Acqua “salata”: in Toscana le bollette più care d’Italia

770 euro la spesa annua di una famiglia media, quasi 300 in più del dato nazionale
La Toscana si conferma la regione con la tariffa idrica più elevata (770 euro, +5,5% rispetto al 2021) e tutti i suoi capoluoghi, ad eccezione di Lucca, rientrano nella top ten delle città con l’acqua “più salata”. Quasi 300 euro in più del dato nazionale di “soli” 487 euro.
È il quadro che emerge dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva (qui per scaricare il report integrale), che ha preso in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia in riferimento ad una famiglia tipo composta da tre persone un consumo annuo di 192 metri cubi.
Dietro Frosinone, la più cara con 883 euro, troviamo Grosseto e Siena con 854, Arezzo a quota 837, poi Pisa 834 quindi Livorno dove la spesa è 833 euro, Firenze Pistoia e Prato con 780 e, subito dopo Enna, c’è Massa con 749. Dalla top ten resta fuori Lucca con 541.
Nel 2022 aumenti consistenti in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena che registra una piccola variazione al ribasso dello 0,6%: l’770 euro la spesa annua, quasi 300 euro in più della media nazionaleincremento supera il 20% a Bolzano (+26,3%), Savona (+25,5%) e Trento (+21%); oltre il 10% in altri dodici capoluoghi, ossia Milano, Belluno, Sondrio, Como, Novara, Verbania, Chieti, Pescara, Pavia, Cremona, Catania, Messina.
Il Molise è la regione più economica, con una spesa media a famiglia di 181 euro. Il Trentino Alto Adige, che pure si conferma tra le regioni dove l’acqua costa meno, registra la variazione più cospicua rispetto all’anno precedente, +24,3%.
In riferimento ai soli capoluoghi di provincia emerge che a livello nazionale va dispersa il 42% dell’acqua immessa, con evidenti differenze fra le singole regioni e all’interno delle stesse. In Toscana, per esempio, a Massa si arriva a disperdere quasi il 63% della risorsa idrica, a Livorno appena il 13,5%.