Verso gli Stati generali della sanità, le aziende ospedaliere fanno il punto in Regione

Prolungato fino a settembre il processo partecipativo che vede ora in primo piano l’assemblea toscana
Il quadro della sanità della Toscana tratteggiato dai direttori generali della Asl e delle Aziende ospedaliero universitarie.
La commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni ha tenuto ieri pomeriggio (16 giugno), una seduta incentrata sulle audizioni dei più alti dirigenti delle aziende sanitarie, nel quadro di un processo partecipativo che vede ora in primo piano l’Assemblea toscana e che chiama in causa ogni cittadino attraverso una consultazione online sul sito web del xonsiglio regionale. Il percorso partecipativo, inizialmente programmato per concludersi entro il mese di giugno sarà prolungato a tutto settembre, vista la mole di richieste di audizione.
Nella seduta sono intervenuti i direttori generali delle aziende ospedaliero universitarie di Siena Antonio Davide Barretta, Pisa, Silvia Briani, e Firenze, Rocco Damone; i direttori generali delle tre grandi Asl, Maria Letizia Casani (Toscana nord ovest), Antonio D’Urso (sud est) e Paolo Morello Marchese (Toscana centro). Si tratta di un confronto che andrà avanti, con successivi approfondimenti, nei prossimi mesi, fino a conclusione del percorso che porterà il Consiglio regionale a un atto d’indirizzo per gli Stati generali della Salute. Interazione e collaborazione tra le aziende sanitarie per produrre appropriatezza e qualità delle cure; gestione informatizzata dei processi, con progressi necessari nella digitalizzazione, per superare ostacoli che ancora condizionano le Asl al loro interno: dal dominio unico, alle cartelle cliniche informatizzate, che tuttora non ci sono.
E ancora, organizzazione e gestione del territorio, prevenzione, liste d’attesa, il complicato rapporto con Estar. Si toccano tutti i temi, compreso quelli più urgenti della carenza di personale medico e l’allarme per l’emergenza, con la consapevolezza che l’esperienza della pandemia, è opinione condivisa, ha determinato notevoli passi in avanti su molti piani operativi. Si fanno proposte e ipotesi, come quelle formulate dal direttore Barretta per una scuola unica di specializzazione e, sul fronte degli investimenti, un fondo di progettazione regionale come volano in grado di anticipare finanziamenti e favorire nuovi progetti.
“Stiamo provando a fare un ragionamento che porti il Consiglio regionale ad alzare un po’ il tiro, a guardare un po’ più lungo e a decidere – commenta Sostegni a conclusione della lunga seduta -. Su alcuni temi, ad esempio l’emergenza, è mancata la decisione politica: abbiamo un modello che si può implementare. Per quanto è in nostro potere, il Consiglio farà questo nella risoluzione per gli Stati generali: mettere dei punti sui quali lavorare per tutta la legislatura. È nostro compito disegnare un quadro di prospettiva che dia risposte e che permetta di transitare un grande sistema sanitario come quello toscano in una nuova fase. Un sistema di alto livello, che funziona bene: ci concentriamo sulle criticità per renderlo ancora migliore”.
“Alla politica compete la difficile opera di sintesi in un sistema complesso come quello della sanità: si parte dai software che ancora non dialogano tra loro – dichiara il vicepresidente della Lega Andrea Ulmi -. Nei piccoli ospedali ci sono specifici problemi grandi come macigni che toccano le singole realtà territoriali. E la carenza del personale medico evidenzia fattori di cui non possiamo non tenere conto. Sui medici di famiglia: sono al centro della scena, bisogna cercare di creare sinergia”.
“Dai direttori generali è arrivato un messaggio chiaro – dice la consigliera del partito democratico Donatella Spadi – dobbiamo arrivare a un’omogeneità del sistema che ancora non è stata raggiunta. Dalla digitalizzazione al ruolo di Estar, fino ai diversi contratti dei medici”. Il consigliere Andrea Vannucci (Pd) propone, sulla digitalizzazione “di aggiungere al ‘cervellone’ che dovrà unire tutti i dati e le cartelle di ogni persona in cura, tutte le informazioni relative ai supporti sociali, penso perfino alle case popolari: un canovaccio che avevo provato a sviluppare già come assessore del Comune di Firenze”.