A Lucca il premio alla carriera a Salvatores: “Il prossimo film? Una storia contro l’imperante politicamente corretto”

Il regista premio Oscar protagonista dell’ultima giornata del festival fra aneddoti e progetti futuri: “Il cinema in sala non morirà mai”
L’importanza dell’esperienza teatrale, la sicurezza di cosa si voglia raccontare e il suo legame con la città di Napoli, questi i concetti sui quali ha insistito di più Gabriele Salvatores durante la Masterclass organizzata in suo onore al Lucca Film Festival, che nel 2023 celebra sia i dieci anni dalla propria nascita sia i quarant’anni di attività del regista, al quale è stato conferito il premio alla carriera in piazza San Michele ieri sera.
Un excursus che va dai suoi esordi come regista teatrale alla sua ultima fatica, la cui uscita è in programma l’anno prossimo, Napoli-New York. Un legame mai spezzato con la sua città natale ma di cui in pochi, come Salvatores stesso ha sottolineato, conoscono la profondità, probabilmente figlia della sua lunghissima permanenza a Milano dove sono nati i sodalizi artistici più proficui (con Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio su tutti).
“È un soggetto nato – spiega il regista – da un’idea di Federico Fellini e Tullio Pinelli, ma mai portata a termine, una storia ambientata alla fine degli anni Quaranta che va decisamente contro all’imperante politicamente corretto”
Tantissimi i temi toccati durante il dialogo sul palcoscenico del cinema Astra da Gabriele Salvatores, dal #metoo, “nato con presupposti più che meritori – ha detto – ma che rischia di sovrapporre la carriera artistica alla vita privata”, alla necessità di una preparazione teatrale per lo sviluppo della capacità di ascolto e di adattamento dell’attore, al rapporto con Fabrizio De Andrè, per il quale curò la regia di due videoclip nel 1990.
“Era una personalità scontrosa – spiega – sapeva essere dolcissimo e cattivissimo, non era facile entrarci in contatto per la sua estrema riservatezza, ma questo non c’entra con l’artista, che ci ha regalato alcuni dei migliori pezzi della storia della musica italiana e non solo”.
Non mancano poi narrazioni di aneddoti sulla notte degli Oscar 1992, che lo vide vittorioso nella categoria miglior film straniero con Mediterraneo, come quando lo invitarono ad abbandonare il palco dopo un messaggio pacifista contro la Guerra del Golfo e il racconto dell’impatto che la statuetta ha avuto nel corso della carriera dell’artista, permettendogli, come lui stesso afferma, budget e generi inediti per il cinema italiano dell’epoca, nel caso ad esempio di Nirvana.
Non manca infine di sottolineare come la fruibilità incondizionata della fotografia, grazie agli smartphone, abbia potuto accentuare l’egocentrismo di chi fotografa. Salvatores si è detto tuttavia fiducioso, nonostante l’apparente disaffezione del pubblico italiano verso il cinema, che il fenomeno della sala cinematografica non morirà mai, perché il cinema è un’arte popolare e “per la gente è e rimarrà un’esigenza troppo forte”.
Il regista, cui è stato consegnato il premio alla carriera in serata al Cinema Astra, durante la serata in cui sono stati assegnati i premi, è stato poi protagonista del main event di Lucca Effetto Cinema Notte in piazza San Michele.