interna del fiume, lato San Donato, dove da tempo l’argine era interessato da un dissesto innescato dall’azione erosiva delle acque a valle del ponte. I lavori, che hanno impegnato la struttura tecnica del Settore Genio Civile Valdarno inferiore di Pisa, a partire dalla progettazione sino alla direzione lavori, sono partiti a giugno 2023 e sono terminati a fine settembre.
“Stiamo proseguendo nell’impegno assunto per una politica organica ed efficace per la difesa del suolo in Toscana. La conclusione di questi interventi molto attesi dal territorio – ha detto l’assessora all’ambiente e alla difesa del suolo Monni – sottolinea bene come la messa in sicurezza idraulica dell’Arno e di tutti i nostri fiumi sia una priorità di questa Regione. Investire in mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico significa investire sulla sicurezza dei nostri cittadini, delle attività e del territorio stesso. Ai fondi regionali che mettiamo con il Dods, si sommano le ingenti risorse stanziate dal Pnrr. Sono interventi necessari, che ci aiutano a sostenere la lotta ai cambiamenti climatici e a rendere i nostri territori più resilienti”.
L’intervento di sistemazione, descritto dall’ingegnere della Regione Toscana Francesco Pistone, ha riguardato il ripristino dei luoghi interessati dal dissesto, mediante il consolidamento di sponda con lo scopo di costituire una barriera di terreno resistente all’azione erosiva della corrente fluviale che in quel tratto può essere turbolento a causa della presenza del ponte e delle sue strutture in alveo. E’ poi stato ricostruito il profilo morfologico della scarpata interessata dal dissesto con il riporto dei necessari volumi di terra reperiti all’interno dell’area di cantiere. E’ stato previsto inoltre il rivestimento in pietrame a protezione della scarpata ricostruita e la messa in opera di biostuoia alla quale ha fatto seguito la semina, in modo da garantire un opportuna protezione anti erosiva fino alla ricostituzione di una copertura vegetale stabile.
“Cantiere che, come sanno bene i residenti della frazione, ha attraversato alcune difficoltà, dal primo affidamento dei lavori nel 2018 al passaggio da una ditta all’altra, fino al difficile periodo del Covid ed oltre – commenta il sindaco di San Miniato Simone Giglioli –.
Eppure un lavoro sul quale il Comune non ha mai smesso di prestare attenzione, proprio per la grande importanza che sappiamo avere la sicurezza idraulica, qui soprattutto in una frazione, San Donato, che è sotto il livello dell’Arno. Siamo qui oggi con l’assessore regionale anche per fare capire il lavoro che resta da fare”. Monni ha infatti potuto anche ascoltare le testimonianze di numerosi residenti sandonatesi, che hanno potuto raccontare come le acque e gli argini abbiano risentito, col tempo, della costruzione del nuovo ponte a cavallo di anni ’60 e’70, con la formazione del celebre isolotto di detriti che ha un influenza su tutto il tratto del fiume, che proprio a valle del ponte forma una sorta di mulinello che lentamente incide sulla conformazione ed erosione degli argini.