Chiude la fabbrica dei marroni di Marradi: convocato il tavolo dell’unità di crisi

Mobilitazione della Regione, sindaci e sindacati
Il tavolo dell’unità di crisi è convocato il 3 gennaio alle 11 per discutere della Ortofrutticola del Mugello: la bergamasca Italcanditi, proprietaria dell’azienda, ha infatti annunciato di voler chiudere lo stabilimento di Marradiper spostare la produzione di marron glaces a Pedrengo.
A contattare l’unità di crisi regionale, spiega Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro e crisi aziendali del presidente Eugenio Giani, è stato lo stesso sindaco di Marradi, Tommaso Triberti. Al tavolo regionale, oltre alle strutture dell’Unità di crisi, parteciperanno sia il sindaco che i sindacati.
L’azienda conta una decina di dipendenti a tempo pieno, a cui vanno sommati i lavoratori stagionali, che nei momenti di maggior richiesta fanno oscillare il numero totale tra le 60 e le 100 unità, di cui circa l’80 per cento donne.
Nata nel 1984 su iniziativa dell’allora Comunità Montana del Mugello, la “fabbrica dei marroni” (come viene chiamata) è un punto di riferimento per il territorio e perno dell’economia locale.
Per Dario Nardella, sindaco della Città Metropolitana di Firenze, “la delocalizzazione non è un problema solo internazionale ma anche interno. E’ un meccanismo sbagliato che consiste sostanzialmente nel trasferire attività produttive che fanno profitti in altre aree dove proprietari e azionisti guadagneranno ancora di più, scaricando per questo motivo la mano d’opera, accantonata come un’appendice. I lavoratori sono attori primari della generazione della ricchezza, ma ne vengono estromessi. La decisione della nuova proprietà dell’Ortofrutticola del Mugello di chiudere lo stabilimento di Marradi per spostare l’attività a Bergamo oltre a essere inaspettata deve essere fondata su motivazioni veramente gravi per poter essere sostenuta. Sia chiaro che noi non staremo a guardare”. “Noi rispettiamo i principi di libera concorrenza e di libera iniziativa economica – sottolinea Nardella – ma essi devono essere sempre sorretti da motivazioni chiare e non possono derogare ai diritti sociali e alla qualità del lavoro – La ricchezza “è vincolata alla responsabilità sociale e occupazionale e non possiamo permettere che la comunità di Marradi venga colpita al cuore, nelle famiglie, nelle persone, nelle speranze che danno vita e certezze per andare avanti. Se oggi tocca a Marradi con un vantaggio immediato per Bergamo, domani starà a Bergamo per un’altra realtà. Bisogna aggredire letteralmente questa modalità non solo a livello di normativa europea ma anche nazionale”.
La Città Metropolitana sarà al fianco del Sindaco Tommaso Triberti, della comunità di Marradi e dei lavoratori”.
“Quando i Fondi decidono, le cose vanno fatte”. E’ iniziata così la riunione tra il responsabile del personale del gruppo Italcanditi, la consulente del lavoro del gruppo e i rappresentanti Flai Cgil e Fai Cisl in cui l’azienda ha comunicato alle parti sociali l’intenzione del Fondo Investindustrial, proprietario al 70% di Italcanditi, di cessare l’attività dell’Ortofrutticola del Mugello, trasferendo tutta la produzione di marron glacè allo stabilimento principale di Pedrengo”. L’ Ortofrutticola del Mugello occupa 9 dipendenti a tempo indeterminato ( di cui due dirigenti) a cui sarà offerta la possibilità di un trasferimento a Pedrengo e circa una 70ina di lavoratori stagionali, molti dei quali “storici”, principalmente donne (oltre il 90%). Un polmone economico e produttivo per Marradi, ma anche per i paesi limitrofi, che nel 2018 ha fatturato 8,7 milioni di euro, senza considerare l’indotto, composto da coltivatori di castagne, del marron buono Igp del Mugello. “Riteniamo quella di Italcanditi una scelta scellerata – dicono Chiara Torsoli della Flai Cgil Firenze e Andrea Piccini della Fai Cisl Firenze e Prato – motivata solo in apparenza da diseconomie dovute agli impianti e agli aspetti produttivi circostanti, perché questi già esistevano al momento in cui la Fabbrica dei Marroni è stata acquisita nell’Agosto del 2020. La realtà è sempre la solita, quella del solido fondo di investimento, che fa operazioni per acquisire fatturato e quote di mercato, da dare in pasto ai futuri azionisti proseguono i sindacalisti. Non è infatti un segreto per nessuno che l’acquisizione di Italcanditi da parte di Investindustrial poi l’allargamento del gruppo con l’acquisizione di altre piccole realtà, sia un’operazione che ha l’unico scopo di arrivare alla quotazione in borsa del gruppo. Una scelta per noi inaccettabile, con un impatto sociale abnorme, che metterebbe in crisi un territorio “montano. L’azienda continua a parlarci di 9 persone, noi gli abbiamo chiarito un concetto per noi imprescindibile: le persone sono un’ 80ina, poco importa se tecnicamente la procedura prevede l’apertura solo per quelle 9 persone”, tempi indeterminati e stagionali per noi sono la stessa cosa anche se la norma sui trasferimenti/cessazioni aziendali non lo dice. Siamo in contatto costante con il sindaco di Marradi e con tutte le istituzioni a livello territoriale e regionale. Domani alle 16 abbiamo convocato l’assemblea dei lavoratori presso il teatro comunale di Marradi per informarli del nostro incontro con i rappresentanti di Italcanditi e decidere insieme tutte le iniziative necessarie per opporsi alla decisione aziendale.