Sanità toscana, lo squilibrio dei conti vale fino a 50 milioni

Audizione del direttore della programmazione della Giunta: “Spesa sotto controllo, nessuna manovra straordinaria”

Lo “squilibrio” nei conti della Sanità Toscana “vale dai 45 ai 50 milioni di euro sul 2022” e “dovrebbero essere affrontato, gestito e risolto senza necessità di manovre finanziarie di carattere straordinario, dovremmo invece prevedere un contributo straordinario di parte corrente nell’ambito della prima variazione”. A riferirlo, in commissione Bilancio del Consiglio regionale, il direttore della programmazione della Giunta Paolo Giacomelli.

L’audizione era stata richiesta dalla vicepresidente della commissione Elisa Tozzi (gruppo misto – Toscana Domani), interessata a capire l’ammontare delle risorse disponibili sulla programmazione e lo stato di salute della Sanità.

“Abbiamo letto che il conto è in pareggio senza aumento delle tasse ma oggi la versione sembra cambiata, cioè abbiamo un bilancio, che arriva in pareggio per effetto del payback” ha spiegato la vicepresidente che dal direttore della programmazione auspica la fotografia sulla “tenuta del sistema sanitario e la ricaduta su tutto il bilancio”.

Secondo quanto riferito da Giacomelli, da parte dello Stato “sono in fase di assegnazione dai 35 ai 37 milioni di risorse associate all’emersione di lavoro nero. Ci sono poi 5milioni 700mila euro per gli anni 2021-2022 per spese Covid. Lo squilibrio residuo si potrebbe quindi sanare anche con queste risorse”.

In più c’è il payback non farmaceutico ma collegato ai presidi medici. “La nostra quota – ha detto ancora il direttore della programmazione – vale circa 395milioni e il Mef autorizza a contabilizzarla tutta nel 2023 quindi concorrerà a riequilibrare i conti”.

Giacomelli ha anche anticipato informazioni, ancora informali ma che potrebbero essere rese note ufficialmente a breve, secondo le quali lo Stato “potrebbe stanziare un miliardo di risorse aggiuntive per il payback che compensa e riduce la parte a carico delle singole imprese”. Ad ogni modo, ha affermato, l’andamento della spesa sanitaria è “sotto stretto controllo a partire dal personale che vale circa il 30-35% del totale”.