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Insultato perché ebreo: il saluto in consiglio regionale al bimbo di Campiglia Marittima

16 febbraio 2022 | 14:15
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Insultato perché ebreo: il saluto in consiglio regionale al bimbo di Campiglia Marittima

Mazzeo: “Al bambino ho donato, a nome di tutta l’assemblea legislativa toscana, alcuni volumi tra cui una copia del libro di Alfredo De Girolamo”

Un semplice saluto, una visita nello splendido Palazzo del Pegaso e l’impegno a ospitarlo di nuovo insieme a tutta la sua classe. Un modo per far sentire al ragazzo e alla sua famiglia la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Ci eravamo presi l’impegno di invitarlo qui nella sede del Consiglio regionale, e alla prima occasione lo abbiamo accolto”.

Così il presidente dell’assemblea legislativa della Toscana Antonio Mazzeo, dopo l’incontro avvenuto ieri, martedì 15 febbraio, con il bambino di 12 anni che nel mese di gennaio, a Campiglia Marittima , era stato insultato e aggredito da due ragazzine di 15 anni perché ebreo. All’incontro erano presenti anche i genitori del giovane.

“Quello che è avvenuto – ha aggiunto Mazzeo – è grave e vede due vittime: il ragazzino che ho avuto il piacere di salutare e le adolescenti che lo hanno insultato per la sua fede religiosa,le quali, evidentemente peccano di un’ignoranza culturale che tutti insieme dobbiamo prevenire con impegno costante nella divulgazione e nel ricordo dei temi del rispetto e della conoscenza. Al bambino ho donato, a nome di tutta l’assemblea legislativa toscana, alcuni volumi tra cui una copia del libro di Alfredo De Girolamo, ‘Chi salva una vita’, in memoria dei Giusti Toscani, dedicato alle storie delle decine di cittadini che misero in salvo gli ebrei dal regime nazifascista e dalla deportazione. Gli ho poi regalato anche una bandiera della Toscana col Pegaso alato che rappresenta i valori di rispetto, inclusione e uguaglianza che sono presenti da secoli e saranno sempre alla base della nostra regione”.

“Come Consiglio regionale – ha concluso il presidente Mazzeo – ci siamo presi da tempo l’impegno di non restare mai indifferenti di fronte a fatti che rappresentano un campanello di allarme e sui quali dobbiamo lavorare tutti insieme, istituzioni, scuola, famiglie, affinché le giovani generazioni conoscano il passato e non ripetano certi errori”.