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Prevenzione della violenza sulle donne, nasce il progetto “Ipazia”

24 febbraio 2022 | 14:00
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Prevenzione della violenza sulle donne, nasce il progetto “Ipazia”

Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: “L’obiettivo è accrescere le capacità di individuazione, diagnosi, gestione e trattamento di questo fenomeno”

Accrescere le capacità di operatori e operatrici, soprattutto della sanità territoriale, per individuare tempestivamente i casi di violenza, favorire l’accesso alle reti territoriali in sicurezza, facilitare percorsi di fuoriuscita dai contesti d’abuso e di violenza e prevenire i casi di re-vittimizzazione. È questo uno dei principali obiettivi del progetto Ipazia Ccm 2021 – Strategie di prevenzione della violenza sulle donne e sui minori, presentato ufficialmente insieme al logo, nel corso dell’evento nazionale di lancio, tenutosi oggi (24 febbraio), nella sede della Regione Toscana in Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze.

Il raggiungimento di questo obiettivo sarà possibile attraverso l’erogazione di un modello formativo a distanza (corso fad) e la costituzione o il rafforzamento di reti tra le strutture sociosanitarie, gli enti, le istituzioni, i centri antiviolenza e le associazioni, che saranno coinvolte anche nella costruzione della formazione sul territorio.

Contemporaneamente, per la prima volta in Italia, vista la centralità e la trasversalità della figura infermieristica, grazie alla collaborazione con il team del professore Maurizio Masini del dipartimento di scienze sociali politiche e cognitive dell’università di Siena, verrà realizzata una community infermieristica con una piattaforma dedicata, finalizzata alla creazione di una rete professionale dinamica attraverso la condivisione rapida di idee, progetti e criticità.

Il progetto #IpaziaCcm2021, della durata di 2 anni, è finanziato dal ministero della salute nell’ambito della linea 4 del programma Ccm 2021 (centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) ed ha l’obiettivo di rafforzare i servizi di assistenza e supporto a donne e minori vittime di violenza attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio sanitaria, con particolare riguardo agli effetti del Covid-19.

Capofila del progetto è la Regione Toscana – Asl sud est, gli enti partecipanti sono: l’Istituto superiore di sanità, l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, la Fondazione Irccs Cà Granda ospedale maggiore policlinico di Milano e le aziende sanitarie locali del Friuli occidentale, dell’Umbria 1, di Lecce e di Matera. Il logo del progetto, presentato oggi (24 febbraio) nel corso dell’evento di lancio rivolto al personale sanitario e socio sanitario, ha un grande valore simbolico a partire dal nome (Ipazia) e dal colore, sintesi di varie sfumature (glicine).

La coordinatrice scientifica del progetto #IpaziaCcm2021 è Vittoria Doretti (dell’Asl Toscana sud est) responsabile della rete regionale codice rosa.

“Il progetto Ipazia è la perfetta sintesi del percorso realizzato a oggi, a partire dall’esperienza del nostro codice rosa avviato nel 2009 e che negli anni è cresciuto e si è evoluto – commenta il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – Il nostro auspicio è quello di creare un modello operativo che rafforzi la cultura e la formazione in ambito sanitario per il contrasto alla violenza contro le donne e i minori, sperimentando anche nuove modalità, che possano poi essere diffuse anche a livello nazionale. In quest’ottica, l’azione di formazione delle operatrici e degli operatori del servizio sanitario nazionale, rappresenta una priorità e costituisce la prima importante azione da intraprendere, in collaborazione con i centri antiviolenza, gli enti e le istituzioni presenti nei territori”.

“Durante la pandemia – prosegue Giani – le misure restrittive anti Covid hanno contribuito ad aumentare il rischio di violenza di genere per la maggiore difficoltà di accesso alle reti sociali protettive e ai servizi. Una lezione, questa, che può aiutarci a far fronte al nuovo scenario, considerando strategie alternative di assistenza e di supporto alle donne e ai minori vittime di violenza, pur garantendo continuità alle politiche di prevenzione e protezione esistenti. Ringrazio tutti gli attori di questo straordinario progetto a partire dalla responsabile della rete regionale codice rosa, Vittoria Doretti”.

“Il progetto Ipazia svolgerà una funzione importante nella lotta alla violenza contro donne e minori, un’emergenza del nostro tempo che richiede lavoro costante e azioni concrete, di cui occuparsi quotidianamente e non solo in occasione di giornate dedicate o dopo fatti tragici – afferma l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini – Con questo progetto, grazie ad una formazione dedicata, verranno trasmesse conoscenze e competenze puntuali alle operatrici e agli operatori dell’area sanitaria e sociosanitaria dei servizi territoriali, che ringrazio di cuore per il lavoro svolto, al fine di intercettare precocemente le vittime, costruire reti interdisciplinari, garantire equità di cura e diffondere la cultura della non violenza. Ciò è tanto più necessario alla luce degli effetti della pandemia non solo sanitari, ma anche economici e sociali, in relazione anche all’attenzione che il dibattito pubblico ha richiamato sulle difficoltà, che le donne hanno avuto in una situazione di convivenza forzata con un partner maltrattante”.

“Come assessorato – spiega Bezzini – stiamo lavorando anche per rafforzare ulteriormente il progetto codice rosa, un’intuizione avuta 13 anni fa da professioniste e professionisti che avevano colto la necessità di garantire anche in pronto soccorso la presenza di personale con le capacità, le competenze e le sensibilità necessarie a riconoscere un caso di violenza e a saperlo gestire in modo adeguato e condiviso con tutte le istituzioni e i centri antiviolenza di riferimento. Negli anni 2012-2020 sono stati registrati un totale di 23mila 786 accessi per codice rosa nei pronto soccorso, ora i tempi sono maturi per dare ancora più corpo al progetto e Ipazia è una tappa cruciale di questo percorso”.

“L’Istituto superiore di sanità, a partire dal 2014 – dichiara Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – ha sviluppato percorsi di formazione blended e fad sul tema della prevenzione e del contrasto della violenza di genere. Grazie ai corsi sono stati raggiunti tutti i 651 pronto soccorso italiani e formati oltre 18mila operatrici e operatori sanitari e sociosanitari. L’inclusione massiva dei pronto soccorso ha evidenziato con forza la necessità di coinvolgere, con le medesime metodologie formative, i servizi territoriali, in quanto rappresentano nodi cruciali della rete di prevenzione e contrasto della violenza su donne e minori. Pertanto, con il progetto #IpaziaCcm2021, il metodo formativo del problem based learning si amplia ulteriormente. Si orienta sulle competenze, così come proposto dall’Iss nel corso dei lavori del G 20 2021 guidato dal nostro paese, per offrire una visione comune a partecipanti con diverso background formativo. L’obiettivo – conclude Brusaferro – è quello di accrescerne le capacità di individuazione, diagnosi, gestione e trattamento della violenza di genere, prevenire i casi di revittimizzazione e favorire la costituzione di reti territoriali tra i pronto soccorso e le strutture sociosanitarie, gli enti, le associazioni, i centri antiviolenza presenti sul territorio”.

“Come succede spesso nei lunghi viaggi, codice rosa in oltre 10 anni ha navigato molto, affrontando continue nuove sfide, ma sempre in squadra – spiega Vittoria Doretti – Si è evoluto e rafforzato anche attraverso nuove e preziose alleate come, in primis, le altre aziende sanitarie, enti e istituzioni regionali, nazionali e internazionali. Centrali sono stati soprattutto il dialogo e la formazione con la rete dei centri antiviolenza e delle associazioni. Codice rosa ha allargato il proprio network di riferimento e pian piano è progredito, ampliando il proprio raggio di azione e con una continua revisione attraverso l’ascolto, le relazioni e la formazione, che ne hanno progressivamente accresciuto l’orizzonte e la cultura. Oggi, grazie alla volontà del ministero della salute, insieme a colleghe e colleghi prestigiosi delle nostre direzioni e Regioni coinvolte, affrontiamo con #IpaziaCcm2021 una grande sfida, quella di portare tutte le nostre esperienze pregresse, attraverso anche il vissuto di questi 2 anni di pandemia, a elaborare nuove metodologie e modelli per la formazione in particolare di operatrici e operatori della sanità territoriale in profondo raccordo con la parte ospedaliera, ambulatoriale, e in stretta sinergia con tutti gli altri attori di questo nuovo straordinario viaggio”.