Terre degli Uffizi approda per la prima volta a Montelupo

Le celebri ceramiche protagoniste dell’esposizione che si apre domani
Terre degli Uffizi sbarca a Montelupo Fiorentino, con le ceramiche che diventano protagoniste della mostra che si inaugura domani e andrà avanti fino al primo ottobre al Museo della Ceramica.

La ceramica di Montelupo e gli Uffizi: una galleria di confronti è il titolo dell’esposizione, la prima delle sei del calendario promosso da Fondazione Cr Firenze e Gallerie degli Uffizi all’interno dei rispettivi progetti Piccoli Grandi Musei e Uffizi diffusi.
Fin dalla fine del 1200, Montelupo si distinse per le sue ceramiche come documenta la sorprendente quantità di maioliche rinvenute negli scavi archeologici effettuati all’interno di questo borgo medievale e in siti che spaziano dal Mediterraneo, alle Americhe fino al Giappone. Nel periodo di massimo splendore, tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, i manufatti dei maestri vasai della cosiddetta “fabbrica di Firenze” furono richiesti dalle nobili casate fiorentine, come la famiglia Medici.
La mostra presenta i prestiti della Galleria Fiorentina Dispensa con testa di porco, tacchino e lepre, un olio su tela di Jacopo Chimenti detto l’Empoli (Firenze 1551-1640) e Ritratto di Leone X, olio su stagno di Agnolo Bronzino e bottega datato al 1565 circa.
“Siamo lieti di avviare la terza edizione di Terre degli Uffizi con una new entry come Montelupo e il suo bellissimo museo. È un’occasione per valorizzare un luogo e una collezione di grande qualità che meritano di essere apprezzatati e, in molti casi scoperti – dichiara il presidente della Fondazione Cr Firenze Luigi Salvadori – Del resto, è questo uno degli scopi del progetto che è nato anche per decentrare i flussi turistici e incrementare le presenze in sedi meno conosciute dal grande pubblico”.
“Questa mostra rappresenta un importante passo avanti negli studi: ad esempio il riconoscimento di una ceramica di Montelupo nella Natura morta dell’Empoli, da parte di Lorenza Camin, direttrice del Museo, mostra come l’occhio dello storico dell’arte e del conoscitore possa ancora offrire nuove interpretazioni sulle opere e sugli artisti che le hanno eseguite. E il legame tra la città e gli Uffizi si rafforza, aspettando che la Villa dell’Ambrogiana ritorni presto ad essere la cornice per una nuova realtà museale: l’unico destino che essa merita”, le parole del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt.