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Sanità, focus sull’emergenza urgenza: mancano i medici

15 luglio 2021 | 19:14
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Sanità, focus sull’emergenza urgenza: mancano i medici

Ars: “Di 4200 persone che entrano quotidianamente in pronto soccorso ne vengono ricoverate 268 tra coloro arrivati con ambulanze e 78 tra coloro che si sono presentati da soli”

Sanità: focus sull’emergenza-urgenza.

Carenza di personale, soprattutto medico, disomogeneità dei modelli di organizzazione nei vari territori, necessità di un’unica cabina di regia a livello regionale. Sono questi i nodi critici principali emersi dal focus che si è tenuto sull’emergenza urgenza in Toscana.

L’appuntamento, organizzato dalla commissione sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd), rientra nell’ambito della campagna di ascolto partita in vista degli stati generali della salute, in calendario per il prossimo autunno.

“La consultazione pubblica sul portale dedicato proseguirà fino al 31 agosto – ha ricordato Sostegni – e sono numerose le richieste di soggetti che hanno chiesto di essere ascoltati. E’ stato deciso di effettuare anche quattro approfondimenti su altrettanti temi caldi della sanità, e quello sull’emergenza urgenza si è tenuto ogg”i.

Durante l’appuntamento sono intervenuti l’assessore alla Sanità Simone Bezzini, i vertici dell’Ars (Agenzia regionale di sanità) che hanno fornito i dati sull’andamento dei servizi, i tecnici addetti ai lavori e i sindacati di categoria.

L’assessore ha sottolineato che il sistema toscano dell’emergenza urgenza funziona e che negli ultimi anni c’è stata una riorganizzazione del sistema di allarme sanitario, con l’accorpamento delle centrali operative, ma che alcuni nodi sono venuti al pettine e che dovranno essere pensate nuove strategie per scioglierli.

“Un tema fondamentale è quello della poca disponibilità di operatori, soprattutto medici – ha spiegato Bezzini -. E’ un problema che parte da lontano. La Regione ha già aumentato le borse di studio per la specializzazione nell’emergenza urgenza e sono in cantiere corsi di formazione in materia per i laureati in medicina che non si sono inseriti nei percorsi di specializzazione. Inoltre il nostro obiettivo è arrivare a un’innovazione organica del sistema. Vediamo che le cose si muovono, ma a macchia di leopardo; il compito della Regione è garantire standard di servizi omogenei”.

Altro punto su cui lavorare è l’approvazione del nuovo regolamento a seguito della legge, approvata nella scorsa legislatura, che disciplina le autorizzazioni per il trasporto sanitario. Qualche numero dato dall’assessore: in Toscana al momento sono operative 46 auto mediche, 36 ambulanze medicalizzate, 35 ambulanze con infermiere e 167 ambulanze di primo soccorso.

Anche da parte di Ars sono stati forniti numerosi dati: le chiamate alle centrali operative di soccorso in Toscana oscillano tra le 350 mila e le 500 mila all’anno, anche se nel 2020 c’è stata una flessione dell’11%.
Si parla di circa 1400 chiamate al giorno, che danno origine a circa 1200 interventi;di questi, circa 1000 sfociano in un ingresso al pronto soccorso con l’ambulanza. Al pronto soccorso inoltre ogni giorno si presentano 3200 pazienti con mezzi autonomi. Di questa somma di 4200 persone che entrano quotidianamente in pronto soccorso ne vengono ricoverate 268 tra coloro arrivati con ambulanze e 78 tra coloro che si sono presentati da soli. La pandemia ha fatto registrare un forte calo degli accessi al pronto soccorso, superiore al 30 per cento, anche per i casi poi registrati come codice rosso (-34%).

Da parte dei direttori dei dipartimenti di emergenza urgenza delle tre Aree vaste, è arrivato un grido di allarme per la mancanza di medici, stimata al momento in -250 unità. Anche aumentare le borse di studio servirà solo fino a un certo punto, hanno avvertito, perché sono molti coloro che decidono di andare all’estero o di prendere altre strade. Serve, è il loro appello, una governance del settore con una cabina di regia unica e promuovere la figura unica del medico di emergenza urgenza, che lavori alternativamente dentro e fuori l’ospedale, per gli interventi, partendo dal pronto soccorso. Così come, per sgravare i professionisti del pronto soccorso dall’enorme mole di lavoro, è necessario adottare soluzioni che permettano ai pazienti, una volta valutati, di raggiungere rapidamente i reparti a cui sono stati destinati.

Positivo il primo bilancio sul funzionamento del numero unico di assistenza, il 112: dal 9 dicembre scorso, quando ha aperto, ha gestito 763 mila chiamate, di cui circa 500 mila di emergenza sanitaria, con un tempo medio di risposta di 2,8 secondi.

Sull’emergenza causata dalla carenza di personale, medico ma non solo, hanno posto l’accento anche tutti gli interventi dei rappresentanti dei vari sindacati di categoria. I sindacati hanno insistito sulla necessità di riprendere un dialogo e di essere coinvolti in un’opera di programmazione omogenea a livello regionale. Poca appetibilità della specializzazione in emergenza urgenza per le condizioni attuali di lavoro, lo stipendio che risulta essere tra i più bassi in Italia, la grande differenza di trattamento nelle varie aziende sanitarie sono i punti critici su cui si è chiesto di intervenire rapidamente con soluzioni operative.