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Liste di attesa, il primato della Toscana

22 giugno 2023 | 15:45
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Liste di attesa, il primato della Toscana

Recuperato il 99% delle prestazioni saltate. Giani e Bezzini: “Bene, ma servono più risorse da Roma”

Recuperato il 99% delle prestazioni arretrate, sospese a causa della pandemia. Toscana al primo posto tra le Regioni virtuose secondo l’analisi della Fondazione Gimbe basata sui dati del ministero della Salute e contenuti nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti.

Nel 2022 in Italia è stato recuperato il 65% delle prestazioni sanitarie saltate per il Covid, ma il restante 35%, circa sette milioni, è ancora in stand by. Ricoveri per interventi chirurgici programmati, inviti e prestazioni per le campagne di screening oncologici e prestazioni ambulatoriali sono le tre tipologie esaminate. Per recuperarle sono stati stanziati 500 milioni di euro con la Legge di Bilancio 2022, di cui sono stati spesi 348 milioni con esiti differenti a seconda della Regione: si va dal 99% della Toscana (che ha speso il 92% delle risorse ad hoc arrivate da Roma) al 10% della Campania. “Il problema delle liste di attesa – dichiara il presidente di Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – affligge da sempre il nostro Servizio sanitario nazionale, ma negli ultimi anni si è aggravato per l’enorme quantità di prestazioni non erogate durante la pandemia Covid-19”. Sul podio dietro la Toscana, ci sono Provincia autonoma di Trento (95%) ed Emilia Romagna (91%)

“I numeri ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta. Stiamo impiegando tutti gli strumenti possibili a disposizione, avviando una strategia condivisa con le aziende e i professionisti per contrastare il fenomeno – spiegano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al Diritto alla salute Simone Bezzini – Sul fronte della domanda stiamo ultimando la delibera sull’appropriatezza delle prescrizioni, i cui risultati saranno visibili nel medio periodo. Sono invece già all’opera i coordinatori delle liste d’attesa nelle varie aziende, ovvero le nuove figure di riferimento introdotte con una delibera qualche mese fa e a cui è affidato l’organizzazione dell’offerta”.

Dai dati emerge come il fenomeno delle liste di attesa riguardi tutta Italia e sia preoccupante: era già evidente prima del 2020 ed è stato poi aggravato dagli effetti della pandemia,  con ricadute dirette sulla cittadinanza che molto spesso manifesta elementi di disagio e insoddisfazione per i tempi di accesso ai servizi del sistema sanitario.

“Il lavoro che stiamo facendo con tutta la squadra del sistema sanitario toscano sta dando i suoi frutti  – proseguono il presidente Giani e l’assessore Bezzini– La qualità del sistema sanitario toscano è confermata anche dagli indicatori ministeriali Lea, ovvero sui livelli essenziali di assistenza, e da Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che hanno valutato positivamente i servizi e le strutture toscane. Siamo però anche consapevoli che nei prossimi anni sarà necessario  uno sforzo ancora maggiore per mantenere livelli alti e costruire un equilibrio tra qualità e quantità dei servizi e sostenibilità del sistema. Serviranno maggiori risorse da parte del governo per il fondo sanitario, per nuove assunzioni, per ridurre le liste d’attesa e dare piena attuazione alle riforme territoriali migliorando la presa in carico della cittadinanza e la qualità delle cure. Senza ulteriori risorse tutti questi obiettivi rischiano di non essere raggiunti”.