Fondi europei, dieci progetti ‘bandiera’ e 2,3 miliardi in sette anni per far crescere la Toscana

Annunciata la nuova programmazione 2021-2027 dei fondi per lo sviluppo regionale: al centro educazione, occupazione, parità di genere, ricerca e innovazione
La Toscana dà avvio, ufficialmente, al fondi per lo sviluppo regionale e al fondo sociale europeo plus (Fesr e Fse+) della nuova programmazione 2021-2027, che tra agosto e ottobre dello scorso anno hanno avuto il via libera dalla commissione europea.
Con il 2023 si chiude anche la programmazione 2014-2020, che ha visto di nuovo la Toscana tra le regioni italiane di testa nell’attuazione dei programmi e nell’efficace utilizzo delle risorse europee.
I due fondi, cofinanziati da Stato e Regione, valgono per la Toscana 2,3 miliardi di euro, 800 milioni in più rispetto al precedente settennato. Tradotto in percentuale significa il 53 per cento di maggiori risorse e costituiscono i principali fondi a sostegno della politica di coesione e per favorire lo sviluppo economico e sociale della Toscana. Considerando anche il programma Italia Francia Marittimo (193 milioni), il Feasr (ovvero il fondo europeo agricolo di sviluppo rurale) che vale circa 750 milioni e il Feamp di prossimo avvio (il Fondo europeo affari marittimi, pesca ed acquacoltura: circa 22 milioni) la dotazione finanziaria toscana sale a 3,27 miliardi.
Più nel dettaglio, il programma Fse+ dispone di 1083 milioni di euro da investire sulle persone – il 40 per cento arriva dalla Ue, il 42 per cento dallo Stato e il 18 per cento è il confinanziamento regionale -, risorse che la Toscana utilizzerà per sostenere l’occupazione e l’occupabilità, che investirà sugli asili nidi, ad esempio, per costruire una società equa ed inclusiva e per promuovere forza lavoro qualificata e resiliente pronta per un’economia verde e digitale.
Con il Programma Fesr, che porta in dote 1229 milioni di euro (sempre 40 per cento da Ue, il 42 per cento fondi a disposizione direttamente dello Stato e il 18 per cento risorse regionali), la Toscana punterà invece a promuovere una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, investendo su ricerca ed innovazione, per concorrere pure al contrasto dei cambiamenti climatici, alla tutela della biodiversità e a forme di transizione giusta: con interventi da un lato rivolti al sistema delle imprese e dall’altro al territorio, finanziando progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, di microcredito, incentivi per aiutare le aziende a farsi conoscere sui mercati internazionali o per la filiera turistica, l’efficientamento energetico delle aziende e degli edifici pubblici, percorsi ciclo pedonali o interventi su aree urbane ed interne.
Sono risorse con cui la Toscana proverà a riparare ai danni economici e sociali provocati prima dalla pandemia e poi dalla crisi economica innescata dalla situazione internazionale e dal rincaro delle materie prime. Serviranno a portare avanti gli obiettivi che l’Europa assegna, per una Toscana più innovativa, più verde, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini. Una grande opportunità ed anche una grande responsabilità, perché non si dovrà sprecare niente.
“I fondi europei a disposizione della Toscana sono cresciuti: siamo stati bravi – spiega Giani -. E questi dieci capitoli nei prossimi sette anni cambieranno anche il sentimento sulla qualità della vita che può offrire la Toscana, già una delle regioni più attrattive nel mondo, e uno stimolo dunque per abitarci, per la qualità vita e la coesione delle nostre comunità”.
Introdotto da Luca Telese, davanti ad una platea di mille e cinquecento persone, il presidente Giani ha quindi elencato i dieci progetti bandiera.
“Dieci progetti e tre missioni per valorizzare il talento, che deve diventare intrapresa, per sostenere il bisogno (perché non vogliamo lasciare indietro nessuno) e per sviluppare la coesione di comunità, perché si fa tutto in squadra – prosegue -. In Toscana il bilancio degli ultimi anni è positivo: è il racconto di un modello e di una ricetta che ha funzionato. Ed anche la Commissione europea fa i complimenti alla Toscana, attraverso la direttrice generale aggiunta per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione Andriana Sukova Tosheva, oggi a Firenze”.
Presenti anhe Willibrordus Sluijters della Direzione politica regionale e urbana della Commissione Ue e, per il Ministero Economia e Finanze, Alessandro Mazzamati.
“L’Europa è dentro di noi e la viviamo tutti i giorni – dice Giani -. Il 40 per cento dei servizi (e il 20 per cento degli investimenti) arriva da fondi europei. Un tempo erano contributi a fondo perduto: oggi per responsabilizzarci ci viene chiesto di compartecipare, il 18 per cento delle risorse in campo gravano sul nostro bilancio. Ma è giusto così”.
Ed eccoli i dieci progetti bandiera, sei per il Fse+ e quattro per il Fesr, che riassumono i 2,3 miliardi che saranno investiti in sette anni in Toscana.
“C’è l’educazione fin da piccoli: in testa gli asili nidi gratis per tutte le famiglie con un Isee inferiore a 35 mila euro: 176 milioni a disposizione dei cittadini, altri 76 per i Comuni. C’è la cultura, il diritto allo studio e la formazione professionale – dice ancora Giani -. Dobbiamo incentivare anche la formazione a distanza, un’educazione verticale per tutta la vita e poi lancia il bonus cultura: 20 milioni per 100 euro l’anno a ragazzi entro 25 anni e con particolari requisiti Isee. Ricorda il progetto toscano Giovanisì per l’autonomia delle nuove generazioni. C’è il lavoro, naturalmente: misura rivolte anche all’occupazione dei disoccupati, delle imprese in crisi e per rigenerare forza lavoro, incentivi alle assunzioni. L’anno scorso 1384 giovani hanno iniziato a lavorare grazie ad Arti, l‘agenzia regionale, e i 53 centri per l’impiego sparsi per il territorio” annota il presidente. Tra giovani e non giovani se ne potranno creare 100 mila nei prossimi sette anni: 17 mila li abbiamo documenti nel solo 2022. Ci saranno bandi rivolti anche all’occupazione nei teatri, nei musei e per le associazioni culturali”.
C’è ancora la donna e la parità di genere. “Abbiamo deciso di dare al progetto il nome di una donna etrusca, Ati, – chiosa Giani – perché in quella società antica la donna aveva un ruolo più forte di quanto accadesse a Roma o in Grecia. Per le donne che hanno subito violenze o mobbing, in casa o lavoro, istituiremo il reddito di libertà. Ma amplieremo anche la rete dei consultori ed altri servizi che si rivolgono all’universo femminile”.
Nei progetti bandiera non potevano mancare la disabilità e il sostegno ai soggetti fragili: 78 milioni solo per progetti su Vita indipendente e 74 milioni per le competenze digitali e le famiglie svantaggiate, 14 milioni per dare vita ad un soggetto nuovo, le comunità della terza età. Il Fesr si sintetizza in quattro punti: le imprese, l’energia, la mobilità sostenibile e l’ambiente e la Toscana diffusa.
“La Toscana viaggia a due o tre velocità? – dice Giani -. Il 50 per cento delle risorse riservate ai bandi saranno destinati alle cinque province costiere ed altri fondi saranno dedicati alle aree interne, con un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese: vogliamo andare avanti tutti uniti. Ci saranmo risorse per l’efficientamento energetico, degli edifici pubblici e delle aziende, ma la Regione installerà anche colonnine Pegaso per la ricarica delle auto elettrico ed aiuterà le comunità energetiche. Ci saranno risorse per mobilità sostenibile – tra queste 111 milioni per prolungare la tranvia fiorentina fino a Sesto Fiorentino, ma anche 11 milioni per le ciclabili, 5 milioni per il rinnovo di bus e treni, sostegni anche all’economia circolare, per le aree verdi e la biodiversità. Fondi anche per la rigenerazione urbana (140 milioni) e la Toscana diffusa. Un contributo a fondo perduto alle giovani coppie che compreranno casa nelle aree interne. Ma i risultati si raggiungono solo con un grande lavoro di squadra: una rete di soggetti che spero possa crescere ulteriormente nei prossimi anni”.
Il precedente settennato
La precedente programmazione – quella 2014-20, per l’appunto – si è conclusa con 734 milioni di euro di risorse impegnate per il Fse (98 per cento della dotazione) – oltre 650 milioni quelle già rendicontate, più 300 mila i destinatari raggiunti – e con 919 milioni di euro impegnati invece con il Fesr, che sono più delle risorse inizialmente a disposizione, esattamente il 118 per cento, integrate nel corso degli anni con risorse regionali per finanziare progetti in overbooking. La spesa certificata, per il Fesr, è al momento pari a 570 milioni.
La nuova programmazione 2021-2027
Con il nuovo Fse+ la Toscana concentrerà le proprie azioni su occupazione (400 milioni), contrasto di diseguaglianze ed opportunità (420 milioni) e istruzione e formazione (222 milioni). Trasversalmente 381 milioni, oltre cinquanta in più rispetto al precedente settennato, andranno ad appannaggio dei giovani (tra questi 191 milioni solo per l’occupazione giovanile) e 349 milioni per le donne. Del nuovo Fse+ sono pronti a partire già avvisi per 78 milioni di euro: dagli asili nidi gratis per una fetta importante della popolazione, fin dal prossimo anno scolastico, agli Its (gli istituti tecnici superiori), dalle borse di studio per il 2024 e 2025 ai voucher formativi per l’occupabilità, dalla realizzazione di percorsi per studenti sulle competenze trasversali e l’orientamento ai voucher di alta formazione per i giovani laureati, fino ai tirocini curriculari retribuiti universitari e i corsi di dottorato in rete con le Borse Pegaso.
Le priorità della nuova programmazione del Fesr sono invece cinque: ricerca, innovazione, digitalizzazione e competitività (589 milioni), transizione ecologica, resilienza e biodiversità (quasi 368 miioni), mobilità urbana sostenibile (127,5 milioni), coesione territoriale e sviluppo locale integrato (poco meno di 101,5 milioni) a cui si aggiungono 43 milioni per l’assistenza tecnica. La sfide sono quelle di un’Europa più intelligente, dove si punti sulle nuove tecnologie e si rafforzi la competitività delle piccole e medie imprese, di un’Europa più verde e di un’Europa più vicina ai cittadini.
Con il programma Fesr 2021-2027 la Toscana garantirà anche il sostegno alle aree interne, ovvero quelle zone della Toscana che soffrono per lo spopolamento, la minore vitalità dell’economia locale e la carenza anche di servizi di base: una spirale dove i tre problemi si sommano e sono a volte l’uno la causa dell’altra, a dispetto delle potenzialità offerte dal patrimonio culturale, da risorse naturali e produzioni agroalimentari specializzate che possono invece diventare elementi di rilancio e crescita sostenibile.