“Per il Maggio servono 8,3 milioni. Ora”

8 giugno 2023 | 19:30
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“Per il Maggio servono 8,3 milioni. Ora”

Il commissario Cutaia in Consiglio regionale: “Senza risorse c’è la cassa in deroga”

“Servono 8,3 milioni di euro nel 2023 e 4 milioni o anche meno per il 2024, per rimettere in piedi una Fondazione che ha avuto un danno”. Queste le parole del commissario del Maggio musicale Onofrio Cutaia audito oggi alla commissione Cultura del Consiglio regionale.

“Abbiamo necessità di trovare risorse e di farlo subito. Se non trovate, resterà la strada della cassa integrazione in deroga. E nel peggiore dei casi, ma non voglio nemmeno pronunciare la parola, la liquidazione coatta amministrativa. Nei termini previsti approveremo presto il bilancio consuntivo per il 2022 che prevede sei milioni di euro di perdite”. Ha inoltre ricordato che la Fondazione “deve restituire allo Stato 650.000 euro ogni sei mesi” per onorare il debito, mentre sulla valorizzazione dell’archivio ha sottolineato che “è praticamente impossibile trovare uno spazio dove eventualmente trasferirlo”.

Ma il commissario ha parlato anche del “bicchiere mezzo pieno”: “Passati quasi tre mesi posso dire, cose molto positive. Abbiamo rimesso in piedi una programmazione sostenibile. Non era pensabile fermare tutto e sarebbe stato ancora più dannoso. Abbiamo annullato opere programmi non sostenibili e operato sostituzioni e interruzioni in tempi brevi. Una delle problematiche più grandi – ha proseguito – erano i prezzi d’ingresso insostenibili per le persone. Noi abbiamo quasi dimezzato il prezzo dei biglietti rendendolo più normale. E questo ha portato a raddoppiare le presenze paganti rispetto all’anno scorso. Con un rilevante incremento degli incassi.

“Ci ha fatto un quadro realistico e molto chiaro, che consente di ripartire con una messa a punto della condizione finanziaria della Fondazione, che ha una storia complessa, e che a volte può portare a non affiancare alla ricerca delle responsabilità, il necessario esercizio di complessità perché i fattori delle pesantezze finanziarie del Maggio risalgono a un passato anche remoto – il commento della presidente Cristina Giachi – C’è infatti un debito strutturale, che presentano anche altre fondazioni lirico-sinfoniche. La condizione acuta che ha determinato le vicende delle ultime settimane – ha proseguito la presidente Giachi – è dipesa da una gestione che aveva un obiettivo di grandissimo livello culturale, ma faceva i conti con un contesto difficile. La sovrintendenza precedente pensava di contare su apporti privati che non ci sono stati e questo ha generato degli squilibri di bilancio che hanno portato la Fondazione al commissariamento e a questa fase difficile. Ma, come ci ha detto il dottor Cutaia, ci sono tutti gli elementi per immaginare un futuro di grande sviluppo, di ritorno per il territorio, di crescita dell’offerta culturale e di mantenimento di una dignità della programmazione e del livello artistico adeguato alle grandi maestranze che questa Fondazione ha”.

Durante i lavori è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Giovanni Galli che si è detto “sbigottito” per i numeri che vengono fuori ora sul bilancio. “Il bilancio del 2021 parlava di un utile di 160mila euro e anche in quello consuntivo del 2022 si parlava di un utile di esercizio. C’è qualcosa non funziona. Faccio fatica a capire, ora si parla di sei milioni di euro di rosso”.