Dalla Regione proposta di legge al parlamento: “Per la sanità il 7,5% del Pil”

L’idea è stata illustrata in commissione sanità dal governatore Eugenio Giani
È stato il presidente della giunta regionale Eugenio Giani a illustrare questa mattina (20 settembre), nella commissione sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd), una proposta di legge di iniziativa regionale rivolta alle Camere concernente il sostegno finanziario al sistema sanitario nazionale a decorrere dall’anno 2023. La proposta, presentata dalla giunta e approdata ora in commissione, prevede di incrementare, in maniera stabile, il livello di finanziamento del Ssn avvicinandolo alla media degli altri paesi europei e portandolo in linea con le raccomandazioni Ocse, prevedendo che a decorrere dall’anno 2023 il finanziamento complessivo del servizio sanitario nazionale possa attestarsi in misura progressiva al 7,5% del Pil nominale tendenziale. Al fine di assicurare la necessaria gradualità la norma prevede, nei prossimi 5 anni, un incremento percentuale annuale pari allo 0,21% del Pil.
Considerando che il Pil nominale tendenziale è stimato in misura pari a 1990,2 miliardi di euro, un livello di finanziamento del Ssn pari al 7,5% comporta un incremento delle risorse da 128,869 miliardi di euro (fabbisogno programmato nel 2023) a oltre 149 miliardi di euro, attestando tale livello in misura analoga a quanto si registra in altri paesi europei.
La proposta di legge definisce infine la copertura finanziaria degli oneri derivanti dalla sua attuazione, valutati in 4 miliardi di euro per il 2023, 8 miliardi di euro per il 2024, 12 miliardi di euro per il 2025, 16 miliardi di euro per il 2026, 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2027.
Il presidente Giani ha spiegato che “la proposta vuole stimolare il parlamento a tutelare il sistema sanitario pubblico, a prescindere dallo schieramento politico al governo in un determinato momento, aumentando la percentuale delle risorse disponibili”. “È un dato di fatto che le quote del fondo sanitario nazionale assegnate alle Regioni siano insufficienti per garantire la tenuta dei servizi sanitari regionali nel lungo periodo – ha osservato Giani -. Negli ultimi anni siamo dovuti ricorrere a meccanismi di finanza creativa per riuscire a chiudere i bilanci, recuperando altrove le risorse mancanti. Chiediamo di non essere più costretti a farlo”. Giani ha poi affermato che la necessità di maggiori finanziamenti è condivisa da tutti i presidenti di Regione.
Diego Petrucci (Fdi) ha giudicato la proposta di legge “strumentale, demagogica e populista”, chiedendo “come mai si è aspettato a farla quando è entrato in carica questo governo e non si è fatta prima” e affermando che “questo governo nazionale è quello che ha messo in sanità più soldi di tutti”. “I problemi della sanità non si risolvono mettendo più soldi – ha detto – ma adottando modelli organizzativi migliori”.
Andrea Vannucci (Pd) ha replicato affermando che il bisogno di maggiori fondi destinati alla sanità è stato evidenziato anche dal ministro in carica e che è necessario tenere conto del tasso di inflazione. “Presentare i dati dei finanziamenti erogati senza considerare l’aumento della spesa dovuta all’inflazione è un’operazione politica che non porta lontano” ha commentato.
Secondo Donatella Spadi (Pd) “questa proposta di legge va nella direzione giusta, perché ci sono evidenti storture a livello nazionale”. “Si fornisce un obiettivo chiaro – ha aggiunto – a prescindere dal colore politico del governo in carica”.
Andrea Ulmi (Lega) ha osservato “un aumento delle risorse per la sanità è auspicato da tutti ma non si può prevedere di avere la copertura da capitoli aleatori, non c’è una copertura adeguatamente precisa”.
Federica Fratoni (Pd) ha detto “che questa iniziativa sarebbe stata fatta a prescindere dal governo in carica, perché arriva dopo la pandemia e in un momento in cui si sta investendo molto sulla sanità territoriale”.
Enrico Sostegni ha ricordato che “con gli Stati generali della Salute in Toscana, e allora il ministro alla sanità era Roberto Speranza, avevamo già chiesto più soldi per la sanità regionale, quindi non ci può certo essere rivolta alcuna accusa di strumentalizzazione politica”. E in tre anni l’inflazione complessiva ammonta al 18%, il che significa 20 miliardi in meno di potere d’acquisto.
Anche il presidente della giunta, nella replica, ha sottolineato quanto l’inflazione abbia “picchiato duro”. “Solo per le bollette il sistema sanitario regionale ha dovuto affrontare, dal 2021 al 2022, un aumento di 191 milioni di euro”.