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Dalla Regione 29 assegni di ricerca per studiare l’utilizzo del 5G nel manifatturiero

31 agosto 2021 | 19:24
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Dalla Regione 29 assegni di ricerca per studiare l’utilizzo del 5G nel manifatturiero

I progetti dovranno essere realizzati da organismi di ricerca pubblici in collaborazione con micro, piccole e medie imprese

La Regione Toscana mette a disposizione 29 assegni di ricerca: 28 mila euro per dodici mesi. Il bando si apre domani (1 settembre) e la domanda si presenta sul sito di Sviluppo Toscana, c’è tempo fino al 3 novembre prossimo per l’inoltro –  e gli assegni, finanziati con 812 mila euro del fondo sviluppo e coesione, saranno destinati a chi studierà come utilizzare, a beneficio di micro, piccole e medie imprese del manifatturiero, il 5G, ovvero le connessioni ultraveloci mobili, ma anche l’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale e la famosa blockchain, ovvero la tecnologia dove ogni transazione viene legittimata da una rete decentralizzata, rivoluzione nata dal mondo dei bitcoin e delle criptovalute ma le cui potenzialità possono essere assai più ampie e non solo legate al mondo finanziario.

I progetti, che saranno finanziati a fondo perduto, dovranno essere realizzati da organismi di ricerca pubblici in collaborazione con micro, piccole e medie imprese manifatturiere. Possono dunque presentare domanda le università statali, gli istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale e gli enti di ricerca pubblici con sede legale o operativa in Toscana. Gli assegnisti devono essere laureati (laurea magistrale o vecchio ordinamento) e non aver ancora compiuto 36 anni quando sarà presentata la domanda. 

Per assistenza o supporto tecnico-informatico si può scrivere a bando5g@sviluppo.toscana.it e supporto5g@sviluppo.toscana.it.

“Sul trasferimento tecnologico si gioca una parte importante del futuro anche della Toscana – commenta l’assessore all’economia Leonardo Marras – Per questo è necessario investire in ricerca applicata  per l’uso delle nuove tecnologie. È essenziale per rimanere o essere ancora più competitivi e questa rivoluzione deve naturalmente coinvolgere anche le piccole, piccolissime a volte, e medie imprese,  che costituiscono la quota prevalente delle aziende che operano nella regione”.