Nel bilancio regionale 47 milioni per la sanità

Approvata la prima variazione con 23 voti favorevoli e 12 contrari
Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione al Bilancio di previsione finanziario 2023-2025, con 23 favorevoli e 12 voti contrari.
Come illustrato in Aula dal presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (PD) si tratta di “modifiche agli stanziamenti di spesa, che lasciano sostanzialmente inalterati i volumi complessivi del bilancio. La ratio è riacquisire risorse per garantire l’equilibrio economico al bilancio consolidato del sistema sanitario regionale”. Si tratta di una “traslazione di risorse per 46,92milioni di euro, che passano dal titolo spese correnti a spese in conto capitale. Circa 9,07milioni di euro sono recuperati dalla disponibilità dei fondi di riserva, mentre il resto, 37,85milioni di euro, da risorse regionali di spesa corrente accantonate a garanzia del pagamento delle rate di mutuo del servizio sanitario”.
“Si tratta sostanzialmente di uno storno, al fine di recuperare risorse necessarie ad assicurare l’equilibrio economico del bilancio consolidato”, ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Casucci (Lega), ricordando come la questione del payback per i dispositivi medici resta aperta: “Se le aziende fanno ricorso e perdono, devono pagare tutto, oppure in alternativa possono rinunciare al ricorso e accettare di pagare l’ammontare ridotto del 50 per cento. Nel 2024, ci sarà il redde rationem”. Dal Carroccio, comunque, voto contrario: “La nostra è una decisione politica, vediamo una sostanziale mancanza di programmazione, il Consiglio regionale è ormai relegato a un ruolo di passacarte”.
Secondo Elisa Tozzi (Td), “siamo di fronte all’ennesimo intervento sui bilanci della sanità, l’emergenza è ormai costante. Affrontiamo in modo strutturale una situazione di profonda criticità, la cronica mancanza di risorse, il disavanzo strutturale. Serve una lungimirante programmazione. Intanto, di fronte a una sanità lumaca, i pazienti corrono verso i privati. Non riusciamo a dare risposta ai livelli essenziali di assistenza. Fino al 2025 sarà nostro compito approfondire cosa stia accadendo”.
Per il presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni (Pd) si tratta di condurre “una battaglia su due livelli. Il tema politico è la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Nei prossimi anni serviranno risorse al sistema sanitario e non è un problema solo toscano. Il livello di finanziamento del sistema sanitario nazionale è insufficiente”
Diego Petrucci (FdI) è andato giù duro: “se ci fosse onestà intellettuale da parte della maggioranza, si dovrebbe cominciare con un grazie al governo nazionale, perché senza quei duecento milioni questa variazione non l’avremmo fatta, ci sarebbe stato il commissariamento della sanità toscana”.
Per il vicepresidente della commissione Sanità, Andrea Ulmi (Lega) “la percentuale sul Pil è scarsa, il livello è ridotto rispetto ai principali Paesi dell’Unione Europea. In Toscana il governo è sempre stato lo stesso, tutto nasce dal buco di bilancio di Massa del governo Rossi e da lì non siamo più stati più in grado di recuperare”.
Nel suo intervento l’assessore al Diritto alla Salute, Simone Bezzini, ha ricordato che nelle settimane scorse il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga ha consegnato ai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e alla Salute, Orazio Schillaci, una lettera “per chiedere il riconoscimento di un finanziamento aggiuntivo alle Regioni di almeno 5 miliardi al fine di garantire la tenuta del sistema. Si tratta di una richiesta bipartisan sottoscritta da tutte le Regioniche testimonia come la questione del sottofinanziamento e le difficoltà nell’erogare i servizi ai cittadini siano condivisa da tutti”.
Collegato alla variazione di bilancio è stato anche approvato un ordine del giorno sul progetto Vita indipendente presentato da Irene Galletti (M5S) che impegna la Giunta a “istituzionalizzare con legge il progetto come diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società con la stessa libertà di scelta delle altre persone in tutti gli aspetti del vivere sociale”.