La Toscana ricorda la strage dei Georgofili

“La mafia ha paura di chi studia, si combatte parlandone”
Le mafie si combattono con la memoria, fatta di mente e cuore, parlandone il più possibile. Senza tacere mai. Questo il messaggio che esce dall’iniziativa organizzata dalla Regione e l’associazione dei familiari delle vittime al Cinema La Compagnia di Firenze per ricordare la strage dei Georgofili, trent’anni dopo.
“La mafia – ha detto il giornalista Giacomo Di Girolamo – ha paura di chi studia ed ha paura della bellezza. È la bellezza che ci salva, ma va riconosciuta e difesa”. “E se la mafia continua ad essere forte – prosegue – non è per la furbizia o le nuove leve, ma per i tanti che non sanno dire no”.
Concetti di impegno civico e cultura delle legalità che si ripetono nelle considerazioni anche di Pif, il conduttore televisivo, regista ed autore che chiude la mattinata invitando, ironicamente, ad “uccidere quel gattopardo” per cui in Sicilia tutto cambia per poi non cambiare nulla e a non essere passivi.
Nella giornata odierna tanto spazio al ricordo delle vittime: Caterina, appena cinquanta giorni di vita, la sorella Nadia di nove anni, i genitori Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, lo studente universitario Dario Capolicchio, ma anche le vittime di altre stragi, come Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Borsellino ucciso l’anno prima a Capaci. Parlano in video i testimoni di quella notte, la maestra della piccola Nadia. Si esibiscono in una lettura teatrale quattro ex studenti del liceo scientifico Da Vinci. C’è l’intervista, sul palco, al colonnello dei Ros dei Carabinieri Lucio Arcidiacono, che racconta come si è arrivati all’arresto il 16 gennaio scorso dell’ultimo boss latitante corleonese Matteo Messina Denaro. C’è la vedova di Antonio Montinaro, Tina. E poi gli studenti e i giovani che, dalla Liguria alla Sicilia, stanno provando con piccoli e grandi gesti a cambiare il mondo.
“Una mattinata densa di valori – commenta a margine dell’evento il presidente della Toscana Eugenio Giani – densa di emozioni e di quelle reazioni che vogliamo ci siano quando organizziamo iniziative come questa, rivolgendoci alla società civile ma soprattutto ai giovani perché sono loro i cultori della legalità”.
“La mafia stragista ha finito la sua stagione ed è tornata silente ” ha detto dal palco l’assessore Stefano Ciuoffo, ricordando che la Toscana “è l’unica Regione in Italia che ha messo risorse proprie a sostegno dei Comuni che hanno assunto nel loro patrimonio immobiliare beni confiscati per restituirli alle comunità locali: sono interventi concreti, grazie ai quali diamo gambe alla cultura della legalità”.
“Il giorno dell’arresto del boss Matteo Messina Denaro ho provato gioia, perché veniva consegnato alla giustizia un emblema della criminalità, colpevole della strage anche di Firenze, ma dall’altro lato ho provato sconcerto: sconcerto che uno come lui fosse rimasto impunito per trent’anni, avendo la possibilità di vivere come un comune cittadino”, la testimonianza di Daniele Gabrielli dell’associazione Tra i familiari delle vittime deòla strage dei Georgofili”.
“La memoria è qualcosa che deve camminare sulle gambe delle persone” la sottolineatura dell’assessora alla legalità di Firenze Maria Federica Giuliani, che si appella ai ragazzi in platea affinché la strage dei Georgofili non venga dimenticata. “Se si ha paura, la mafia può crescere – il monito del presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo – è necessario non aver paura ed innafiare quotidianamente il fiore dell’antimafia”.